Ricevo da Roberto Malini
Alessia, la cui testimonianza è stata raccolta dal Gruppo EveryOne, è
stata inoltre offesa in quanto persona transessuale.
Mercoledì 2 giugno scorso Alessia Bellucci si recava alle Grotte di Frasassi, a
San Vittore, dove svolge la professione di guida turistica alle dipendenze del
Consorzio di Frasassi. Nel tragitto in bus navetta che dalla stazione porta
all'ingresso della Grotta Grande del Vento, suo luogo di lavoro abituale, un
turista italiano si lamenta del fatto che nel parcheggio adiacente alla
stazione, adibito alla sosta di caravan e roulottes, stazionino anche alcuni
caravan di Rom e Sinti. "Bisogna mandarli via, gli zingari, questo è un posto da
turisti!" esordisce, mentre alla sua voce se ne aggiungono altre, cariche di
affermazioni razziste ai danni dell'etnia Rom.
"Noi siamo lieti che lei, da turista, stia visitando i nostri luoghi,"
risponde a quel punto Alessia, "a condizione che ne rispetti gli abitanti. Chi
si trova al parcheggio è un abitante al pari di tutti gli altri e noi gradiremmo
venga rispettato da chi arriva. Qui a Genga siamo persone civili e le persone
civili conoscono una sola razza: la razza umana." A quelle affermazioni i
turisti nel bus non replicavano. Appena scesa, tuttavia Alessia, che è una
persona transessuale, veniva raggiunta da quattro turisti presenti nel mezzo
poco prima: "È un trans, lasciatela perdere" gridano, e ancora: "Comincia male
la giornata con un trans!". A quella frase sono seguite ulteriori offese.
"Quanto accaduto ad Alessia rappresenta la chiusura mentale, la volgarità e
l'ignoranza che vengono ormai ostentate, nel nostro Paese, degenerando a volte
in atti di intolleranza e violenza" affermano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e
Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne, che hanno raccolto la
testimonianza della ragazza. "Omofobi, transfobici e razzisti si sentono
purtroppo al sicuro a causa di una sottocultura pericolosa e dilagante, mentre
mancano programmi istituzionali di inclusione e sensibilizzazione sociale sulle
diversità razziali e di genere: un dovere cui il Governo e le istituzioni locali
dovrebbero adempiere con urgenza e costanza. Il nostro Gruppo ne ha parlato
recentemente, con viva preoccupazione, durante un incontro con l'Alto
Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, la signora Navi Pillay.
Sono necessari" continuano gli attivisti, "piani straordinari che, di concerto
con le organizzazioni umanitarie, non solo assistano i più deboli e
discriminati, ma soprattutto sensibilizzino coscientemente e in modo corretto
tutte le fasce della popolazione, per evitare derive razziste incontrollabili
che bollino definitivamente l'Italia come uno dei Paesi più intolleranti
d'Europa. Siamo solidali con Alessia e orgogliosi del suo coraggio e della sua
determinazione," concludono, "certi che la sua sensibilità rappresenti una
rarità da tutelare in ogni sede".
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