(AGI)
- Napoli, 3 giu. - "Noi adottiamo un campo rom". E' l'impegno della prefettura
di Napoli, del comitato campano dell'Unicef e di quattro scuole della provincia
di Napoli, ufficializzato attraverso la firma di un protocollo di intesa.
L'accordo, che rientra nel un piu' ampio programma di accoglienza,
integrazione e tutela dei nomadi, prevede la realizzazione di una serie di
iniziative che puntano ad avvicinare i bambini in eta' scolastica di etnia rom
ai loro coetanei italiani per favorire un proficuo scambio culturale e una
convivenza pacifica, oltre a ridurre il tasso di abbandono scolastico. Il
protocollo scadra' il 20 novembre prossimo, in concomitanza con la celebrazione
della Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia, e potra' essere rinnovato.
"In qualita' di commissario delegato per l'emergenza insediamenti comunita'
nomadi in Campania - dice il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa - non posso
che approvare il progetto e contribuire fattivamente. Coordineremo le varie
fasi, promuoveremo altre azioni in favore dei nomadi e renderemo pubblici i dati
del censimento fatto nel 2008 sul numero dei minori e sull'ubicazione degli
insediamenti. Le cifre dicono che parliamo di circa 3.000 rom censiti, ma ce ne
dovrebbero essere altri 2.000 che non sono stati inseriti nelle rilevazioni
statistiche". Il presidente del comitato regionale dell'Unicef, Margherita Dini
Ciacci Galli, parla di una "operazione di amicizia, rivolta a persone che
chiedono di integrarsi per poter crescere. Se oggi non glielo permettiamo -
spiega - non dovremo neanche meravigliarci se domani i nostri figli saranno
attaccati da chi si e' sentito emarginato". Il responsabile dell'organizzazione
umanitaria internazionale sottolinea "il peso che questi bambini avranno in
futuro, oltre all'importanza degli stranieri per far aumentare il tasso di
natalita' in Italia", e si impegna a portare questa iniziativa all'assemblea
annuale, augurandosi che le altre regioni seguano l'esempio della Campania. "E'
poi necessario - aggiunge - attivare i servizi sociali del Comuni e i tribunali
dei minori, in modo da aiutare il minore e allo stesso tempo arrivare agli
adulti che li maltrattano". Un modo per attualizzare le parole pronunciate dal
politico e docente Piero Calamandrei, che defini' "la scuola piu' importante dei
tribunali".
(AGI) Cli/Na/Lil