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Roma_Daily_News
The Jordan Times
- 20 aprile 2010 By Taylor Luck
Membri della tribù dei Bani Murra, considerati gli "Zingari di Giordania",
durante un incontro settimana scorsa. La comunità di circa 50.000 guarda alle
elezioni parlamentari come un mezzo per superare gli stereotipi
AMMAN - Quando il quattordicenne campione di karate Abdalrahman Al Masatfeh
sale sul ring, spesso sente il peso di un'intera comunità sulle sue spalle.
Masatfeh, che ha vinto diverse medaglie in competizioni internazionali ad
Istanbul e Tel Aviv, dice di sentirsi lontano dall'essere un vincitore quando
torna in Giordania.
"L'arbitro dice che ho vinto, ma tutto quello che sono qui è un Nawari
(Zingaro)"
Il giovane fa parte della "comunità dimenticata" di Giordania, i Bani Murra,
che nonostante siano tra i più antichi residenti del Regno, sono rimasti ai
margini della società per circa mezzo secolo.
Tra i primi Giordani
I Bani Murra, o Dom, sono una minoranza di lingua araba dalle origini
incerte, alcuni dicono che la comunità possa essere arrivata dall'India,
attraverso l'Iran e il Golfo, mentre altri dicono che scontri tribali in Siria
abbiano portato alla dispersione attraverso il Medio Oriente.
I Dom hanno una storia evidente nella regione che risale ad oltre un
millennio ed hanno risieduto nel Regno per diverse centinaia d'anni, secondo
varie registrazioni storiche e studi antropologici.
I cittadini Bani Murra sottolineano di essere musulmani ed Arabi, ed hanno
poco che li distingua dalle altre tribù beduine a parte il dialetto, che è
considerato dall'UNESCO una lingua da salvaguardare.
Mustafa Wahbi Tal, poeta nazionale giordano, immortalò la romantica vita
libera dei Dom agli inizi del XX secolo in una serie di poemi e divenne
amico intimo dei Beni Murra - una mutua amicizia che durò tutta la vita.
Conosciuti come abili fabbri e metallurgici, i Bani Murra lavorarono
coltelli, spade ed altri utensili per le principali tribù del Regno nel XIX e
all'inizio del XX secolo e secondo varie registrazioni storiche ed orali furono
tra i primi residenti dell'attuale Amman.
Conosciuti per il loro talento musicale, la comunità ha dato i natali a Abdo
Mousa, una delle figure musicali più riverite del Regno, che ha immortalato il
folklore e la musica beduine e ha dato alla comunità un nuovo rango.
Sua maestà il precedente re Hussein ha fatto suonare Abdo Mousa per
tantissimi dignitari e, vuole la leggenda convocò il musicista all'ultimo minuto
quando l'ex segretario USA Henry Kissinger fece una sosta di un paio d'ore ad
Amman. Lo racconta Sheikh Fathi Mousa, figlio del musicista e avvocato della
comunità.
Nonostante la marcata presenza culturale, i componenti della comunità dicono
di dover ancora raggiungere i pieni diritti come Giordani, tenuti indietro dal
loro status di "Zingari".
Popolo senza una terra
L'ultimo leader che unificò le 63 tribù Bani Murra fu Saeed Mousa Pasha,
poi emiro, tra i primi leader riuniti da re Abdullah I, a seguito della Grande
Rivolta Araba e grande sostenitore della comunità durante i regni dei re Talal
ed Hussein.
Secondo Rashid Ben Saeed Pasha ed altri anziani Bani Murra, re Hussein nel
1960 offrì a Pasha 1.000 dunum (un milione di m˛, ndr) in un'area fuori Um Al Jimal,
vicino a Mafraq.
Dato che allora il terreno era arido deserto con poche infrastrutture, Saeed
Pasha era riluttante a trasferire lì la sua gente.
Tuttavia, negli ultimi 40 anni la condizione dei Bani Murra nella comunità è
peggiorata, con i Dom che si sono sparpagliati in tutto il paese, alcuni
mantenendo il loro tradizionale stile di vita nomade ed altri combattendo giorno
per giorno nel vivere con lo stigma di "Zingari".
"Se ci fossimo spostati ad Um Al Jimal, almeno avremmo avuto una terra da
chiamare nostra. Oggi la gente ci vede solo come Zingari," dice Fathi Mousa.
Secondo diverse ricerche accademiche o informali, oltre il 90% dei Bani Murra
vive in appartamenti ad Amman, Zarqa, Irbid ed altrove, alcuni anche in grandi
ville in quartieri signorili.
Anche le vite di quanti risiedono nelle tende non differiscono dalla media
dei Giordani. Abu Salem, la cui famiglia è ritornata nel Regno al tempo della
prima guerra del Golfo nel 1991, ha vissuto in una tenda a Qweismeh due decadi e
dice di aver tutte le comodità di cui ha bisogno.
Anche se la casa di Abu Salem vista dall'esterno può sembrare come una baracca improvvisata - è assolutamente rifornita con televisione satellitare, un
vasto sistema di riscaldamento, gabinetti e persino finestre.
Suo figlio Fares si trova agli internet caffè. gioca a calcio con gli amici,
e attualmente si sta preparando ad essere assunto. Come nella maggior parte
delle famiglie giordane, il mansaf è il piatto principale alle feste nuziali in
cui i giovani ballano il debkeh.
"Preghiamo alla moschea, abbiamo la cittadinanza giordana, perché siamo così
differenti?" sottolinea Fares.
Il termine "nawar" [...] è spesso usato per descrivere i Bani Murra ed è
diventato una barriera verbale che li tiene lontani dalla partecipare pienamente
alla vita di tutti i giorni. Questa barriera, dicono i membri della tribù, non
potrebbe essere più evidente che nell'istruzione, dato che molti Dom non
completano gli studi a causa delle pressioni economiche e del bullismo
scolastico.
Il campione di karate Masatfeh, nonostante gli encomi in classe ed al
ginnasio, ora non può permettersi di andare a scuola.
"Quando sei un Zingaro, nessuno crede che avrai successo e tutti aspettano la
tua caduta," dice.
Ma, contrariamente agli stereotipi, molti nella comunità dei Bani Murra hanno
ottenuto posizioni di rilievo nella società giordana, sottolineano.
"Siamo dottori, avvocati, ingegneri, insegnanti e soldati. Ma la cosa più
importante, siamo Giordani fedeli al Regno Hashemita e chiediamo pari diritti,"
dice Mousa al Jordan Times.
Gap di consapevolezza
I media locali ed internazionali non sono stati amichevoli con i Bani Murra.
Piuttosto che mettere in luce i loro successi, dicono che i giornalisti si
focalizzano sulle poche migliaia che vivono nelle tende, contastorie o indovini,
mendicanti, nomadi e vittime senza casa, rinforzando i vecchi stereotipi sui
Bani Murra. O peggio, aggiungono, ci sono i giornalisti che fotografano quelli
che vivono nelle tende, mostrandoli in condizioni "imbarazzanti".
"Disgraziatamente, sembra che molti membri della stampa facciano correre
selvaggia la loro immaginazione, quando sentono degli Zingari," dice il dottor Bassem Mousa,
urologo all'ospedale Al Bashir.
La più grande sfida per i Dom è la mancanza di consapevolezza che ha portato
al razzismo che prevale persino ai livelli ufficiali, col soggetto della reale
esistenza dei Bani Murra considerato un tabù.
In un intervista al Jordan Times alla fine dell'anno scorso, un sindaco
negava l'esistenza dei Bani Murra nella sua città, nonostante la presenza di un
evidente campo dom a meno di un km. dal suo ufficio.
"In questa città c'è solo gente rispettabile. Nessun nawar qui," diceva.
Il figlio dell'ultimo Saeed Pasha dice che senza una rappresentanza politica,
i Dom rimarranno "cittadini di terza classe".
Dice che la più alta carica pubblica raggiunta da un membro della comunità è
mukhtar, leader comunitario non stipendiato la cui posizione è affiliata
alMinistero degli Interni, presso il quartiere a predominanza dom di Hay Al Dabaibeh
ad Amman.
Votare per cambiare
Molti Dom giordani ritengono che la risposta ai loro problemi possa risiedere
nelle prossime elezioni parlamentari.
Fathi Mousa, tra i importanti rappresentanti della tribù dei Bani Murra,
intende candidarsi alla Camera Bassa.
Durante un incontro tribale mensile tenutosi settimana scorsa per organizzare
il supporto alle elezioni di Mousa, gli anziani hanno definito "essenziale"
l'elezione di un parlamentare per salvare la comunità.
"E' come se avessimo dormito mentre il resto del paese andava avanti. Siamo
diventati un popolo invisibile, e questo deve finire," dice Hassan Adnan.
Fathi Mousa si candidò anche alle elezioni del 2003, ma dato che i Bani Murra
erano dispersi tra distretti elettorali e governativi, la comunità non riuscì a
raccogliere un numero concentrato di elettori per sostenere un candidato al
Parlamento.
Mousa richiede alla nuova legge elettorale di includere un seggio per la
comunità dom, o di permettere ai membri dei Bani Murra di eleggere un candidato
tramite i distretti elettorali, per assicurare la rappresentanza politica.
Non importa il risultato delle prossime elezioni parlamentari, i Dom di
Giordania dicono di essere una comunità che il paese non può più permettersi di
ignorare.
"Sono stanco di competere solo per i Bani Murra. Voglio che tutti sappiano
che competo per la Giordania," dice Masatfeh.