Seconda segnalazione di
Alberto Maria Melis
Recensione di Sonya Orfalian su Le Monde Diplomatique 3.2010
"Quando ripenso ai miei primi dodici anni, ho l'impressione che nessun uomo o
bambino abbia mai sognato di vivere in un luogo così vicino al paradiso". Con
queste parole inizia Crossing, il secondo libro di Jan Yoors, autore del bel
reportage romanzato Zingari, pubblicato in Italia lo scorso anno. Siamo di nuovo
nelle Fiandre, ancora in compagnia dei Rom Lovara. Qualcosa però è cambiato: è
scoppiata la guerra e Yoors, in pagine affascinanti, ne racconta il dramma e
le pesanti conseguenze sull'accampamento degli zingari che lo hanno benevolmente
adottato. L'alba del 10 maggio 1940 sorprende Yoors in viaggio con la sua
famiglia d'adozione. L'accampamento si trova presso il confine che divide il
Belgio dalla Francia, in una splendida valle tra i boschi: un luogo adatto per i
cavalli e per gli uomini liberi. Un rumore scuote il campo, subito i bombardieri
arrivano dal cielo e la serenità ha fine: la guerra è iniziata. L'esodo della
popolazione civile dalle zone di guerra trova i Rom Lovara in fila assieme ai
gagè, i non-zingari. Sebbene costretti a rinunciare alle loro abitudini,
perseguitati e testimoni della decimazione dei loro simili, i Lovara si adattano
bene alla nuova situazione, dominata dalla burocrazia della guerra: il loro
status giuridico unito a un certo savoir faire (sfuggiranno alla legge
che in Germania impone loro l'obbligo di una vita sedentaria, dichiarando
identità diverse in luoghi diversi) li aiuterà a procurarsi un'infinità di
tessere annonarie. Proprio queste rappresenteranno una parte cospicua del
contributo che i Lovara forniranno alla Resistenza dopo che Yoors, contattato
dai Servizi inglesi, li avrà persuasi a collaborare. Le leggi speciali
nazionalsocialiste li bolleranno come rassenverfolgte cioè "razzialmente
indesiderabili", al pari degli ebrei, e come se non bastasse artfremdes blut
vale a dire "sangue straniero". Infine verranno dichiarati freiwild,
"prede alla mercè di tutti". Mezzo milione di rom verranno eliminati; eppure
tale pulizia etnica, a differenza di ciò che accadrà per l'Olocausto, non verrà
studiata e analizzata a dovere. I motivi? Molteplici: da un lato c'è lo scarso
senso della storia tipico di questo popolo, dall'altro - come spiega bene lo
stesso Yoors - "i Rom non hanno nessun desiderio di uscire dall'ombra, di salire
alla ribalta". Una lettura interessante, da non perdere, che ci rivela un modo
inedito di interpretare la vita da parte di una popolazione che fino a oggi
sembra sfuggire a tutte le leggi della globalizzazione del vivere "civile" di
noi gagè.
Jan Yoors - Crossing.- Ed Irradiazioni
Jan Yoors (aprile 1922 - novembre 1977) artista fiammingo-americano, fotografo,
pittore, scultore, scrittore. Nato in Belgio, a 12 anni scappò con un gruppo di
rom lovara e viaggiò a lungo con loro. Quando ritornò finalmente a casa, i
genitori che lo avevano molto cercato, invece di sgridarlo gli diedero il
permesso di passare una parte dell’anno con i suoi amici. Più tardi nella vita
scrisse il bellissimo libro dal titolo The Gypsies, 1965 (Zingari, Irradiazioni,
2008), considerato un documento unico sulla vita degli zingari. A Zingari segue
nel 1971 Crossing.