A proposito di "Tra i Rom aumento l'uso di droghe",
scrive Adam Szoppe su Nordic
Roma
Mi chiamo Adam Parno Szoppe e lavoro presso il Roma Culture Centre di
Stoccolma. Mi sono occupato attivamente del problema tra il 1997 e il 2002.
Vedo che molti assumono stupefacenti, e nessuno sa come smettere...
E' necessario iniziare a collaborare. Nelle comunità ci sono morti per overdose
ogni settimana, ma molti si limitano a stare a guardare:ci sono quanti hanno
perso la e speranze e quelli che viceversa dicono che i tossicodipendenti con il
loro comportamento hanno smesso di essere dei Rom.
La droga è diventata un problema europeo e bisogna agire. In Svezia abbiamo
dato il via a diversi progetti, con informatori, operatori di strada, terapeuti.
[...] che operano negli ospedali, nei centri antidroga, che vanno di casa in
casa.
Dopo 10 anni di duro lavoro, siamo riusciti ad aiutare molti Rom che ne sono
usciti e mostrato a molti genitori come individuare i segnali che loro figlio
assume droghe.
Un lavoro davvero duro, ma tutti devono impegnarsi. [...]
Ame sam Roma ame musaj/muszinas te zutisaras/pomoginas amare manushen.
BAXT ZOR SASTIPE TUMENGE AJ TUMARE MANUSHENGE
Tumaro Pral
Parno
Interviene: Keith Palmroth
Si potrebbe fare molto, ma per la società svedese, il problema semplicemente
non esiste. Mi sono informata se esistessero progetti in merito. Ma non è
neanche possibile capire quanto sia esteso il problema.
Secondo me, è necessario che i gruppi rom si adeguino, formando operatori
sociali e pedagogici. Il problema base è che i Rom vivono le difficoltà di
campare giorno per giorno e che il livello scolastico è insufficiente.
NdR: Sono ignorante, lo ammetto. Sarebbe utile riuscire a raccogliere
commenti e risposte da persone che operano sul problema. Riguardo
all'Italia, ho l'impressione che il problema sia latente da anni, ma non abbia
ancora raggiunto il livello di allarme. Mancano totalmente dati in
proposito, e qui l'Italia sconta la confusione data dalla sua stessa
legislazione.
Ma, a parte le condizioni socio economiche e sanitarie, che sono
mediamente spaventose, credo che il maggior problema sia la reciproca
indifferenza:
- da parte dello stato, che semplicemente non se ne occupa e disconosce
il problema;
- da parte dei Rom stessi, che tendono a rimuovere o negare gli aspetti
positivi e negativi della loro evoluzione storica, con la scusa che la droga
non li riguarda e che quanti di loro siano consumatori o spacciatori, si
siano semplicemente messi fuori dal gruppo. Insomma, la soluzione sarebbe
semplicemente di poter tornare al passato, o di isolare quanti non si
identificano più col passato.
Dinamiche che si sono già viste con altri gruppi sociali e fasce di
popolazione
Rif: Salute
e identità etnica