AgoràVox
Mettetevi nei panni di chi educa: alla puntualità. In aula non si entra in
ritardo. A Savona i ragazzi che accumulano troppi ritardi sono indirizzati a
lavori socialmente utili per capire che il rispetto dell’orario è importante.
Intanto si dice che essere in orario vale per tutti, ma non per i politici di
Lazio e Lombardia. Lo dice il governo, cioè quello che dovrebbe essere l’esempio
civile più alto da seguire.
Mettetevi nei panni di chi educa: si invita allo studio, alla fatica
dell’attenzione, alla gioia della conoscenza.
Poi si vedono e si sentono politici che non sanno nulla di storia, che a mala
pena sanno scrivere, che non sanno formulare un pensiero logico e non sanno
niente della Costituzione italiana.
Mettetevi nei panni di chi educa: si dice “non drogatevi, non fumate, non
bevete, vi rovinate la vita”.
E poi ci sono politici che si sottopongono ai test e risultano positivi alla di
cocaina. Però se un ragazzo come ad esempio Stefano Cucchi viene sorpreso con la
“roba” può morire in carcere, se un parlamentare consuma coca non si può nemmeno
sapere chi sia.
Mettetevi nei panni di chi educa: si afferma “siamo solidali col più debole,
commemoriamo il Giorno della Memoria, rispettiamo chi viene da un altro paese,
accogliamolo, in greco e in latino la parola straniero è anche ospite, mai
clandestino”.
E poi arrivano le leggi xenofobe (in quell’asilo possono andare solo bambini
cattolici), arrivano i tetti di 30% di alunni stranieri nelle classi, arrivano
le epurazioni dei Rom coi bambini zingari (sporchi zingari) che non possono
andare a scuola perché continuamente cacciati.
Mettetevi nei panni di chi educa: si fanno giornate contro la mafia, si parla di
onestà (se non hai fatto i compiti devi dirlo, mica imboscarti), poi i politici
e i loro conniventi (imprenditori, sottosegretari, amministratori locali ecc.)
sono servi della criminalità organizzata, sono schiavi del denaro, sono proni
davanti al miraggio di chi sa quale potere, di chi sa quale ricchezza, comunque
transitoria.
Mettetevi nei panni di chi educa e parla di merito e valuta i compiti, le
interrogazioni e cerca di dare un minimo di cultura, di senso critico. Poi si
vede che l’igienista dentale del premier entra nel listino della Regione
Lombardia. Per quali meriti? Forse i denti del premier sono più importanti dei
problemi concreti dei precari? La fanciulla è bella non c’è che dire e dunque le
allieve belle perché mai dovrebbero studiare? I ricercatori precari sono
licenziati, le escort, le igieniste ecc. ecc. entrano in politica.
Mettetevi nei panni di chi educa e difende la libertà di parola, di
informazione, la libertà della conoscenza.
Poi si censurano i giornalisti “dissidenti”, i cortigiani prezzolati, invece, si
censurano da soli, le voci discordi sono infangate, il pensiero diventa uniforme
come una grigia cappa di smog sulla testa di tutti (o quasi).
Mettetevi nei panni di chi educa e aiuta i giovani a preparare il futuro loro e
nostro, di tutti. Mettetevi nei panni di chi cerca di insegnare il rispetto:
dell’altro, delle regole, della legge, del più debole, il rispetto di se stessi.
E poi si guarda intorno e non può fare a meno di chiedersi: quale rispetto di sé
avranno mai queste persone che, per interessi personali così piccoli, così a
breve termine – sono tutti vecchi - distruggono il nostro futuro?
La scuola (e ogni istituzione educativa compresa la famiglia) sta andando allo
sfascio, non serve una riforma (di cui non parlo per non deprimermi ancor di
più), servono esempi e cultura tanta cultura ormai così fuori moda, soprattutto
così scomoda.
Eppure la brace dell’intelligenza non si spegne mai del tutto, questa è l’unica
rara e preziosa consolazione di chi cerca di educare a dispetto e contro ogni
logica, contro mille ostacoli, contro una realtà, soprattutto politica,
soprattutto in Italia, soprattutto di questo governo, veramente incapace,
ignobile, impresentabile.
“Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio
per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare
». (Marco, 9)
E’ il Vangelo non qualche filosofo anarchico o comunista!