Ricevo da Maria Grazia Dicati
Redattore Sociale
Milano, lettera delle maestre prima dello sgombero: "La vostra voce siamo
noi"
"Vi insegneremo centomila parole perché nessuno possa annientare chi come voi
non ha voce". I bambini della scuola elementare di via Pini vivono in una
baraccopoli a Segrate, ultima tappa di una serie di sgomberi. Domani forse un
nuovo trasferimento
MILANO - Le maestre della scuola elementare di via Pini a Milano scrivono ai
loro alunni rom, che domani potrebbero di nuovo essere sgomberati. "Vi
insegneremo mille parole, centomila parole perché nessuno possa più cercare di
annientare chi come voi non ha voce". Oggi questi bambini vivono in una
baraccopoli sorta a Segrate, ma Il 19 novembre 2009 erano stati mandati via
dall'ex edificio Enel di via Rubattino, nel quartiere della scuola di via Pini.
Segrate è l'ultima tappa dei continui sgomberi che hanno subìto da allora.
Anche domani, probabilmente, vedranno la loro baracca rasa al suolo dalle ruspe.
Nonostante tutto, i bambini hanno continuato ad andare a scuola. Spesso sono le
maestre ad andarli a prendere nelle loro baracche, costruite di volta in volta
in zone diverse di Milano. Questa la lettera che le maestre di via Pini hanno
inviato a Redattore Sociale.
"Ciao Marius, ciao Cristina, Ana, ciao a voi tutti bambini del campo di Segrate
-scrivono le maestre-. Voi non leggerete il nostro saluto sul giornale, perché i
vostri genitori non sanno leggere e il giornale non lo comperano. È proprio per
questo che vi hanno iscritti a scuola e che hanno continuato a mandarvi
nonostante la loro vita sia difficilissima, perché sognano di vedervi integrati
in questa società, perché sognano un futuro in cui voi siate rispettati e
possiate veder riconosciute le vostre capacità e la vostra dignità. Vi fanno
studiare perché sognano che almeno voi possiate avere un lavoro, una casa e la
fiducia degli altri".
"Sappiamo quanto siano stati difficili per voi questi mesi: il freddo,
tantissimo, gli sgomberi continui che vi hanno costretti ogni volta a perdere
tutto e a dormire all’aperto in attesa che i vostri papà ricostruissero una
baracchina, sapendo che le ruspe di lì a poco l’avrebbero di nuovo distrutta
insieme a tutto ciò che avete. Le vostre cartelle le abbiamo volute tenere a
scuola perché sappiate che vi aspettiamo sempre, e anche perché non volevamo che
le ruspe che tra pochi giorni raderanno al suolo le vostre casette facessero
scempio del vostro lavoro, pieno di entusiasmo e di fatica. Saremo a scuola ad
aspettarvi, verremo a prendervi se non potrete venire, non vi lasceremo soli, né
voi né i vostri genitori che abbiamo imparato a stimare e ad apprezzare".
"Grazie per essere nostri scolari, per averci insegnato quanta tenacia possa
esserci nel voler studiare, grazie ai vostri genitori che vi hanno sempre messi
al primo posto e che si sono fidati di noi. I vostri compagni ci chiederanno di
voi, molti sapranno già perché ad accompagnarvi non sarà stata la vostra mamma
ma la maestra. Che spiegazioni potremo dare loro? E quali potremo dare a voi,
che condividete con le vostre classi le regole, l’affetto, la giustizia, la
solidarietà: come vi spiegheremo gli sgomberi? Non sappiamo cosa vi spiegheremo,
ma di sicuro continueremo ad insegnarvi tante, tante cose, più cose che
possiamo, perché domani voi siate in grado di difendervi dall’ingiustizia,
perché i vostri figli siano trattati come bambini, non come bambini rom,
colpevoli prima ancora di essere nati".
"Vi insegneremo mille parole, centomila parole perché nessuno possa più cercare
di annientare chi come voi non ha voce. Ora la vostra voce siamo noi, insieme a
tantissimi altri maestri, professori, genitori dei vostri compagni, insieme ai
volontari che sono con voi da anni e a tanti amici e abitanti della nostra zona.
A presto bambini, a scuola.
Le vostre maestre: Irene Gasparini, Flaviana Robbiati, Stefania Faggi,
Ornella Salina, Maria Sciorio, Monica Faccioli".
Sgombero a Segrate: un nuovo solito caso. La denuncia del Naga
Milano, 16/02/2010
Stamani all’alba è iniziato l’ennesimo sgombero. E’ stato il turno del campo rom
di Segrate dove vivevano più di 130 persone e dove, anche in questo caso, erano
in atto processi positivi d’integrazione.
Anche in questo caso, i bambini residenti nel campo frequentavano le scuole
locali e anche in questo caso le maestre, stamani, erano in prima fila per dare
sostegno alle persone sgomberate e per cercare di portare i bambini a scuola.
Anche in questo caso, non sono state trovate soluzioni abitative alternative e
condivise. Anche in questo caso, l’unica proposta è stata quella di separare le
donne e i bambini dai mariti.
Anche in questo caso, vengono calpestati diritti e libertà fondamentali di
uomini, donne e bambini che, da mesi,vengono rincorsi e stanati dove tentano di
trovare rifugio.
Anche in questo caso, non sono servite le mobilitazioni: l’accanimento prosegue
imperterrito e insensato.
Anche in questo caso, abbiamo incontrato famiglie che erano state sgomberate
prima dal campo rom di Rubattino, poi dalla zona di Bacula, poi da Bovisasca,
poi ancora da Rubattino e, stamani, da Segrate.
Anche in questo caso, per un giorno, staranno accesi deboli riflettori
sull’ennesimo sgombero e poi tutto tornerà come prima.
Anche in questo caso, la città è assuefatta.
Il Naga continuerà a portare assistenza nelle aree dismesse della città, nei
campi rom e ovunque ce ne sia bisogno e continueremo a denunciare ogni
violazione dei diritti di chicchessia.
Per maggiori informazioni
NAGA 02 58 10 25 99 - 349 16 033 05 – naga@naga.it