Scrive Ermelinda Coccia
Riguardo l'inizio dello Sgombero al Casilino 900, campo Rom nel quale cinque
diverse comunità vivono da circa 40 anni, Alemanno dichiara «Questo campo esiste
da 40 anni durante i quali non è stato fatto niente. Lo sgombero terminerà
all'inizio di febbraio, quando porteremo le famiglie in campi attrezzati dove
inizieranno un percorso di legalità e inserimento lavorativo. Per il Casilino
900 siamo ad un passaggio epocale». «Occorre cancellare le vergogne come i campi
senza acqua, luce, pieni di rifiuti come era questo un anno e mezzo fa - ha
proseguito il sindaco - Fornire loro un documento, il Dast, che riconosce
identità e diritti. Lavorare con queste famiglie per trovare spazi di lavoro.
Entro quest'anno non devono esistere più campi abusivi e tollerati. Tutti poi
dovranno essere integrati e avere una casa».
Dall'altra parte Eugenio Viceconte, che da tempo affronta e sostiene l'argomento
"Rom" attraverso un blog internet (http://noblogo.livejournal.com/),
afferma che "Sarebbe giusto che chi c'ha vissuto in questi anni trovasse una
condizione di vita diversa dall'eterna condanna al "campo nomadi", una casa vera
e non un container. Fuori da un recinto presidiato da telecamere ... fuori dal
pregiudizio. Ma questo non è permesso. Non qui a Roma."
Dal canto nostro, autori del documentario ME SEM ROM, che ci siamo occupati,
dall'Aprile 2009, di raccogliere quante più informazioni possibili riguardo le
procedure effettuate ad esempio durante gli svariati censimenti e/o durante il
primo sgombero del Campo Rom di Via di Centocelle (i Rom del Campo hanno vagato
di certo una notte intera per trovare un riparo), ci impegneremo a documentare
quanto accadrà, cercando di fare emergere la verità obiettivamente. Le speranze
sono ovviamente che i Rom del Casilino 900, possano godere realmente delle
promesse fatte dall'Amministrazione, evitando così di sopportare ulteriori
delusioni da parte del potere politico.
Per chi fosse interessato all'argomento, il 6 Febbraio 2010, alle ore 21.00,
nella Sala Blu di Palazzo Gazzoli di Terni, in via del Teatro Romano, si potrà
assistere, in anteprima, alla proiezione di un estratto di 20 minuti del
documentario ME SEM ROM. Una proiezione che mette in luce, nel momento più
caldo, anche la voce del popolo Rom.
Verità nascoste
"Il mio vicino è uscito a fare la spesa e quando è tornato non ha trovato più la
sua baracca!" Mi dice una Rom del Casilino 900 "Ha trascorso la notte dentro
quella tenda, senza una coperta, senza più niente!"
Seguo il suo indice. Ad un passo da ma c'è una tenda verde sul viale fangoso che
nasconde un uomo anziano. Cerca di riposare infreddolito dalle basse temperature
di Gennaio.
Sono le 8.30 del mattino. Sul piazzale principale del campo c'è un viavai di
Polizia, Guardie Municipali e volontari della Croce Rossa Italiana. Qui tutto
sembra rispecchiare ciò che in questi giorni abbiamo visto in tv o letto sui
giornali. Uno sgombero pacifico e consenziente.
Al contrario, se ci si addentra nel campo la situazione degenera.
I bambini saltano da una maceria all'altra. Gli uomini fanno a pezzi ciò che
resta delle baracche. Le donne raccolgono i loro vestiti in dei sacchi. "Non
sono pronta!" Mi racconta una signora che dal 2000 vive al Casilino 900 "Mi
hanno avvertita due giorni fa, ho quattro figli, come faccio da sola a sistemare
tutto nelle valige in così poco tempo?".
La Croce Rossa in questo caso, potrebbe dare una mano a coloro che devono
spostarsi, ma sono fermi al piazzale principale in attesa che i pullman si
riempiano di gente. Uno di loro mi dice: "Mi chiedo cosa siamo venuti a fare!"
La signora che raccoglie i suoi averi mi fa entrare in casa "Guarda, ho dei
mobili, questi non li posso portare in un container di pochi metri, devo
lasciarli qui e farli distruggere dalle ruspe" "In un container in sei come ci
stiamo? Ci hanno promesso una sistemazione migliore!"
Proseguendo incontro uno dei portavoce del Campo, è consenziente allo
spostamento, ma infelice delle procedure poco chiare con le quali le autorità si
stanno muovendo. "Ci vado felice in un campo attrezzato. Pago volentieri
l'affitto del container che mi assegneranno. Il problema è che devono
permettermi di lavorare. Io farei qualsiasi tipo di lavoro per pagare l'affitto
a fine mese. Come ogni comune mortale. Ma a me, ad un Rom, il lavoro non lo dà
nessuno. E' il Comune che deve impegnarsi a trovarcelo a questo punto,
altrimenti come mantengo il container che mi assegnano?"
Il rappresentante mi dice inoltre che nei campi attrezzati è possibile vedere
ogni giorno pullman comunali carichi di donne, che poi però vengono scaricate in
centro. "Che cosa vuoi che facciano? Chiedono l'elemosina, è la sola cosa che è
permessa loro. Che fai le porti a lavorare? Dove? In mezzo alla strada?" "Mia
moglie non ha mai chiesto un centesimo ad un passante, ora che facciamo, ce ne
andiamo in un campo attrezzato e dignitoso per poi andare ad elemosinare per
strada?"
Se davvero si sta parlando dell'eliminazione dei campi abusivi, per inserire i
Rom in un contesto più umano, perché sta accadendo tutto questo?
La parola "integrazione" acclamata dall'Amministrazione rispetto agli sgomberi
che si stanno attuando, che significato ha?