Ne avevo accennato il 26 settembre,
e ripeto paro paro il giudizio di allora:
Sono letteralmente sconvolto (non è una parola che uso spesso) e non riesco a scrivere altre cose che abbiano un senso. In Yugoslavia 15 anni fa e in Germania negli anni '30, questo fu l'inizio.
Qualcuno che mantenesse più lucidità di me, speravo prima o poi di
trovarlo, per fortuna c'è SUCAR
DROM, che ricopio spudoratamente:
Pubblichiamo il testo integrale dell'ultimo numero del Romano Lil (circolare interna dell'Ente Morale Opera Nomadi Nazionale) sulla situazione creatasi a Villanova Marchesana (Polesine del Nord-Est). Nella scuola elementare locale i bambini appartenenti alla società maggioritaria (in senso numerico) sono stati ritirati dai propri genitori e reiscritti in altre scuole, creando di fatto una scuola elementare di soli bambini rom (non sappiamo a quali minoranze appartengano i Rom che risiedono a Villanova, nel testo che segue è specificata solo l'area europea di provenienza, la ex Yugoslavia). Questa situazione, che nei giorni scorsi ha avuto spazio sulle cronache nazionali, ha di fatto portato l'Opera Nomadi locale a chiedere l'intervento delle Istituzioni e degli Enti Locali per non creare una scuola speciale. Infatti, è ancora vivo il ricordo delle scuole Lacio Drom (convenzione del 1969 tra Opera Nomadi e MIUR), riservate ai bambini sinti e rom.
Scrivete a romanolil@libero.it per ricevere la circolare direttamente al vostro indirizzo di posta elettronica.
CRONACA
Lunedì 19 settembre con l’inizio delle lezioni, a Villanova Marchesana, un paesino di 1200 persone a 20 km. da Rovigo, è stata aperta la prima “scuola speciale” per Rom d’Italia.
I Rom, un centinaio di persone, sono residenti nel paese dall’estate del 2002 e sono formati soprattutto da due gruppi provenienti dall’ex Jugoslavia. Vivono in case di proprietà, acquistate anche col mutuo, e gli adulti lavorano in fabbrica o in cooperative. Ora, dopo due anni di scuola interculturale i genitori italiani hanno deciso, col pretesto che gli alunni stranieri impedirebbero una regolare attività didattica, di iscrivere i loro figli nelle scuole dei paesi vicini (soprattutto a Crespino). E così, col trasferimento di dodici alunni italiani e di un cinese, la scuola di Villanova diventa “speciale” con 18 Rom divisi in due pluriclassi.
CONFERENZA STAMPA
A seguito della vicenda rimbalzata sui media a livello nazionale Rovigo Opera Nomadi indice una conferenza-stampa, sabato 17 settembre. “Dopo tutto il clamore di questi giorni i Rom, intimoriti, hanno deciso di fare silenzio: parla tu che sei Italiano mi ha detto uno di loro” spiega il presidente di sezione Roberto Costa. “Le classi speciali, per handicappati e zingari (Lacio drom) sono state abolite nel 1980, ora vengono riproposte a Villanova ed il caso diventa nazionale ma la creazione di una “scuola speciale” per Rom era già stata segnalata, e pubblicata sui giornali locali, dalla nostra associazione il 30 giugno scorso quando abbiamo informato sul protocollo d’intesa fra MIUR e Opera Nomadi per prevenire la dispersione scolastica dei Rom/Sinti. In quell’occasione si era anche notificato che nella prima media del vicino comune di Crespino su 20 alunni sono stati bocciati sette ragazzi, tutti Rom e Sinti”.
FRANCESCO VERZA “Alcuni giorni fa ci siamo recati dalla dirigente del CSA (ex provveditorato) di Rovigo” prosegue Francesco Verza, referente scuola di Rovigo Opera Nomadi, “per illustrare il “protocollo” che privilegia proprio l’Opera Nomadi ed i mediatori culturali di lingua Rom per favorire l’inserimento scolastico dei Rom/Sinti e proporre un gruppo di studio con gli insegnanti su queste tematiche. Con il IV circolo di Rovigo stiamo programmando un convegno proprio sulla scolarizzazione dei Rom/Sinti in Polesine. Due anni fa abbiamo organizzato un ciclo di lezioni sulla cultura Rom per insegnanti dell’istituto comprensivo di Polesella di cui fanno parte Villanova e Crespino. Alcuni mesi fa siamo stati ricevuti anche dalla commissione Servizi Sociali della Provincia a segnalare anche questi casi ed a proporre un “tavolo provinciale per i Rom/Sinti” che metta assieme Provincia, Comuni, Prefettura, Asl, CSA. Ma continuiamo ad essere ignorati dall’assessore ai Servizi Sociali, Tiziana Virgili, che ha attivato un “focus point” a Villanova con la Don Calabria di Verona. Col risultato che un’operatrice italiana si reca in un paesino polesano a 60 km. di distanza a fare mediazione con le famiglie escludendo Severdjan Dobreva, unico mediatore culturale di lingua Rom con patentino europeo su tutto il territorio veneto, che abita proprio a Villanova ed è anche vice-presidente di Rovigo Opera Nomadi. Ed i risultati si vedono”.
RENATA PAOLUCCI “La scuola si deve attivare con progetti ad hoc ed operatori che facciano mediazione anche con le famiglie” spiega Renata Paolucci, referente nazionale scuola dell’Opera Nomadi. “Con mediatori culturali Rom/Sinti che siano riconosciuti dalle famiglie. Ma l’integrazione scolastica deve essere supportata da progetti di integrazione sociale. Dove questo avviene l’altissima dispersione scolastica dei Rom/Sinti (12 laureati sui 150.000 presenze in Italia) viene completamente ridotta. Ma l’integrazione va fatta coi bambini italiani, e si chiama intercultura, sennò si fa della monocultura e dell’”apartheid”. Se non si risolvono questi problemi, cosa succederà a gennaio 2007 quando, con l’allargamento dell’Unione Europea, l’Italia sarà meta di un’immigrazione in massa di Rom rumeni che oggi vivono in condizioni di assoluta povertà? Prevediamo l’arrivo in Polesine di oltre un migliaio di persone”.
LA SITUAZIONE E’ POLITICA
“La situazione è politica” riprende la parola Roberto Costa. “C’è tensione e discriminazione sociale verso i Rom/Sinti di tutta Italia, “trattamento differenziale” lo chiama l’antropologo Leonardo Piasere, e servono degli ammortizzatori sociali per favorire l’integrazione di questo popolo. A Villanova, la notte del primo agosto 2004, furono lanciate tre bottiglie incendiarie contro l’abitazione di due famiglie di Rom. In quell’occasione istituzioni, associazioni solidaristiche e paesani rimasero in silenzio ed anche la notizia fu riportata sui giornali dopo una settimana solo dopo la conferenza stampa organizzata dalla nostra associazione. Il 25 settembre 2004 il sindaco Pizzi, di Alleanza Nazionale, organizzò una giornata di informazione sull’integrazione coi consiglieri comunali invitando diversi esperti tra cui un docente di intercultura di Padova (Edgar Serrano). In quell’occasione il sindaco fu lesto e veloce ad uscire dal municipio di Villanova ad esortare il presidente di Rovigo Opera Nomadi (mediatore culturale da decenni), la referente scuola per il Polesine ed il mediatore culturale Rom Severdjan Dobreva ad allontanarsi perché non invitati. La discriminazione verso i Rom diventa esclusione politica verso l’Opera Nomadi che li difende perché questi ed altri casi sono stati segnalati, da anni, alla Prefettura (che continua ad escludere l’Opera Nomadi dal “consiglio per l’immigrazione”), alla Provincia, al tutore dei minori della regione Veneto…”
CHIUDERE QUELLA SCUOLA SPECIALE
L’invito-esortazione che nasce dalla conferenza-stampa dell’Opera Nomadi è di chiudere subito quella “scuola differenziale” perché produce ghettizzazione sociale. Il comune, coi soldi che risparmia di riscaldamento e gestione, può attivare un pulmino che porti gli alunni a Crespino dove si possono fare classi miste, interculturali, di alunni stranieri e italiani. E lì avviare progetti di educazione alle differenze ed alla pace. Ma nello stesso tempo occorre attivare percorsi di integrazione sociale con gli adulti, italiani e stranieri di tutto il territorio, anche con la squadra di calcio Rom che finora ha giocato poche partite e solo fuori-casa, a Rovigo e Gavello. Promuovere l’educazione alla intercultura, alle differenze, alla giustizia ed alla gestione creativa dei conflitti per uscire dalla logica della società dei consumi che “consuma” solo la sensibilità, la coscienza, e l’umanità.”
SCHEDA: I ROM/SINTI DEL POLESINE
“Siamo in attesa di conoscere i dati del monitoraggio sui Rom/Sinti polesani affidato dall’Amministrazione Provinciale all’Opera don Calabria di Verona, che non si è mai vista nel nostro territorio e che è partito il 17 gennaio 2005” afferma Roberto Costa. “Noi di Rovigo Opera Nomadi registriamo circa 300 presenze con 120 ragazzi che frequentano la scuola su una popolazione di 250.000 abitanti, compresi 8.000 immigrati regolari. I nostri dati tengono conto di famiglie, e di nuclei che vi ruotano attorno, che conosciamo ed assistiamo da anni ma anche di irregolari che non trovano riscontro nei dati ufficiali. I Rom/Sinti sono stanziati soprattutto nell’alto Polesine, verso Badia e Verona, e nel basso, verso Adria ed il mare, dove le vecchie case costano meno. Da segnalare diversi nuclei di Ahmetovic che hanno ricevuto un contributo per allontanarsi dal comune di Rimini, alcuni anni fa. Alcune famiglie di Sinti provengono dai “campi nomadi” di città più grandi ed investono i pochi soldi messi da parte per trovare una sistemazione definitiva in zone più abitabili. Comunque la maggioranza è formata da Rom slavi con una grossa concentrazione a Villanova Marchesana. I Berisha sono sbarcati a Lecce nell’agosto 2000 e sono arrivati a Rovigo alcuni mesi dopo trovando ospitalità presso il Centro Sociale Samir. “Ci hanno cacciato dalle nostre case perché vogliono solo Albanesi in Kosovo” dichiarò all’epoca Taf Berisha spiegando la motivazione della richiesta di asilo politico in Italia. Dopo varie sistemazioni sono arrivati a Villanova Marchesana nel 2003. I Dobreva sono scappati da Pristina, sempre Kosovo, a varie ondate a partire dal 1992 e si sono ricongiunti a Napoli. Da lì si sono trasferiti in Polesine nell’estate del 2002.