Da: Pellumb Furtuna (GIMI)
- Rromani Baxt – Tirana
29 Settembre. 2005
Si è tenuto mercoledì di settimana scorsa a Tirana, un incontro tra il
Consiglio d'Europa, il Governo albanese e le OnG dei Rom, per valutare gli
sviluppi della Convenzione Quadro Europea sulla Protezione delle Minoranze e il
corrispettivo piano nazionale, dopo due anni di attività.
Il governo, a dispetto della cronica mancanza di fondi, ha reclamato una
serie di risultati positivi, come la ricostruzione di dozzine di scuole in aree
abitate da Rom. La maggior parte però si trovano effettivamente lontane dagli
insediamenti e meno dell'1% della popolazione scolastica è Rom. Così il
paradosso è che le scuole, pubbliche o private, con l'offerta didattica più
ricca sono di fatto riservate agli studenti non-Rom e non prevedono nei
programmi alcuna attenzione alla lingua e all'identità delle minoranze, mentre
i Rom continuano a frequentare scuole più povere e meno attrezzate. La
richiesta di provvedere anche a finanziare un servizio di minibus per le
famiglie che abitano lontano da scuola, è stata rigettata dai rappresentanti
del governo, in quanto da discutere a livello locale, e non in un simile
incontro. Giunto il mio turno di intervenire, ho iniziato il discorso in
romanès (che ho ricordato essere riconosciuta lingua ufficiale della Comunità
Europea, inoltre c'era un servizio di traduzione simultanea), ma ho dovuto lo
stesso continuare in albanese, per le rimostranze di quanti non volevano
mettersi le cuffie.
Un rappresentante di un OnG non Rom, ha iniziato a illustrare le difficoltà
che la sua associazione incontra nel servizio di scolarizzazione che rivolgono
ai profughi dal Kossovo e dal Montenegro. I soldi per la scolarizzazione di base
sono previsti nel capitolo di spesa europeo, ma non vengono erogati. In compenso
il Ministero con quei fondi ha finanziato corsi di inglese e informatica per
bambini Rom di Scutari, raccogliendo pochissime adesioni dato che l'urgenza
è data dall'imparare a leggere e scrivere. Anche questo rappresentante è stato
interrotto, rimproverandogli che le sue erano critiche personali.
Il seguito della discussione ha evidenziato come le stesse OnG dei Rom vedano
a seconda dei casi, la cooperazione con le autorità in maniera positiva o
negativa, ma limitatamente all'ambito locale, non riuscendo a coordinarsi per
richieste a livello nazionale.
A tale proposito, un rappresentante del gruppo etnico degli Egizi, ha
sottolineato come per la sua minoranza non esista alcuna strategia specifica,
per quanto il loro sia un gruppo ben distinto dai Rom come cultura, lingua e
tradizioni.
I governo ha infine riconosciuto in parte la propria mancanza di iniziative,
lamentando però di non avere il dovuto riscontro da parte delle organizzazioni
o di quanti, tra gli stessi Rom, svolgano compito simili a quelli dei mediatori
sociali.
Da parte delle organizzazioni è stato risposto che l'abbandono dello stato,
nei fatti, ha tratti simili, sia che si affrontino le tematiche scolastiche, che
quelle del lavoro o della casa. Più che di investimenti, la realtà indica un
drastico taglio delle risorse. E a proposito della presunta "mancanza di
volontà nel collaborare", ho dovuto ricordare come le stesse critiche
fatte durante questo convegno, sono presenti in diverse richieste di incontri
col governo, che da anni chiediamo. Ma che queste domande sono sempre rimaste
lettera morta.
[...]
Pellumb Furtuna
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ALBANIA
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