Segnalazione di Marco Brazzoduro
Di “Rivoluzione Copernicana” aveva parlato lo scorso agosto il Sindaco
Alemanno, preannunciando un nuovo approccio della Giunta Capitolina alla
questione nomadi. Un approccio “all’insegna della stretta identità tra legalità
e solidarietà, tra sicurezza ed integrazione” furono le parole del Primo
Cittadino. In attesa dell’imminente chiusura di oltre 80 campi abusivi e di
altri 9 definiti “tollerati”, la condizione del campo autorizzato della
Cesarina è, questo sì, intollerabile. Nonostante il Comune paghi profumatamente
l’affitto del fazzoletto di terra, oltre ad una quota per ogni abitante,
l’erogazione di servizi e utenze basilari per delle roulotte che ospitano
famiglie sono demandate alla discrezionalità del proprietario del campo.
L’impianto elettrico consente il funzionamento delle sole lampadine: basta un
asciugacapelli per far saltare il contatore. Nella malaugurata ipotesi in cui
ciò avvenga, il proprietario del campo priva gli abitanti della luce per ben tre
giorni, a scopo punitivo. Facilmente comprensibili le difficoltà a gestire una
quotidianità che prevede l’accudimento di neonati disponendo di acqua calda
(anche per le docce) per sole 3 ore al giorno, in assenza di elettrodomestici e
frigoriferi, usufruendo di bagni predisposti in un unico spazio aperto,
riscaldando le fatiscenti roulotte con precarie stufe a gas (con il rischio di
sovraccarico e di conseguante stacco della luce per i successivi 3 giorni). Il
tutto, si ribadisce, dietro lauto compenso. Riteniamo doveroso informare che
ogni nucleo familiare (sono meno di 50 quelli oggi ospitati nel campo della
Cesarina) paga una sorta di pizzo al proprietario pari a 50 euro mensili,
ovviamente senza ricevuta, senza specificare a che titolo vengano pretesi questi
soldi. Per le utenze?! Gli abitanti del campo non possono ricevere visite di
familiari ed amici senza l’autorizzazione del proprietario. In assenza di un
regolamento scritto, l’ingresso di visitatori esterni è concesso a sua
discrezione e solo in rarissimi casi. Fino a poco tempo fa due pulmini
accompagnavano i bambini del campo a scuola (sono quasi tutti scolarizzati).
Attualmente il servizio è stato ridotto ad un solo pulmino, che sembra destinato
a scomparire con il prossimo anno scolastico, in barba alla tanto citata
aggregazione.
In fiduciosa attesa della promessa “Rivoluzione Copernicana”,
SI CHIEDE
AL SINDACO DI ROMA
Di consentire agli abitanti del campo nomadi della Cesarina di mantenere intatta
la precaria rete sociale tessuta con la città circostante. Tra mille difficoltà,
adulti in cerca di lavoro e bambini in una scuola che insegna un mondo nuovo
sfidano ogni giorno l’ignoranza ed il pregiudizio, conquistando una dignità che
qualcuno si arroga il diritto di negare. Spostare il campo Nomadi della Cesarina
significa vanificare questi sforzi, creando solo disagi e sofferenza.
di farsi carico responsabilmente delle condizioni di vita di coloro che ospitano
un campo riconosciuto dal Piano Nomadi. Che alla fermezza della Giunta, che con
la sua scure taglia gli insediamenti “non tollerati”, corrisponda la giustezza
di alloggi dignitosi e atti ad ospitare donne, bambini ed anziani.
firma la petizione