Ricevo da Roberto Malini
Roma, 27 agosto 2009. Un giovane Rom, padre di famiglia, ha compiuto un gesto
disperato tentando di gettarsi sotto un'auto, a Roma. Con prontezza è riuscito a
trattenerlo, afferrandolo d'istinto per la maglietta, il fratello di lui. Dal 27
luglio scorso, il giovane e i suoi congiunti sono senzatetto e senza mezzi di
sopravvivenza. Quel giorno, infatti, il campo di via Dameta e via Neida, in zona
Rustica,
è stato sgomberato e le abitazioni, in cui 140 Rom vivevano da oltre 20
anni, sono state distrutte dalle ruspe. "Serviva lo spazio per realizzare le
strade complanari alla A24 e inoltre l'insediamento era abusivo e di certo non
possiamo tollerare l'illegalità," hanno spiegato le autorità. "Ci avevano
avvisati, ma non credevamo che l'avrebbero fatto," commenta una delle vittime
dell'evacuazione. "Sono venuti circa 200 agenti per mandarci via, come se
fossimo una banda di delinquenti. Non ci danno alcuna alternativa, se non una
breve permanenza al dormitorio della ex Fiera. Eppure, quel terreno lo avevamo
pagato profumatamente ad alcuni italiani, che però, secondo quanto dice il
Comune, non erano proprietari del lotto. Ma se è così, perché ce lo dicono solo
ora? Possibile che non abbiamo maturato diritti, in tutti questi anni di
sofferenze ed emarginazione, magari dietro pagamento di un affitto? Alcuni di
noi andranno al campo di Salone, che è un ghetto. Perderemo tutti i contatti che
ci consentivano di svolgere piccoli lavori. Che speranze abbiamo di
sopravvivere, se vogliamo restare onesti?"
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