Da
Nordic_Roma, per quanto possa sembrare strano leggendo le prime righe, non
si parla dell'Italia
"La disoccupazione è alta, le infrastrutture carenti, la disponibilità di
energia antiquata ed insufficiente, deficiente la sanità ed inefficienti i
tribunali."
Il 15-20% dell'economia consiste di "crimine organizzato". Strutture interne
all'establishment politico "usano la loro posizione per ottenere vantaggi
pubblici". Il paese è "una base per il contrabbando internazionale (Narcotici,
armi, tabacco, traffici)".
Per i gruppi rom la situazione è "tuttora problematica". Sono esposti a
"discriminazione sistematica" e "disordini etnici" possono verificarsi ancora. E
allora "ci sarà bisogno di assistenza internazionale (KFOR)".
Questi fatti allarmanti possono essere trovati in un nuovo rapporto nazionale
del Tavolo Migrazione Svedese, rilasciato poco prima dell'estate.
Nel febbraio 2008 il Kosovo ha dichiarato l'indipendenza dalla Serbia. Molti
dei paesi UE hanno riconosciuto l'indipendenza, ma non tutti, e sicuramente non
la Serbia. L'indipendenza porterà qualche miglioramento alla minoranza rom in
Kosovo? Loro temono di no. Nonostante le loro richieste, non sono mai stati
coinvolti nelle negoziazioni di Ahtisaari che hanno portato a quella decisione.
200.000 persone dal Kosovo, la maggioranza di loro Rom, vivono ancora in
esilio, nei confinanti paesi dei Balcani e in Occidente. Hanno terrore di
ritornare in Kosovo, da cui furono cacciati dieci anni fa in un crudele esempio
di pulizia etnica. La maggioranza albanese accusa i Rom di collaborazionismo con
i Serbi durante la guerra.
Quali conclusioni trae il Tavolo Migrazione dal suo stesso rapporto? La
Svezia vanta alti standard di diritti umani, un eccellente sistema democratico,
ed una generosa politica di asilo. Così i Rom del Kosovo troveranno finalmente
protezione in Svezia?
La risposta è no. Al contrario il Tavolo ha iniziato segretamente una serie
di deportazioni di massa dei Rom in Kosovo, nonostante gli ammonimenti dell'UNHCR,
di Thomas Hammarberg - commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, e
le raccomandazioni di numerose OnG.
Fino al 2009, 29 kosovari sono stati rispediti a forza dalla Svezia al
Kosovo, secondo il Tavolo Migrazione Svedese. Ma dato che agli incaricati del
Tavolo non è permesso registrane l'etnia, non sanno dire se fossero Rom.
Ma io lo so. Attraverso i miei contatti, so che i 29 deportati corrispondono
esattamente alla lista di nomi rom in mio possesso. Ad agosto, altri 14 Rom
saranno deportati mentre in 20 stanno ancora attendendo dopo aver fatto appello
contro l'ordine di deportazione. So i loro nomi. I miei informatori mi hanno
detto che molti altri nella stessa situazione non vogliono sia rivelato il loro
nome.
Tra quanti saranno deportati c'è una famiglia che ha vissuto in Svezia per
due anni. L'uomo era presidente di un'organizzazione rom ed era perennemente
minacciato in Kosovo. In un'occasione, gli assalitori albanesi ferirono suo
figlio di tre anni, che perse la vista da un occhio. La famiglia ha anche una
figlia, nata durante l'esilio in Svezia.
Il Tavolo Migrazione Svedese si aspetta che la famiglia firmi un documento in
cui afferma di voler tornare in Kosovo di propria volontà. Ora la famiglia si
appella al popolo svedese per un aiuto.
In un intervista al giornale tedesco Frankfurter Rundschau, Thomas Hammarberg,
commissario per i Diritti Umani, ha detto che è totalmente sbagliato deportare i
Rom in Kosovo. Hammarberg ritiene che i governi europei stiano tenendo un
approccio puramente tecnico, firmando un accordo col Kosovo. Il Kosovo ora è
indipendente, ma questo non significa automaticamente che abbia la capacità di
riammettere i Rom di ritorno.
La Germania, il paese che dai tempi del nazismo ha il debito più grande con i
Rom, ora, proprio come la Svezia, li sta rimandando nei loro tormenti in Kosovo.
L'Europa tiene gli occhi chiusi sul suo debito plurisecolare versoi Rom.
In Germania, almeno, c'è una forte e vivida opinione contro le deportazioni
forzate.
Ma nessuno sembra ascoltare il commissario svedese del Consiglio d'Europa. E
la presidenza svedese dell'Unione Europea mantiene il silenzio. La persecuzione
dei Rom nella UE - Italia, Ungheria, Repubblica Ceca - non è nell'agenda del
Primo Ministro Fredrik Reinfeldt.
Mi vergogno del mio paese!
Irka Cederberg
Journalist
Davidshallsgatan 25 A S-21145 Malmö Sweden
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