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France24.com Cinema: Teddy Lussi-Modeste, un "voyageur" nella
Repubblica
Par Mié KOHIYAMA
Immagini © 2007 AFP Jean-Philippe Ksiazek
GRENOBLE, "Mi sento come un passatore tra due mondi": bambino, Teddy
Lussi-Modeste si è allontanato dei suoi per dedicarsi agli studi. A 31 anni,
questo cineasta di Grenoble testimonia la sua ricerca identitaria tra il mondo
della gens du voyage, da cui proviene, e la società francese.
"Mi sembra che ci sia uno iato tra il fatto di essere un voyageur"
il nome che si danno la gens du voyage in Francia, "ed il fatto di
sentirsi francese", osserva il realizzatore, che gira quest'estate a Grenoble il
suo primo lungometraggio.
"E' molto più difficile sopportare il rifiuto di cui può essere vittima"
questa comunità "perché si sentono francesi", sottolinea. Il suo film "Jimmy
Rivière", nel quale recitano Béatrice Dalle ed Hafsia Herzi ("la Graine et le
Mulet"), racconta la storia di un giovane nomade (Guillaume Gouix), che
abbandona la boxe e la sua piccola amica per convertirsi all'evangelismo.
Da qualche anno, questo movimento religioso incontra infatti un grande
successo nella gens du voyage, valutata a 450.000 in Francia, di cui più
della metà si è convertita. "C'è una parte di me in questo personaggio, che è in
una ricerca spirituale", spiega il cineasta all'AFP.
Uscito da una famiglia di "voyageur" di Grenoble, Lussi-Modeste sono
passato la sua infanzia sballottato tra carovane, case mobili o case, a fianco
dei suoi genitori, che migravano in base ai lavori stagionali. Suo nonno paterno
ed un prete l'incoraggiano a studiare e Teddy Lussi-Modeste diventa appassionato
di letteratura: "era come una specie di divieto. Andavo verso i libri che erano
la rappresentazione molto concreta della cultura francese gadjé",
scritta, in opposizione a quella della gens du voyage.
Il cineasta è segnato dai romanzi di Jean Genet, nei quali l'autore esplora
il tema del tradimento. "Mi sentivo un po' traditore rispetto alla mia Comunità
perché avevo desideri che non erano quelli dei miei genitori. Mio padre avrebbe
certamente preferito che fossi un boxeur come lui e che girassi i mercati",
racconta.
Per i suoi studi, il giovane frequenta la Fémis, la celebre scuola di cinema
parigina, e diventa professore di lettere in istituti universitari e collegi,
prima di dedicarsi interamente al cinema. Si concepisce come un "passatore" di
storie che trasmettono "informazioni da un campo all'altro" e situa il suo posto
"all'interno delle due comunità", sentendosi "culturalmente attraversato da un
meticciato".
Per il suo film, Teddy Lussi-Modeste ha fatto appello ad attori non
professionisti, gens du voyage di cui ha avuto "voglia di filmare i
corpi, i visi, il loro modo di muoversi". Ha accordato una cura particolare allo
scenario per riprodurre l'accento, le tenere derisioni o i pudori del linguaggio della gens
du voyage, come il ricorso frequente all'antifrase "le vilain garçon"
(il ragazzo sgradevole ndr) per dire che è bello.
Teddy Lussi-Modeste spera che "Jimmy Rivière", che uscirà nel 2010, trasmetta un
messaggio di tolleranza, essendo la differenza di cultura secondo lui allo
stesso tempo "una dannazione ed una possibilità morale".
AFP