Da
Romanian_Roma (Non mi importa se le loro richieste possano apparire
strampalate, finalmente dei Rom che non si nascondono!)
di Mihaela Dumitrascu
Divers.ro
22/06/09 - Uomini con cappelli e baffi e donne con gonne colorate. Non più
giovani, ma determinati. Chiedono i loro diritti e non mendicano una grazia.
Questo è come questa settimana si è manifestata davanti al Governo la protesta
dei Rom tradizionali.
Martedì 16 giugno, circa 200 Rom tradizionali sono scesi in strada,
protestando contro le politiche sulle minoranze del governo rumeno. In un
promemoria indirizzato al Primo Ministro Emil Boc, i Rom hanno chiesto il
rispetto dei diritti del gruppo etnico, e nel contempo hanno chiesto la
restituzione dei beni confiscati alle famiglie deportate in Transnistria (vedi
QUI ndr).
"A partire dal 2001, i Rom sono stati oggetto di diverse politiche pubbliche:
le strategie del Governo, il Programma Nazionale contro l'Impoverimento e per
l'Inclusione Sociali ed il Promemoria Comune per l'Inclusione Sociale," dice il
documento rilasciato dal Comitato Europeo dei Rom Krisinitor (giudici ndr),
iniziatori della protesta.
Le mete di queste politiche sono il miglioramento della situazione dei Rom,
la riduzione dell'impoverimento e dell'esclusione sociale, la promozione
continua della società coesiva ed inclusiva, tutte collegate al Piano Nazionale
di Sviluppo 2007 - 2013.
Ma "dopo 17 anni di strategie, politiche di inclusione per i Rom, programmi
di azione e progetti per migliorare la loro situazione, la minoranza rom
continua ad affondare nel circolo vizioso dell'esclusione sociale," hanno
dichiarato i sottoscrittori del Promemoria.
Così è successo che il 16 giugno, quando vengono ricordati i 67 anni
dell'Olocausto Rom in Romania, circa 200 rappresentanti delle comunità
tradizionali di questa minoranza etnica, si sono riuniti per protestare di
fronte al Museo Grigore Antipa di Bucarest.
Le richieste dei Rom: strade, elettricità, lavoro...
Spiega Istrate Bratianu, un anziano Rom di Matasari: "Ha detto che andranno
dal sindaco, installeranno l'elettricità, ci daranno assistenza per la
disoccupazione, ci ritorneranno l'oro che non è stato pagato."
"Il nostro oro che è rimasto là, perché non ce lo ridanno? Era dei
nostri antenati che hanno sofferto..." geme una donna vicino lui.
I Rom dicono di non avere bisogno di lavoro, ma vogliono che le loro
richieste vengano prese in considerazione. "Non abbiamo bisogno di lavoro,
abbiamo da lavorare. Lavoriamo il rame, facciamo pentole, ma abbiamo bisogno di
aiuti per la disoccupazione. Per cinque anni non l'abbiamo ricevuta. E
poi nel nostro villaggio non c'è una strada," spiega Istrate Bratianu.
Il promemoria ha proposto al governo rumeno una lista di azioni
urgenti per indirizzare i problemi delle comunità tradizionali e semi-nomadi,
specificando che i problemi di queste comunità non sono affrontati da nessun
programma di inclusione sociale. Le richieste sono:
- La creazione di una Commissione Nazionale per i Rom, che dovrebbe
adottare un Rapporto annuale di Monitoraggio sull'Inclusione delle Comunità
Tradizionali e Semi-Nomadi nelle azioni delle politiche pubbliche per i
prossimi anni.
- Trovare soluzioni per la migrazione dei Rom in Europa, installando
alcuni Centri di Documentazione nei paesi dove sono emigrati dalla Romania
un significativo numero di Rom, e pure alcuni Osservatori Regionali di
Controllo sulla Migrazione.
- Promulgare lo status ed il ruolo dell'istituzione del Krisinator
(giudice nella "Legge Zingara"/Rromanipen), adottando l'Ordinanza di Legge
n. 192/16.05.2006 sulla mediazione e la professione del mediatore.
- Favorire il viaggiare stagionale dei Rom nomadi per le attività di
artigianato, così pure il funzionamento flessibile delle fiere e la
creazione di un circuito di "commercio equo" ad hoc.
- Adattare il sistema d'istruzione rumeno ai metodi specifici per le
comunità bilingue, secondo gli standard internazionali.
- Iniziare un programma nazionale che consideri la situazione dei Rom
senza casa, che comprenda la registrazione catastale delle case nei campi
rom e la creazione di una rete di camping temporanei
- Organizzare presidi medici mobili nelle comunità tradizionali e
semi-nomadi.