Da
Roma_Francais (dove si prova ancora a discutere, anche se ancora i Rom non
sono coinvolti. Mi rimane il dubbio che alla fine siano le associazioni a
partecipare alla solita
mangiatoia)
par YOUENN MARTIN
VILLENEUVE D ASCQ L'installazione provvisoria dei Rom a lato della
Rue Verte e del cammino dei Vieux-Arbres non è senza conseguenza sull'ambiente
della zona. Una riunione pubblica è stata organizzata venerdì sera.
È come un gruppo di auto-aiuto. Sono un po' più di una decina su delle sedie
disposte in cerchio e ciascuno si presenta a turno svuotando il sacco. Ed al
finale, quest'abitante riassume bene il sentimento maggioritario: "Non
arrivo a prendere una posizione." Gli abitanti dei cammini del cammino dei
Vieux-Arbres o del Verger sono divisi tra la compassione che ispirano loro le 25
famiglie rom installate in condizioni precarie sotto la loro finestra e il
sentimento egoista non di volerle più sopportare più a lungo. L'ambiente che si
deteriora, l'aggressività che si realizzerebbe da una parte e dall'altra.
"Bambini gettano pietre sulle donne mentre mendicano" testimonia un abitante.
Certamente, c'è anche quest'uomo che non è "venuto là a parlare delle
condizioni di vita dei Rom". "Le autorità si occupano di loro ma non ci si
occupano più di noi. Ciò che mi interessa, è il costo dei Rom sulla città." Ciò
significa che le spiegazioni di Gérard Minet, responsabile dipartimentale della
Lega dei Diritti dell'Uomo, sull'erranza dei Rom "perseguiti da milizie dell'ex
Iugoslavia" quindi cacciati dalla Romania dopo la caduta di Ceausescu, è il meno
delle sloro preoccupazioni. Finirà per partire, esausto.
Gli altri restano, sempre più perplessi. “I Rom andranno sempre ad
installarsi nelle zone popolari perché sanno che là che troveranno solidarietà"
riassume Gérard Minet. Ma la solidarietà ha i suoi limiti. In circuito ritornano
le stesse domande: chi è responsabile? Cosa fanno il sindaco, la comunità
urbana, lo Stato, l'Europa?
Nessuna soluzione miracolosa
Malik Ifri eletto municipale e comunitario, finisce per intervenire ed espone
nei dettagli la soluzione immaginata a livello metropolitano: i villaggi
dell'inserimento (vedi
QUI ndr). L'idea: da 500 a 1.000 m ², si installano tre o quattro case
mobili per fare vivere, in modo "transitorio" alcune famiglie accompagnate dalle
associazioni. Se gli 85 comuni della Lilla metropolitana accolgono ciascuna un
villaggio di'inserimento, si regola in parte il problema. "Con le case mobili,
si vede un ovvio cambiamento" testimonia Patrick Vigneau, dell'associazione
Aréas.
Salvo che tutti i sindaci non hanno così fretta di vedere questi Rom. Halluin,
Faches-Thumesnil e Lilla hanno già sistemato un terreno. Roubaix, Tourcoing e
Villeneuve d'Ascq fanno atto di candidatura. Sempre gli stessi.
Per quanto riguarda il cammino dei Vieux-Arbres, oltre a tutte queste
considerazioni, pare che ci sia urgenza. Secondo Nadine Lefebvre, consulente di
zona all'iniziativa della riunione, i caravan sono installati appena sopra uno
spazio cavo. “Come evitare un dramma presto? Crollerà." Tocca rivolgersi al
prefetto. Nadine Lefebvre gli aveva inviato un invito per venerdì sera.