Segnalazione di Ivana K Roman
da: U.R.Y.D.
diaspora_rroms@yahoo.fr (5 giugno 2004) tradotto in
Arcobaleno a Foggia
ASCOLTA IL FIUME IBAR
Ogni singola poesia, ogni parola, ogni pensiero espresso in questo libro - il
primo di Neziri Nedžmedin - descrive la paura, la sofferenza e la nostalgia
della casa della sua famiglia, quella della Rromani mahàla [area tipica Rromani
nelle città balcaniche] nella "Kosovaqi Mitrovica" e per le case costruite
secoli fa lungo le rive del fiume Ibar. Sono poesie legate a un dramma umano ben
conosciuto. Una tragedia là accaduta, e come in ogni tragedia vissuta dai Rrom,
impiglia di sofferenza e paura le tettoie rotte, gli anziani, tutte le case che
hanno testimoniato la nascita e la crescita dei numerosi bambini, ma anche i
vicoli polverosi dove scuri e sporchi correvano i Rrom a piedi nudi, ridendo e
tenendo in mano una fetta di pane nero. La paura portata dei "dannati", che
hanno incendiato il Kossovo e espulso tutti i diversi, anche quelli che non
avrebbero fatto male a una mosca. Non è frutto della fantasia, è storia vera, di
una sofferenza che solo i Rrom e chi abitava vicino a loro può comprendere. Nel
nostro secolo. Dando il mio supporto a questo libro, mi aggiungo alla sua
preghiera. E' stato scritto nel momento giusto, nel modo giusto. Per piangere la
nostra tragedia. Sperando che non debba ripetersi ancora!
Alija Krasnići, scrittore Rromani
NON DIMENTICARE
1.
Proprio lungo l'Ibar
Scorreva la sua vita
La Rromani mahàla
Nella stretta via della Fabbrica
E qui erano germogliate le case
Come funghi dopo la pioggia
Offrivano un nido tiepido
Ognuno dipinto con caldi colori
A me, a te, a tutti
Lucidati vivamente
E con la forza della grazia
Assieme ai canti degli uccelli
Il sole
Coi suoi raggi d'argento
Fa brillare quei bambini scuri
E tutti i bambini echi della musica Rromanì
Che da da secoli
Presero l'anima e
Alleggerirono i cuori di quanti
Crebbero, invecchiarono e
Morirono lì.
2.
Arrivò infine il 1999
Anno scuro di miserie
Vide nascere le carovane
di Rrom colpiti dalla disgrazia
Guardate i piedi nudi dei bambini
Piangono e cercano
Chi amano
Dove ritroveranno una casa?
Dio mio, anche nel nido
L'uccello ha cessato di cantare
E gli strumenti han perso la loro voce
nei vicoli di Mitrovica
Non ci sono più giovani che sono per mano
Un acre odore di bruciato
Tutto è vuoto e cenere
Ogni casa, ogni incrocio
Nerofumo anche il cuore e l'anima
Persino la notte è piena di paura
Le case bruciarono a lungo
Dentro, solo cenere e carbone
3.
No, la tua foto non è più qui
Neanche la mia, o quella dei tuoi figli
Né i tuoi genitori
O la mia mentre camminavo per strada
nemmeno i miei amici del reggimento
Anche il cane ha smesso di abbaiare
Anche lui distrutto dalla mano del diavolo
Quindi, Rrom,
Apri i tuoi occhi:
Non potrai mai dimenticare
L'acqua fresca che ti scorreva accanto
O i fiori di Djurdjevdan
Neanche i fuochi
Con cui ci scaldavamo
E le tombe
E le nostre ombre
O la dolcezza del fiume Ibar
O Dio
Questo hanno fatto
Hanno separato il bambino da sua madre
E hanno gettato l'anziano nel fuoco
4.
Una madre indifesa è stata picchiata con odio
L'hai visto anche tu, mio Dio
Ci hanno gettato a terra come un vecchio straccio
E calpestato la nostra antica fratellanza
Bruciato tutto quel che ricordava
La tua presenza e la mia
Osservo da lontano
Non riconoscendo più
Brucia il mio cuore e piange
Come se fossimo divorati
Da ombre assetate di sangue umano
Ci hanno sottratto le ossa
E affamati fiutano i nostri passi
Non mi rimane una goccia di sangue Rom
Sole,
Perché i tuoi raggi
Non mi scaldano più
Cosa importa se l'oscurità è diventata la nostra casa
Cosa importa se il nostro cuore è avvolto nel dolore
Ritorna ancora l'andare dei Rrom
5.
Che la maledizione arrivi
Sul gradino della tua casa
e rafforzi i Rom
Che riprendono la strada del vento
O Vento, da quando mi sono fermato vicino all'Ibar
Il fiume che tu preferivi e carezzavi
Ho visto così tante immagini colme di dolore
In 500 anni
I miei antenati non ricordano
Qualcosa di simile
Voi, Dio, Sole e tu Vento
Terra dei miei nonni
Confidenti delle nostre estati
Persino le tombe
Non sono state risparmiate
La paura dei Rrom non può rimanere silenziosa
Se nessuno sa riconoscerla
Una fredda oscurità ha davanti agl occhi
Gli anni possano bruciare
Le pietre piangano le pietre
E le madri la tomba delle loro madri
6.
Cosa importa dove mi porterà l'esilio
Ho lasciato le ossa di mia nonna
Là, sulle sponde dell'Ibar
Come calmerò il pianto
Del bambino nella culla
Cosa racconterò all'anziano
Di quel che sta succedendo qui
E dove - ma cosa importa dove,
potranno tornare le ombre delle tombe
mentre i miei pensieri si confondono
Come la luce della lampada
Nella piccola casa che aveva mio nonno
In questa notte sorda
Anche la mia canzone Rromani
E' stata strangolata
Tutta la casa sta piangendo
Chi è scomparso
Cresce piano una nuova sofferenza
E sbuca la paura dal nido
La paura di una canzone che non potè nascere
7.
Dovunque vada
Avrò perso la strada di casa mia
Il giorno diviene notte
Una notte lunga, sempre più lunga...
Lunga come la morte
Non ci sono più
I raggi argentati del sole per i Rrom
Non ci scalderanno più
Buio, abbandono
Povera gente
Senza più danze
Là, accanto al fiume Ibar
Quando il diavolo
Ha mostrato
La realtà dietro il sogno
Tutte le pietre
Rimosse dai muri
Hanno lasciato un solo segno della loro scomparsa
Scure ustioni
Di ceneri
Silenti
gementi
Un'antichissima presenza cancellata