Ricevo questa segnalazione da Agostino Rota Martir. Se ne
era parlato anche
QUI
Da
PisaNotizie.it
Iniziati i "rimpatri volontari e assistiti" per i Rom rumeni. Per
chi rimane, ruspe e sgomberi. I primi commenti delle forze politiche
Quaranta persone riaccompagnate in Romania, 21.500 euro di "contributo
umanitario" erogato alle famiglie tornate al loro paese (da 500 a 1.500 euro per
ciascuna, a seconda della consistenza del nucleo), 6.000 euro di "spese
organizzative", due campi smantellati. Sono questi i numeri dell'operazione di
"rimpatrio volontario e assistito", predisposto dal Comune di Pisa e dalla
Società della Salute per i Rom rumeni.
Le cifre sono state presentate in una conferenza stampa, alla quale hanno
partecipato il Sindaco Filippeschi, la neo-assessora alle politiche sociali
Paola Ciccone e i tecnici della USL che hanno diretto le operazioni. Partiti
con un pullman della Croce Rossa, i Rom sono arrivati a destinazione nel
pomeriggio di ieri, attraversando la Slovenia e l'Ungheria. Nell'organizzazione
del viaggio sono stati coinvolti anche il Consolato romeno di Milano (che ha
fornito i documenti necessari al rimpatrio), la Prefettura, i diversi corpi di
polizia (Carabinieri, Vigili Urbani e Questura), nonchè l'Interpol per
coordinare l'attraversamento delle diverse frontiere.
Un'operazione che il Sindaco non esita a definire "positiva ed efficace". "E' un
provvedimento che alleggerisce una presenza ormai divenuta sproporzionata
nella nostra città", spiega il primo cittadino. Per Paola Ciccone, assessore
alle politiche sociali, quella del rimpatrio è "un'operazione che coniuga gli
inderogabili impegni di solidarietà e tolleranza con gli altrettanto
fondamentali principi di legalità, di sostenibilità, di concertazione
istituzionale". "Noi", spiega ancora l'assessore, "non accettiamo la filosofia
del farsi la baracca o dell'accamparsi in modo abusivo. E i
problemi della povertà non possono gravare su un unico Comune: per questo,
abbiamo richiesto l'aiuto della Regione, che deve farsi carico di una più equa
distribuzione dei problemi sul territorio".
Le ruspe nei campi
Intanto, in due campi - a Cisanello e sull'Aurelia - sono arrivate le ruspe del
Comune, che hanno distrutto le baracche e i ripari delle famiglie rimaste a
Pisa. "A coloro che restano garantiremo assistenza umanitaria", dice Giuseppe
Cecchi, direttore della Società della Salute. "Tuttavia - aggiunge - c'è una
differenza tra i Rom inseriti nel progetto Città Sottili, e quelli che ne
sono esclusi. Per i primi abbiamo un impegno straordinario per l'inserimento
abitativo. Per i secondi non è possibile un intervento del genere: le risorse
sono limitate, e i servizi sociali non sono un'agenzia immobiliare. Chi non
riesce a trovare casa deve andarsene".
Mentre si svolge la conferenza stampa, i Rom del Campo dell'Aurelia arrivano
alla Società della Salute, portando con loro i pochi effetti personali sottratti
alle ruspe. Uno ad uno, i capifamiglia si recano dagli assistenti sociali: i
quali, come ci spiega Giuseppe Cecchi, "sono stati mobilitati in modo
straordinario per l'emergenza di oggi".
I servizi offrono un piccolo contributo per l'acquisto dei pannolini per
bambini, e dei buoni-spesa per mangiare. "Ma nessuno sa dirci dove dormiamo
stasera", protesta un giovane Rom "e ci sentiamo presi in giro: abbiamo bisogno
di buoni-tetto, non di buoni-pasto". I Rom si ingegnano a trovare soluzioni, e
c'è chi ha individuato qualche terreno dove portare tende e materassi. "Gli
assistenti sociali", dicono due capifamiglia, "rispondono che occupare i terreni
è illegale: ma noi da qualche parte dovremo pur dormire". I volontari di Africa
Insieme portano cibo, bevande, generi di conforto.
Nel tardo pomeriggio l'assessore Ciccone arriva in Via Saragat e incontra
direttamente le famiglie Rom. Viene "concessa" una piccola "tregua", per la
notte verrà concesso alle famiglie di dormire nel parcheggio della Società della
Salute. Ma, dal giorno dopo (cioè da oggi) dovranno andarsene.
Dopo i rimpatri
L'alternativa posta dal Comune ai Rom è dunque questa: o tornare in Romania,
accettando il "contributo umanitario", o comunque andarsene da Pisa per cercare
fortuna altrove in Italia.
"In questo modo non si risolve nulla", ci dicono gli stessi capifamiglia Rom, "perchè
noi non ce ne andiamo: qui lavoriamo e almeno guadagniamo qualcosa per vivere.
In Romania il lavoro non c'è, nelle altre città italiane dovremmo ricominciare
tutto da capo". Secondo i diretti interessati, insomma, il Comune non riuscirà
ad allontanare davvero gli insediamenti e persino i "rimpatriati" - a loro
parere - sono destinati a ritornare presto in Italia. Del resto, le normative
europee prevedono, per i cittadini comunitari, la libertà di circolazione e di
soggiorno in tutti i paesi UE. Nulla, dunque, impedirebbe a una famiglia di
rientrare in Italia.
"E' vero, in teoria potrebbero tornare", riconosce l'assessore Ciccone, "ma noi
abbiamo stipulato un patto d'onore con i capifamiglia. Era necessario per
impedire il proliferare dei campi abusivi. Ed è stato, da parte nostra, un segno
di rispetto e di riconoscimento nei confronti dei Rom".
Sergio Bontempelli
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