Ricevo da Ernesto Rossi
Ma la liberazione non è per tutti, non è per gli stranieri, non è per
Rom e Sinti, i cosiddetti zingari.
Questi ultimi –davvero ultimi in ogni cosa a partire dai diritti più elementari-
non sono liberi in questo paese: nemmeno possono partecipare al corteo che
ricorda la fine della Lotta di Resistenza e la nascita conseguente della
Costituzione repubblicana. Se lo fanno, possono perdere il posto di lavoro, se
riconosciuti dal padrone in una fotografia, in un filmato, di quelli che ci
facciamo tra di noi per ricordare questa giornata, o che ci fanno fotografi e
operatori di giornali e televisioni.
Ecco nella foto l’Unità (dedicata ai morti sul lavoro), come dovrebbero
presentarsi: MASCHERATI.
[immagine non riportata]
Rom e Sinti, italiani, europei o no, sono NEGATI AL LAVORO, anche se
lavorano, faticatamente, in nero, saltuariamente, quando possono, respinti e
discriminati. Clandestini anche se regolari.
L’Associazione milanese Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti ha
tenuto per un anno e mezzo uno sportello sindacale, col sostegno di Camera del
Lavoro e Fillea Cgil, dentro nel campo di via Triboniano: uno
scandalo. Che c’entrano gli zingari col sindacato, col lavoro (in molti se lo
sono chiesto), dato che sono notoriamente TUTTI ladri e ladri di bambini? La
leggenda è più forte di ogni realtà: ne basta uno per cancellare tutti gli altri
e confermare che così stanno le cose. Per Rom e Sinti la colpa è sempre
collettiva, mai individuale. Basta l’indirizzo del campo per perdere o non
trovare lavoro. Perché nel nostro paese, il peggiore per loro in Europa, devono
vivere in ghetti noti e additati, veri lager, da cui è difficile uscire; in cui
l’infanzia, oggetto di commosse quanto astratte considerazioni, viene offesa e
repressa ogni giorno. Se vanno a scuola, la perderanno al primo licenziamento
del genitore che lavora, al primo inutile feroce sgombero.
Gli SGOMBERI sono l’inefficace violenta politica del governo e
dell’amministrazione comunale milanese, incuranti della Costituzione, delle
leggi, dei trattati internazionali sottoscritti, delle Dichiarazioni Universali,
delle proteste del Parlamento Europeo.
SICUREZZA PER TUTTI – LA SICUREZZA È UN BENE COLLETTIVO, NON PRIVATO
Sicurezza è non morire sul lavoro ogni giorno; sicurezza è non subire violenza
fra le mura sicure di casa; sicurezza è aver di che vivere ogni mese sino alla
fine del mese; sicurezza è non avere un paese in cui regioni intere sono in mano
a potenti organizzazioni criminali.
Per i Rom, clandestini sono i diritti
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