Da
Roma_Daily_News
Membro della giuria EU del Premio Giornalista 2008,
Ivan Ivanov è Direttore Esecutivo di ERIO (Ufficio Informazione Rom
Europei), un'organizzazione di consulenza internazionale che combatte la
discriminazione contro i Rom. Ivan ci parla del concorso e, per segnare il
Giorno Internazionale dei Rom dell'8 aprile, le sfide di fronte ai Rom
nell'Europa di oggi.
Quanto è stato importante che il Premio Giornalista 2008 includeva anche
un premio speciale sui Rom?
Sì è stato importante. Da una chiara evidenza che le tematiche rom hanno
guadagnato riconoscimento a livello europeo. Il premio è specificatamente per le
questioni anti-discriminazione. Dedicare un premio speciale ai Rom significa che
la UE riconosce che sono uno dei gruppi più discriminati, a cui riservare
speciale attenzione.
Pensa che ci siano molti giovani rom, come descritto nell'articolo di Mika
Kontorousi (PDF in inglese,
QUI ndr), che stanno rompendo con il "tradizionale" stile di vita
delle loro comunità?
Sì, conosco molti giovani rom che pur rispettando molto le loro tradizioni,
non le seguono tutte. Almeno quelle tradizioni che sono in contraddizione
con la loro voglia di costruirsi una vita migliore, e che possono creare
difficoltà per la loro integrazione nella società, o nella loro crescita
scolastica e professionale.
Se potesse sfidare tre idee sbagliate comuni circa i Rom, quali sarebbero?
Prima di tutto: non tutti i Rom sono criminali e non tutti mendicano per le
strade. Ingannare chi paga le tasse vivendo di benefici, non è il loro scopo di
vita!
Seconda cosa, i Rom vogliono integrarsi... Vivere in ghetti segregati non è
una loro scelta. Se potessero scegliere tra l'essere integrati nella società con
accesso all'istruzione ed all'impiego, adeguata assistenza sanitaria e servizi
sociali, un alloggio decente ed uno sviluppo libero dalla discriminazione,
oppure vivere in estrema povertà in un posto che manca di acqua corrente ed
elettricità che è lontano dalla comunità locale e da tutti i servizi e dove non
ci sono trasporti - è chiaro che i Rom non sceglierebbero la seconda opzione.
Terzo, che i Rom non sono una tribù esotica. Non sono dei marginali, sono
Europei che hanno influenzato la cultura europea e vissuto qui da almeno 700
anni. Non sono bravi soltanto a suonare musica, danzare e cantare. Se venisse
data loro l'opportunità, sarebbero anche bravi politici, amministratori,
avvocati, medici ed insegnanti.
I Rom sono apparsi nei media durante il 2008 per ragioni entrambe
negative, vale a dire gli attacchi ai campi rom in Italia, e sviluppi più
positivi come il primo Summit dei Rom Europei. Quali sono le sue speranze per il
2009?
Parte del piano d'azione della Commissione Europea è lo stabilirsi di una
Piattaforma di Integrazione Sociale dei Rom. Un altro sviluppo interessante è la
proposta di organizzare un altro summit rom nel 2010, che valuterebbe cosa è
stato realizzato dal primo summit del 2008. Penso che questa sia una buona idea,
specialmente se questo è organizzato su basi regolari - per esempio ogni due o
tre anni.
Secondo il suo punto di vista, quali sono i principali ostacoli che ancora
rimangono da essere superati?
Ci sono molti ostacoli che creano difficoltà all'integrazione dei Rom. Molti
dicono che c'è mancanza di volontà politica: è vero che negli ultimi due anni la
UE ha mostrato volontà politica, ma manca ancora l'impegno politico.
C'è bisogno di politiche UE globali che coprano tutti i campi dove i Rom
affrontano l'esclusione e la discriminazione, inclusa l'esecuzione di tutta la
legislazione esistente.
Migliorare la situazione dei Rom dev'essere anche una responsabilità
condivisa tra la UE ed i differenti Stati Membri con un chiaro collegamento
sviluppato tra la UE e le politiche nazionali che riguardano i Rom.
Pregiudizi e stereotipi sono seri ostacoli da superare ed i media come pare
le campagne come "Per la Diversità Contro la Discriminazione" hanno un ruolo
importante da giocare. E' anche necessario incoraggiare la promozione della
diversità nei campi dell'istruzione e dell'impiego, come pure sviluppare
curriculum scolastici sensibili e mettere in atto regole sui posti di lavoro.
Inoltre, i Rom dovrebbero partecipare ai processi decisionali come pure
nell'esecuzione di queste politiche. Non dovrebbero essere beneficiari passivi
di politiche disegnate per loro da qualcun altro e svolte senza la loro
partecipazione e senza prendere in considerazione la loro opinione e specificità
etnica.
To learn more about ERIO’s work visit their website.
European Roma Information Office (ERIO) website:
http://www.erionet.org
First European Roma Summit:
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=423&langId=en&eventsId=105&furtherEvents=yes