Roma, 19 feb - Tempi duri per i giostrai e per i circhi equestri nel
Lazio. Anche se una legge dello Stato prevede una serie di norme volte a
sostenere e agevolare l'arte dello spettacolo viaggiante, l'etnia Sinti, che da
secoli e' la principale titolare tali mestieri ambulanti, lamenta l'assenza di
spazi idonei per vivere e lavorare. E' quanto e' emerso oggi nel corso
dell'audizione in Commissione Lavoro e Politiche sociali del Lazio, presieduta
da Peppe Mariani (Lista civica per il Lazio), alla quale ha partecipato una
numerosa delegazione di Sinti, guidata da Massimo Converso, presidente
dell'Opera Nomadi, ente morale istituito con decreto del 1970.
Circa mille nel Lazio, di cui la meta' a Roma, i Sinti sono originari dell'India
come i Rom. Presenti in Italia fin dal XV secolo, si tramandano di padre in
figlio soprattutto i lavori legati all'arte circense (tra i piu' famosi circensi
italiani di origine Sinti, gli Orfei e i Togni) e il mestiere di giostraio. I
comuni, per legge, dovrebbero rendere disponibili apposite aree per le
istallazioni delle attivita' dello spettacolo viaggiante e dei parchi di
divertimento, ma, come ha riferito il presidente dell'Opera Nomadi nel corso
dell'audizione, cio' nel Lazio non sempre avviene. Nel corso dell'audizione e'
stata evidenziata l'esigenza di microaree per famiglie allargate, piu'
funzionali alle esigenze di vita e di lavoro dei Sinti, oggi concentrati in
grandi insediamenti, come quello di San Basilio a Roma, e coinvolti dai recenti
provvedimenti per i campi rom.
Converso ha riferito anche della doppia vaccinazione effettuata recentemente a
circa duecento bambini e delle pessime condizioni di vivibilita'
dell'insediamento di Ciampino.
''Ci attiveremo subito con le Asl per avere il rapporto sulle persone vaccinate
- ha detto Mariani nel tirare le somme - E' un segnale inaccettabile per la
salute pubblica.
In questi giorni ci sono stati casi terribili associati ai campi rom''.
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