Venerdì 13 febbraio h. 20.30 - Camera del Lavoro di Milano, corso di Porta Vittoria
Camera del Lavoro di Milano, Opera Nomadi, Federazione Rom e Sinti insieme, Casa della cultura di Milano vi invitano
in occasione della GIORNATA DELLA MEMORIA
Shoah e Porrajmos
Piccoli ricordi di un tempo atroce
con
Dijana Pavlovic e Tatiana Olear
Violino Marta Pistocchi fisarmonica Jovice Jovic e Mario Ruggeri
Con partecipazione di:
Allievi Centro Propedeutico Paolo Grassi: Martina Testa, Luca Solesin, Marta Calbi, Rudi Salpietra
Elementi scenici e attrezzeria
Centro Diurno “Desi 3” U.F.S.M.A dell’ ASL 3 di Pistoia:
Franca Dolfi, Marco Mungai, Simone Benini, Stefano Palagi, Stefano Frotti, Cristina Barni, Alessio Cartini, Chiara Betti, Patrizia Cusimano
Lo spettacolo sarà preceduto dalla proiezione del documentario
“A forza di essere vento”
a cura di Opera Nomadi
testimonianze di
Moni Ovadia
Ferruccio Cappelli, Casa della Cultura di Milano
Mirko Bezzecchi, superstite Rom dei campi di concentramento
Corrado Mandreoli, Camera del Lavoro
Tamara Lazerson, quattordicenne ebrea, internata a Teresien, racconta nei
suoi diari la sua vita di adolescente tra dramma quotidiano e sogni del futuro
possibile. Barbara Richter, sinta, internata quindicenne nello Zigeunerlager di
Auschwitz-Birkenau, ha lasciato la testimonianza della sua lotta per la
sopravvivenza. Due storie che ci parlano dello sterminio che ha colpito il
popolo ebreo e il popolo rom e sinto e che aveva per entrambi la logica
dell’annientamento su base razziale. Sono anche, attraverso gli occhi di due
adolescenti, lo specchio di due modi diversi di vivere lo stesso orrore.
Gli uomini si abituano a tutto e i ricordi sono destinati a svanire.
Noi siamo qui ogni anno perché non si perda mai la memoria di ciò che è
avvenuto. Vogliamo usare l’occasione di quest’anno per riportare alla memoria
quella che poteva essere la semplice quotidianità di persone che ogni giorno
cercavano di resistere ad una specie di atroce dissolversi della propria vita: i
tentativi di sottrarsi e le diverse modalità di intravedere una speranza, il
lento lasciarsi travolgere dal dolore e di nuovo la voglia di combattere senza
armi, senza bandiere, solo con la propria volontà e la propria fantasia.
Proveremo a raccontare i sogni dei bambini che si costruivano amici di legno e
cencio cui raccontare le proprie paure e gli espedienti dei grandi che,
deprivati di tutto, si nascondevano nella memoria dei propri passati lavori, dei
propri amori dei propri passatempi … in qualsiasi cosa potesse mantenerli vivi.