Ricevo da Piero Maria Maestri
Ciao a tutte/i,
ieri pomeriggio (10 dicembre, ndr) ho partecipato ad un incontro con il Prefetto (in qualità di
Commissario straordinario alla "emergenza Rom") con una delegazione della
Commissione consiliare Servizi sociali della Provincia.
Voglio condividere con voi alcune informazioni che ci ha fornito – magari le
avevate già registrate, e in questo caso mi scuso – e alcune riflessioni.
Sui numeri. I dati del censimento parlano di 3531 "nomadi" presenti nel
territorio della Provincia di Milano tra campi autorizzati e abusivi. A questi,
secondo il Prefetto vanno aggiunti circa 500 persone "itineranti", presenti cioè
ora in un comune ora in un altro.
Sempre secondo il Prefetto altre 800/900 persone (soprattutto neocomunitari)
sarebbero andate via per evitare il censimento. Tra parentesi, il censimento si
sarebbe svolto in maniera tranquilla con qualche caso di polemiche (come via
Impastato "a causa dell’orario in cui si è svolto" – sic!).
In sostanza, nella provincia ci sarebbero stati nella scorsa primavera circa
5000 "nomadi": più o meno quello che le ricerche più serie sostengono da anni.
Alla faccia dei Penati e DeCorato di turno che hanno parlato di 10.000, poi
25.000, di "invasione eccetera.
E alla faccia del Ministro Maroni che alla presentazione del censimento (vedi
comunicato che vi allego) parlava di 12.000 allontanatisi all’inizio di giugno
(a meno che fossero tutti a Roma e Napoli….).
Per meglio specificare:
- nei 12 campi autorizzati nel Comune di Milano ci sono 1331 persone (di cui 601
minori) – 587 italiani;
- nei 18 campi non regolari del Comune di Milano ci sono 797 persone (299 minori)
– 109 italiani, 307 comunitari, 380 extracomunitari e 1 apolide;
- nei 9 campi autorizzati nel resto della provincia 363 persone (134 minori), in
maggioranza italiani;
- nei 34 comuni con presenza di insediamenti irregolari ci sono 1071 persone (422
minori) – di cui 526 italiani.
A questi vanno appunti aggiunte circa 500 persone "itineranti".
Anche in questo caso, come sostengono le ricerche più credibili, circa il 35-40%
dei "nomadi" sono cittadini italiani.
Capitolo minori (ai quali, parole del Prefetto "a nessuno sono state prese le
impronte digitali").
Prendendo i dati delle presenze nel comune di Milano, nei campi autorizzati su
359 bambine/i in età scolare, 341 risultano iscritti alle scuole e di questi 299
sarebbero frequentanti!
Nei campi irregolari su 299 minori (mi manca il dato di quelli in età scolare,
che presumo sia intorno a 220/250…) 208 risultano frequentare le scuole
dell’obbligo.
Non sono così convinto che i dati siano così "idilliaci" (scherzo: un centinaio
di bambini che non frequentano la scuola dell’obbligo è una sconfitta per tutti
noi…), ma in ogni caso i soliti dati allarmistici (il solito Penati parlava del
3% di bambini Rom frequentanti le scuole!) sono piuttosto ridimensionati.
Resta il problema di una politica inadeguata a garantire la scolarizzazione dei
Rom, assolutamente possibile visti i numeri di bambine/i di cui si sta parlando.
A questo punto, secondo il Prefetto, si dovrà avviare la "Fase B2, quella della
"razionalizzazione delle presenze".
In primo luogo si sta approntando (con il Comune di Milano) un regolamento della
presenza nei campi (che parte anche dai Patti di legalità…), di cui non siamo
riusciti ad avere la bozza, anche perché sarà in discussione anche nel gruppo di
lavoro specifica presso il Ministero dell’Interno (come dice un comunicato del
Ministero "con i Prefetti di Roma, Milano e Napoli, Commissari straordinari per
l’emergenza relativa agli insediamenti di comunità nomadi, e con i
rappresentanti del ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, del
ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, e con il presidente
dell’UNICEF").
L’ipotesi è comunque quella di far gestire i campi (quello continua a essere il
nome, alla faccia del "zero campi"!) ad un "gestore sociale", che farebbe anche
"servizio di portierato, vigilanza e collaborazione con il Comune". Si vorrebbe
scegliere per questo il terzo Settore (olè!).
Una volta fatto il regolamento "si vorrebbero evitare nuove presenze".
Dalle risposte ad alcune domande rivolte (tralascio qualche battutina polemica
che è stata rivolta al Prefetto) risulta anche che:
- non esiste alcun progetto per gli attuali insediamenti "abusivi" – ribadendo che
negli ultimi tempi non sono stati fatti veri sgomberi e solo per ordinanze,
sicurezza ecc. Si penserebbe a nuove localizzazioni nei comuni ("ma i sindaci
non sembrano molto disponibili…");
- il Prefetto sarebbe propenso a chiedere poteri su tutto il territorio della
Lombardia (perché in provincie come Cremona, Mantova ecc. ci sarebbero più spazi
vuoti. Tenete conto che il Prefetto già altre volte ha fatto capire di ritenere
"spazio vuoto" il verde agricolo!!!) ;
- per l’emergenza il Commissario ha un finanziamento di 1 milione di Euri (non
ancora arrivati, peraltro);
- il Prefetto ha eluso la domanda sul coinvolgimento del "Tavolo Rom" (reso
superfluo dai poteri commissariali, pare di capire) e tantomeno risulta
interessato ad un coinvolgimento di rappresentanti dei Rom ("anche perché
rifiutano qualsiasi tipo di regolamento"…).
Questo l’incontro. Nulla di nuovo, quindi, ma solamente la conferma che non
esisteva né esiste alcuna "emergenza Rom"; che di fronte alla vera emergenza
(2000 donne, uomini e bambini in condizioni disperate e in questi giorni sotto
la neve) non esiste alcun progetto (anzi, De Corato parla di sgombero di Bacula
a gennaio!); che i Rom sono solamente materia di scontro elettorale e di
propaganda sicuritaria.
Vi abbraccio tutte/i, Piero