Da
Roma_in_Americas
Il discorso di Hedina Sijercic a nome della Comunità Rom di Toronto, a
Zagabria - VII Congresso Mondiale dei Rom
Fratelli, sorelle e amici dell'Unione Romani Internazionale,
Vi siamo grati per questa opportunità di condividere ciò che noi Rom stiamo
facendo dall'altra parte dell'oceano. Dato che il Centro Comunitario Rom (RCC)
di Toronto è l'unico rappresentante della più vasta popolazione romanì arrivata
in Canada da tutta Europa, è la nostra sincera speranza di diventare
partecipanti attivi in conferenze, tavole rotonde, progetti di ricerca,
programmi ed opportunità educative di cui beneficiano molte delle organizzazioni
europee rappresentate nell'Unione Romani Internazionale.
La nostra presentazione odierna sarà in tre parti. Nelle prime due, offriremo
una breve storia del nostro Centro ed uno sguardo ai suoi compiti attuali. Dato
che entrambe possono essere letti come qualcosa di successo o celebrativo,
speriamo che sia la porzione finale a diventare il centro della discussione: le
nostre sfide ed i possibili insuccessi. Siamo qui oggi per iniziare la nostra
conversazione: come può la vostra esperienza nel contesto europeo renderci
capaci di indirizzare al meglio i bisogni ed i desideri della nostra, esistente
e prossima, comunità Romanì in Canada?
Gina Csanyi Mark Reczkiewicz - Co- President Co-President
I. Contesto Storico del RCC
Il Centro Comunitario Rom è un'organizzazione senza fine di lucro rivolta a
promuovere gli interessi e ad indirizzare i bisogni del popolo Romanì in Canada.
Quotidianamente, siamo coinvolti con Rom nati in Canada, Rom ex-Europei che sono
ora cittadini canadesi ed un numero crescente di rifugiati ed immigrati Rom
dall'Europa Centrale ed Orientale, arrivati per cercare rifugio in Canada nella
speranza di una vita libera dalla discriminazione e dalla persecuzione.
Il Centro Comunitario Rom è nato nel settembre 1997, dopo l'arrivo inatteso
di oltre 3.000 Rom cechi rifugiati in Canada.
Fu la prima volta nella storia dell'immigrazione canadese che un gran numero
di Rom richiedevano lo status di "Rifugiati" - dichiarandosi come Rom in fuga
dalle persecuzioni a causa della loro identità etnica. Antecedentemente la
caduta dei regimi comunisti nell'ex blocco sovietico, i rifugiati romanì che
arrivavano in Canada si identificavano sempre con la loro nazionalità di origine
in fuga dal comunismo. L'etnia romanì non era menzionata. Con l'arrivo dei
chiedenti asilo Rom cechi, altri Rom arrivarono da Ungheria, Romania, Bulgaria,
Polonia, Bosnia, Macedonia. Kosovo, Serbia ed altri paesi dell'Europa orientale,
dove i Rom affrontavano persecuzioni e discriminazione sistematica.
Il Centro Comunitario Rom iniziò a servire entrambe le esigenze di questo
nuovo gruppo etno-specifico di Rom cechi rifugiati, come pure tutti i Rom che
vivevano nell'area della Grande Toronto. Abbiamo creato la prima e unica
organizzazione romanì funzionante in Canada, dove assistiamo i rifugiati Rom da
tutta Europa sin quando si integrano nella società canadese. Abbiamo imparato
molto sull'immigrazione e sullo stabilirsi dei rifugiati, da quando abbiamo
iniziato il nostro lavoro nell'autunno del 1997.
Quella che segue è una breve cronologia e commentario sulle richieste d'asilo
dei Rom cechi ed ungheresi in Canada dal momento della nostra fondazione.
(1997 – 2008)
1996 – 1998
Circa 3.5000 Rom ungheresi arrivarono a Toronto. A dicembre 1997, quando il
Canada impose restrizioni ai visti dalla Repubblica Ceca, c'erano nell'area di
Toronto circa 5.000 Rom cechi richiedenti asilo. Tra il 1996 ed il 1998, il 90%
dei Rom cechi ed il 70% di quelli ungheresi vennero accettati come rifugiati.
Quasi tutti i Rom cechi vennero accettati dal Canada tra il 1997 ed il 1999,
per l'enorme evidenza che lo stato ceco non era in grado e/o non voleva
proteggere i Rom contro gli attacchi dei neonazisti e degli skinhead, con
pestaggi ed uccisioni. Il Tavolo sull'Immigrazione ed i Rifugiati (IRB) contò su un
concetto usato raramente di "discriminazione sistematica", per cui i richiedenti
non dovevano provare di aver personalmente sofferto serie istanze di
persecuzione. Tutti loro dovevano provare la loro identità Rom, e vennero
accettati perché "gli effetti cumulativi della discriminazione giungevano alla
persecuzione." (Ron Lee, pag. 17)
Questo approccio non venne applicato ai casi dei Rom ungheresi, dove ogni
richiedente doveva provare la propria personale persecuzione, per essere
accettato.
21 gennaio 1999, Caso Chiave:
Con l'aumentare del numero dei Rom ungheresi, e le voci di oltre 15.000 in
arrivo, il Tavolo sull'Immigrazione ed i Rifugiati organizzò un processo senza
precedenti per valutare i termini in Ungheria. Un comitato consistente in tre
ufficiali governativi ungheresi e due del Tavolo sull'Immigrazione ed i
Rifugiati rilasciò un rapporto il 21 gennaio 1999, che portava all'impatto
negativo per tutte le rimanenti e future richieste dei rifugiati Rom ungheresi.
Il comitato "investigativo" concludeva che i Rom in Ungheria non erano oggetto
di razzismo e discriminazione istituzionale.
Così, con quella decisione del 1999 il Tavolo sull'Immigrazione ed i
Rifugiati rifiutò la richiesta d'asilo di due famiglie e determinò che le
condizioni per i Rom in Ungheria non arrivavano alla persecuzione. Per quanto
fosse ingiusto, questo divenne un "caso chiave", il precedente per tutti gli
altri casi a seguire. La creazione di un "Caso Chiave" il 21 gennaio 1999, non
aveva precedenti nella storia canadese e portò infine ad una drammatica
diminuzione del tasso di accettazione per i Rom ungheresi, dal 70% nel 1998
all'8% nel periodo tra aprile e settembre 1999.
1999 – 2001
Nel 2001. gli Ungheresi erano il gruppo più grande tra i richiedenti asilo
con destinazione Canada, 3.895 casi per circa 10.000 individui. Come risultato,
nel dicembre 2001 il Canada impose il visto dall'Ungheria. Nel giugno 2002 entrò
in vigore la Nuova Legge sull'Immigrazione. Non veniva permessa una seconda
richiesta di asilo. Dato che l'appello al "Caso Chiave" è permesso dalla Corte
Federale, il tasso di accettazione dei Rom ungheresi salì dal 16% nel primo
quarto del 2000, al 45% nel secondo e terzo quarto, per scendere gradualmente
all'11% nel 2003.
2002 - 2005
Includendo le partenze volontarie, dal 1996 soltanto il 15% dei Rom ungheresi
hanno ottenuto lo status di rifugiati in Canada. Dei 15.000 Rom arrivati dal
1996, solo circa 3.000 rimanevano alla fine del 2005. Molte famiglie con figli
nati in Canada sono tornate in Ungheria. Tragicamente, in alcune circostanze,
alcune famiglie che avevano avuto sottratti i loro figli, messi sotto tutela del
governo, sono state costrette a ripartire senza di loro.
2006
Grande successo! Grazie all'assistenza legale ed alle dimostrazioni guidate
dal Centro Comunitario Rom, la Corte d'Appello dell'Ontario nel gennaio 2006
rovesciò la decisione del "Caso Chiave". La Corte Federale disse che quel caso
era mal elaborato e disegnato all'unico scopo di limitare il numero di Rom
ungheresi accettati come rifugiati in Canada e deprimere nuove richieste dai Rom
di Ungheria. La Corte d'Appello decise che la creazione, conduzione ed
esecuzione del Caso Chiave era istituzionalmente rivolta contro i Rom ungheresi.
Grazie alle obiezioni ed ai ripetuti appelli della Comunità Rom e dei suoi
avvocati, si è impedito al Tavolo dei Rifugiati dal condurre altri Casi Chiave
che avrebbero similarmente limitato l'accettazione di altri gruppi di rifugiati
"indesiderati" da varie regioni del mondo. Sfortunatamente, questo lungo lavoro
con esito positivo non aiutò tutti quei Rom ungheresi deportati nei 6 anni
precedenti.
2007 - 2008
Nel novembre 2007, sotto la pressione dei paesi dell'Europa Occidentale, il
Canada decise di cancellare l'obbligo di visto per i turisti dei nuovi paesi
dell'Unione Europea. In Canada iniziarono ad arrivare nuovi rifugiati Rom
dall'Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Nel 2008, i Rom cechi sono il gruppo più vasto -ad agosto 2008, ci sono circa
500 Cechi richiedenti asilo. 50 vengono dall'Ungheria, 60 dalla Slovacchia e 100
dalla Polonia.
Le nostre statistiche più aggiornate mostrano che ad agosto 2008, di 500
Cechi richiedenti asilo, sinora 17 sono stati accettati e 3 rifiutati. Sono
tassi ragionevoli, ma stiamo ancora aspettando il risultato finale. I tassi di
accettazione per gli altri paesi sono stati circa del 50%.
II. Oggi, al Centro Comunitario Rom
Speriamo che continui l'alto tasso di accettazione dei Rom cechi, nonostante
gli sforzi di quel governo nel convincere il Canada che i Rom sono soltanto
rifugiati economici in cerca di una vita più facile, piuttosto che una minoranza
perseguitata sistematicamente. Se continuerà questo trend, si potrà convincere
la Repubblica Ceca ad adottare nuove misure che migliorino la vita dei loro Rom.
Uno dei giudici canadesi è stato sincero senza mezzi termini quando recentemente
ha detto: "Nella Repubblica Ceca i Rom hanno così tante forme di
discriminazione, da arrivare alla persecuzione."
Tuttavia, i Rom accettati in Canada negli ultimi 10 anni vi si sono stabiliti
con successo. Gli uomini lavorano soprattutto nelle costruzioni e nel restauro
delle case. Ci sono anche Rom nel mondo degli affari ed in molti si sono
comperati la casa. Circa il 10% dipende ancora dall'assistenza sociale ed un
altro5% riceve pensioni di invalidità.
Così anche il Centro è cambiato. Abbiamo iniziato operando soprattutto nelle
aree dell'insediamento dei rifugiati e della pubblica istruzione/consapevolezza,
più tardi abbiamo ampliato le nostre attività attraverso programmi culturali ed
artistici, come pure con programmi rivolti ai giovani e alle donne. Abbiamo
dovuto adattarci ad una crescente comunità di Rom rifugiati che parlavano lingue
diverse, con grande differenza di bisogni, ed anche i Rom canadesi che si erano
stabiliti da tempo. L'assistenza all'insediamento ed all'immigrazione sono
attualmente lo scopo principale della nostra organizzazione. I Rom possono
ottenere assistenza nei campi dell'insediamento e dell'immigrazione, traduzione
e compilazione dei documenti, abbiamo dispense ed altro materiale scritto,
inoltre offriamo consulenza, riferimenti agli avvocati competenti, ecc.
Il Programma di Istruzione Pubblica e Consapevolezza è parte del nostro
lavoro di consulenza ed è rivolto tanto ai Rom stessi, che ai Canadesi in
generale. Siamo anche serviti come fonte di informazione sui Rom, fornendo
informazioni ed oratori per seminari, laboratori ed incontri, principalmente per
informare insegnanti, lavoratori sociali o squadre di aiuto, sui costumi, la
storia dei Rom e le circostanze che li hanno fatti fuggire.
Realizzazioni di successo del Centro Comunitario Rom
Una delle realizzazioni di maggior successo, come menzionato in precedenza,
fu quando il Centro Comunitario Rom riuscì a cambiare la sistematica
discriminazione verso i Rom da parte del Tavolo sull'Immigrazione ed i
Rifugiati.
Un altro successo fu la nostra campagna "Chiamateci Rom, non Zingari". Fu
una grande vittoria quando convincemmo la stampa ed i media canadesi ad usare il
termine Rom invece di Zingari. Ronald Lee, Direttore del RCC, condusse questa
campagna, parlandone e scrivendone pubblicamente.
Inoltre, durante i nostri primi due anni, buona parte del nostro programma fu
pubblicato dal nostro trimestrale, Romano Lil, scritto soprattutto per i Rom, ma
disponibile anche per i Canadesi, dato che era scritto tanto in romanès che in
inglese. La rivista raccolse molti commenti positivi. Hedina Sijercic non è
stata soltanto la creatrice di Romano Lil, ma anche la sua prima giornalista,
scrittrice e redattrice.
In aggiunta, Romane Mirikle, pubblicato da RCC, fu il primo libro canadese di
poesia romanì,e caratterizzo scrittori di tutto il Canada. Romane Mirikle fu
concepito e redatto da Hedina Sijercic.
Nel 2005, "Romano Drom" fu un simposio ed un festival culturale presentato
dal RCC in collaborazione all'Università di Toronto. Il simposio ebbe una
partecipazione internazionale con inclusa un'esibizione artistica e musicale
Rom. Fu un momento d'orgoglio per la Comunità Rom, ed un'opportunità per
istruire il pubblico canadese sul nostro popolo e sui magnifici aspetti della
nostra cultura.
Il Centro Comunitario Rom ha anche presentato con orgoglio progetti
artistici e presentazioni culturali, come "Loki Gili". "Loki Gili" era un
progetto artistico di donne e giovani Rom, e fu supportato dal Consiglio Arti
Canadesi e dell'Ontario. Furono creati due bei murales ed esposti nel Municipio
di Toronto nell'aprile 2005, ed in gallerie d'arte a Toronto ed Hamilton dal
2006 al 2007. Ancora una volta ritornarono nel Municipio di Toronto nel febbraio
2008 per la Mostra della Settimana dei Diritti del Rifugiato, organizzata da Gina Csanyi, co-presidente
del Centro Comunitario Rom. Comprendeva anche l'esposizione di foto in bianco e
nero della comunità Rom di Toronto, fatte dai bambini Rom all'interno del
progetto Loki Gili.
Più recentemente il Centro Comunitario Rom fu onorato di far parte di "Shukar
Lulugi", un progetto artistico che coinvolgeva ragazze rifugiate e donne
della nostra comunità e di altre parti del mondo. Il progetto iniziò nel 2007 e
fu completato nel 2008. Il risultato finale furono dipinti, poemi e fotografie,
con un catalogo sul progetto, i partecipanti e l'arte. Nel catalogo c'erano due
poesie di Hedina Sijercic. L'esposizione "Shukar
Lulugi" fu accolta con calore dal pubblico canadese e raccolse opinioni
favorevoli nei giornali locali di Toronto. Un membro del Centro Comunitario Rom, Lynn Hutchinson,
fu direttrice artistica di entrambe i progetti.
III Sfide Continuate... UNITA' nella Comunità
Le nostre preoccupazioni possono essere largamente definirsi in due aree
correlate: quella della comunità e quella della politica e del potere.
L'area dove non abbiamo avuto grandi successi è stata nel creare solidarietà
duratura tra i Rom di differenti paesi o gruppi linguistici. Abbiamo avuto
grandi difficoltà nell'organizzare un'efficace pressione politica, specialmente
quando volevamo che più Rom ungheresi ottenessero asilo in Canada.
Allo stesso modo, è stata una sfida incoraggiare i vari gruppi di Rom a
partecipare ad alcuni dei nostri programmi ed eventi. Quando lo fanno, spesso ci
sono reclami sul gruppo linguistico che noi incoraggeremmo di più. Per esempio,
lo scorso 8 aprile, celebrazione del Giorno Internazionale dei Rom, i Rom
ungheresi erano seduti da una parte della stanza e quelli cechi da un'altra. I
Rom ungheresi erano crescentemente delusi per il fatto che quella sera suonavano
soltanto i Rom cechi. Apparentemente, gli ungheresi non erano troppo felici del
fatto.
Un'altra sfida è portare la comunità rom al nostro centro una volta che si
sono stanziati a Toronto. Quando il processo di insediamento è competato, molti
Rom non richiedono più i nostri servizi, e così non si sforzano di restare uniti
alla comunità.
Inoltre, un'altra questione di attrito è stata la leadership e le ideologie
spesso differenti che contrappongono i membri più tradizionalisti della comunità
da quelli più giovani e moderni. Sfortunatamente, questo spesso si trasforma in
opposizione non solo politica, ma anche culturale ed intellettuale.
Un'altra sfida per il Centro Comunitario è la distruttiva tendenza contro le
donne che ha rialzato la testa negli anni, con serie conseguenze per RCC ed il
suo lavoro. Spesso i componenti maschili della comunità, come pure alcuni membri
del Direttivo, sono molto patriarcali nel loro atteggiamento e credenze, così
trovano spesso difficile condividere il potere con le donne, spesso le
zittiscono. Il Centro ha perso molte grandi donne che avevano cercato di
migliorare la comunità, a causa di abusi verbali ed emotivi a cui sono spesso
state assoggettate. La leadership attuale consiste ora in due co-presidenti - un
uomo e una donna che hanno molto chiaro che la discriminazione di genere, il
mancato rispetto o gli abusi di ogni tipo non saranno tollerati nel Centro.
Attualmente, abbiamo a che fare con una serie di comunità molto piccole e
scollegate, divise per linee nazionali e refrattarie ai rapporti sociali e
culturali, incluso le identità di classe, d'istruzione, di genere e di
generazione, come pure le identità linguistiche e religiose. Questo necessita
che la nostra direzione sia capace di parlare ai diversi segmenti che compongono
il mosaico della comunità Romani canadese.
Arriviamo ad oggi con l'intento di invitare ad un dialogo di grandi
proporzioni: siamo, dopotutto, un popolo globale in questo mondo globalizzato.
Ci aspettiamo di imparare molto da quanti di voi nel contesto europeo i cui
punti di vista e pratiche convergono con i nostri più di quanto si possa
pensare.
Grazie