Gli studenti rom offrono un barlume di speranzaBy Barnaby
Phillips, Europe correspondent
Un paio di mesi fa, sono stato a Napoli [...] per riportare dell'ostilità
contro il popolo Rom.
I napoletani incolpavano i Rom per l'ondata di criminalità, ed avevano
bruciato uno dei loro campi.
Il fatto venne postato su You Tube da Al Jazeera (qui sotto, in inglese
ndr).
Ecco un esempio di alcuni dei commenti nelle risposte; "gli zingari sono solo
parassiti", "gli zingari non possono adattarsi ad un moderno stile di vita e non
saranno mai i benvenuti", "solo uno zingaro morto è un buono zingaro", e così
via.
Molti commenti non sono riportabili, ma questo è il senso.
Ora, è vero che l'anonimato su internet ha la tendenza deprimente ad
incoraggiare le persone nel pubblicare punti di vista offensivi.
Ma, come corrispondente di Al Jazeera dall'Europa, sono rimasto sorpreso
dall'esteso e radicato pregiudizio contro i Rom.
In Grecia e altrove, spesso devo riflettere sulle osservazioni di persone che
altrimenti avrebbero una mente aperta.
Sembra a volte che la forma di razzismo che è ancora socialmente accettabile
è quella contro i Rom.
Incidente scioccante
Settimana scorsa ero in Kosovo, dove i Rom sono in una difficile situazione.
Circa 150.000 Rom (a rischio di offendere, sto usando il termine "Rom" come
scorciatoia per tre comunità differenti: i Rom, gli Askali e gli Egizi) vivevano
in Kosovo agli inizi degli anni '90.
Oggi la popolazione è di circa 40.000.
L'esodo dei Rom dal Kosovo alla fine della guerra del 1999 non ha ricevuto la
stessa attenzione di quello dei Serbi, ma è stato altrettanto drammatico.
In molte parte del Kosovo, la rientrante popolazione albanese ha accusato i
Rom di collaborazionismo con i Serbi, e li hanno cacciati per rappresaglia.
In quello che forse è l'incidente che ha scosso maggiormente, gli Albanesi
hanno distrutto un intero quartiere Rom, che ospitava circa 8.000 persone, sotto
lo sguardo delle truppe internazionali.
Ma quello che è successo dopo è veramente scandaloso.
Danni al cervello
In nove anni, solo una manciata di quei Rom sono tornati alle loro case a
Mitrovica sud.
L'ONU, che ha speso milioni per la ricostruzione in Kosovo, sino al 2006 non
aveva ricostruito nessuna casa dei Rom.
Centinaia di Rom hanno passato anni in squallidi campi per rifugiati,
contaminati da alti livelli di inquinamento da piombo (vedi
ndr).
Gli attivisti incolpano molte morti all'avvelenamento da piombo, e ritengono
che dozzine di bambini hanno sofferto danni irreversibili al cervello.
La storia dei campi Rom è lunga e complicata, con molti interessi
contrastanti, ma una conclusione è inevitabile: nel Kosovo di oggi,è impossibile
per qualsiasi altro gruppo etnico venire trattato con tale indifferenza.
I figli se ne sono andati
Ramadan Gidzic è un Rom amichevole, di circa 50 anni. Vive nel villaggio di
Preoce, in un'enclave serba vicino a Pristina.
E' disoccupato dal 1999, quando molti Rom scapparono da Pristina, e ha perso
il suo lavoro in una libreria.
Due figli, vedendo che non c'era una vita possibile, sono andati in Germania,
portando con loro i figli. E' una storia tipica a Preoce.
Quindici delle 50 famiglie rom sono andate via, ed altre si stanno preparando
a farlo.
In privato, molti ammettono di pagare i contrabbandieri per aiutarli a
raggiungere illegalmente la Germania.
Ramadan ha perso i nipoti e si chiede se qualche Rom rimarrà a Preoce.
Dice: "Chiunque abbia parenti all'estero, prima o poi se ne andrà, qui non
c'è niente da fare, possiamo solo stare qui e morire di fame".
Alcuni attivisti dei diritti umani ritengono che la popolazione Rom nel
Kosovo del dopoguerra stia progressivamente declinando, fino al punto che in
cinque anni non ci sarà più nessuno.
Altri dicono che le statistiche sulla popolazione non sono credibili, e che è
impossibile trarre alcuna conclusione.
Di sicuro non è vero che ai Rom in Kosovo sia data la speranza di costruirsi
lì un futuro.
Ruolo modello
La sfida forse più grande è l'istruzione. In Kosovo la frequenza scolastica
dei bambini rom è notoriamente scarsa.
Secondo uno studio del 2006, soltanto l'1,4% termina la scuola secondaria.
Così è stata una piacevole sorpresa incontrare Tefik Agushi, che ha 22 anni.
Tefik è l'unico studente rom all'American University del Kosovo, ed è un modello
per la sua comunità.
Dice che i bambini rom sono svantaggiati a scuola per l'assenza di qualsiasi
istruzione nella loro lingua nativa.
Ma dice anche che con l'impegno, i giovani Rom possono ottenere quel che
vogliono.
"Non possiamo limitarci a sederci in fondo e aspettare che altri ci aiutino",
dice Tefik, un giovane determinato a non permettere che il pregiudizio sia sulla
sua strada.
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