Ricevo da Roberto Malini
Pesaro, 30 settembre 2008 - La direzione sanitaria dell'Ospedale San
Salvatore di Pesaro rifiuta le ragioni dell'intolleranza e riconosce senza
eccezioni il diritto alla salute di tutti i pazienti "a partire proprio dai Rom,
che più di tutti soffrono a causa della precarietà," ha commentato la dottoressa
Adriana Vacca, portavoce dell'Azienda ospedaliera. Dopo qualche incomprensione
iniziale, dovuta alla carenza di informazioni ricevute dall'Ospedale San
Salvatore riguardo alla presenza di una comunità Rom in città, è nata una
sinergia fra il San Salvatore, il Gruppo EveryOne e la neonata Associazione "La
Ruota Rossa" (che rappresenta proprio i "nomadi" che vivono a Pesaro). Grazie a
tale collaborazione, la situazione sanitaria dei Rom di Pesaro è decisamente
migliorata e alcuni pazienti che soffrono di gravissime patologie (tumori
maligni, cardiopatie, considerevoli handicap della persona) sono ora in cura e
si può affermare senza dubbio che sono state evitate gravi tragedie umanitarie,
nonostante la latitanza delle Istituzioni e l'irresponsabilità dei servizi
sociali. "I nostri medici faranno sempre il possibile per garantire esami e cure
ai pazienti Rom, ma il problema più urgente è la condizione in cui sono
costretti a vivere," ha detto allargando le braccia un medico dell'ospedale
pesarese, "perché non è tollerabile che esseri umani, fra cui malati e bambini,
non abbiano alcun sostegno da parte delle Istituzioni. Non abbiamo la bacchetta
magica e possiamo solo fare eco all'allarme sollevato dal Gruppo EveryOne: se
non verranno attuati progetti a tutela di queste persone sfortunate, il freddo
del prossimo inverno potrebbe causare situazioni umanitarie spaventose".
Riguardo alla tutela dei pazienti Rom, l'Ospedale San Salvatore ribadisce che
non solo si atterrà sempre alle normative relative al diritto alla salute degli
stranieri regolari e irregolari (decreto legge 286 del 25 luglio 1998; DPR 394
del 31 agosto 1999; Circolare del Ministero della Salute n.5 del 24 marzo 2000;
Piano Sanitario Nazionale 2002- 2004), che riguardano la prestazione di cure
urgenti o essenziali, ma non rifiuterà in alcun caso di prestare assistenza
medica a una persona malata, specie se la condizione di precarietà in cui vive
rende "essenziale" anche la cura di un semplice raffreddore.
"Abbiamo illustrato nei dettagli al sindaco, durante un incontro, la tragedia
delle famiglie Rom di Pesaro, supplicandolo di intervenire, per evitare che
l'indigenza, l'emarginazione razziale e le gravi condizioni di salute dei
'nomadi' presenti in città potessero causare drammi atroci," dichiarano gli
attivisti del Gruppo EveryOne, "ma nonostante gli impegni assunti, anche sulla
stampa locale, i Rom sono stati abbandonati e sopravvivono in edifici
fatiscenti, al freddo, senza acqua né corrente elettrica, senza alcun sostegno
sociale. Abbiamo chiesto almeno un cassonetto per i rifiuti. Niente. Alcuni
familiari, anche minorenni, avrebbero dovuto ricongiungersi ai loro parenti. Uno
di loro, purtroppo, il giovanissimo Ciprian Danila, promesso sposo di una
ragazza Rom di Pesaro, è morto bruciato vivo a Sesto San Giovanni, per colpa di
una candela, ma soprattutto dell'emarginazione in cui era costretto. Se, come
promesso, il programma di integrazione fosse partito all'inizio di settembre,
sarebbe ancora vivo e lo vedremmo camminare per le strade di Pesaro".
Grazie alla collaborazione fra il San Salvatore, il Gruppo EveryOne e due
persone straordinarie - Giancarlo e il sacerdote don Michele - Annamaria,
bambina Rom di cinque anni, nata a Pesaro, ha ricevuto le cure per una brutta
polmonite (una delle prime cause di mortalità infantile) ed è stata posta al
riparo, con la sua famiglia, in una cittadina del Sud Italia, che si è offerta
di accogliere il nucleo familiare, offrendo un alloggio confortevole e inserendo
il capofamiglia in un programma di inserimento al lavoro, dopo essere venuta a
conoscenza della situazione di persecuzione e incuria riservata ai Rom di
Pesaro, dove - purtroppo - alle promesse di assistenza umanitarie e piani di
integrazione dispensate dal sindaco e da alcuni assessori del Comune, non è
seguito alcun progetto concreto.
Oggi la piccola Annamaria sarà iscritta a scuola e sono bastati pochi giorni
in una casa riscaldata, con un'alimentazione adeguata e migliorare la tosse che
la scuoteva giorno e notte. Giovedì 2 ottobre la Direzione sanitaria del San
Salvatore incontrerà il Gruppo EveryOne e La Ruota Rossa per pianificare le
modalità con cui sarà affrontata la gravissima emergenza sanitaria che si
prefigura - salvo un intervento urgente della Provincia di Pesaro, allertata
dall'organizzazione per i Diritti Umani - per l'inverno imminente, se le
famiglie Rom di Pesaro non avranno una condizione alloggiativa e sociale
dignitosa. "L'Ospedale San Salvatore di Pesaro è un esempio per tutta la sanità
italiana," concludono gli attivisti EveryOne, "perché segue una direttiva etica,
che trova nel Giuramento di Ippocrate i suoi fondamenti. Abbiamo segnalato
l'Azienda ospedaliera marchigiana alla Commissione europea, per i principi
esemplari che la caratterizzano, principi che pongono la salute dell'essere
umano - al di là della sua razza o etnia - al centro di tutto. Sembra un
concetto scontato, ma non è così, perché in tutta Italia si segnalano casi di
pazienti Rom rifiutati o curati con estrema superficialità, di farmaci
essenziali negati, di trattamenti discriminatori. Per sconfiggere il razzismo vi
è bisogno di esempi positivi e in questo senso la condotta del San Salvatore è
doppiamente preziosa: un sostegno necessario ai suoi pazienti Rom e un modello
per le strutture sanitarie che, dimenticando Ippocrate, si sono lasciate
travolgere dalla deriva razzista".
Per ulteriori informazioni:
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