Da
Mundo_Gitano (come accennato in post precedenti, in Colombia e in buona
parte delle Americhe, i Rom sono ancora semi-nomadi)
pubblicato su
Indymedia Colombia
Colombia, Accampamento Rom
NOMADISMO, SPOSTAMENTO FORZATO E RIPARAZIONE COLLETTIVA: IL CASO DEL
POPOLO ROM
por YOSKA BIMBAY [1] lunedì 22 settembre 2008 at 6:14 PM
prorrom@gmail.com
Idee liberate per affrontare il rompicapo della riparazione collettiva ed
integrale del popolo Rom
"I nostri spostamenti derivati dal conflitto armato non appaiono sicuramente
nelle statistiche. I morti che ha messo il nostro popolo a causa delle guerre
non contano per nessuno. I nostri dispersi per le guerre continuano sotto
silenzio. La precarizzazione crescente dei nostri livelli di vita prodotta dalle
violenze segue totalmente inosservata" [2].
In Colombia si inizia a riconoscere, almeno teoricamente, che il conflitto
armato interno ha generato gravi impatti sul popolo Rom. Significa che questo
riconoscimento, certamente ancora molto precario, è un primo passo perché lo
stato colombiano pensi seriamente alla possibilità di includere i Rom nei suoi
programmi di riparazione collettiva e simbolica.
Quanto scritto sopra discende da ciò che è espresso in un documento elaborato
dalla Commissione Nazionale di Riparazione e Riconciliazione (CNRR) in cui,
riferendosi ai soggetti della riparazione, menziona esplicitamente il popolo
Rom. In particolare vi si legge: "che la riparazione tenga in considerazione i
gruppi particolarmente vulnerabili come le comunità ed i popoli indigeni, le
comunità afrodiscendenti ed il popolo Rom [3]." Anche se l'allusione, nel
contesto del documento, è abbastanza periferica, trascina per il popolo Rom
un'enorme importanza e può vedersi come un bilancio a favore del processo di
riconoscimento dei suoi diritti collettivi.
Inoltre, in un importante studio della Procura Generale della Nazione [4],
portato a conoscenza nel giugno 2007, in cui si esprimono i criteri per arrivare
alla riparazione collettiva ed integrale dei gruppi etnici, il popolo Rom è
incluso come uno dei soggetti collettivi di cui tener conto.
Che il popolo Rom, in maniera adeguata, sia tenuto in conto nei processi di
riparazione collettiva e simbolica, in circostanze simili a quelle dei popoli
indigeni, afrodiscendenti e razziali, è una scommessa politica che senza dubbio
segnala un percorso per dare giustizia storica ad un popolo che è stato
abitualmente e sistematicamente escluso dalle politiche pubbliche e dai
programmi sociali governativi.
Col peso di essere invisibile per l'insieme del paese, il popolo Rom iniziò
ad essere visto dagli attori armati, tanto illegali che legali, i quali con la
voragine di violenza politica che scatenarono, lo colpirono in maniera negativa
nella propria integrità etnica e culturale.
Senza essere un inventario esaustivo e solo in maniera indicativa, si può
dire che tra i principali impatti che il conflitto armato interno ha provocato
al popolo Rom, c'è quanto segue:
Si configurano territori del paese in cui i Rom esercitano le loro attività
economiche tradizionali, alle quali per paura - derivate effettivamente da
fattori obiettivi o fondate su fattori soggettivi - non circolano più o non lo
fanno con frequenza ed intensità precedente. Diversi patrigruppi familiari, per
timore delle azioni dei gruppi paramilitari che costantemente ricorrevano alle
estorsioni per lasciarli lavorare o che apertamente rubavano loro mercanzie e
prodotti, hanno optato per diminuire l'intensità, l'ampiezza e la frequenza dei
loro itinerari, sin quasi a ridurla al minimo, così le reti ed i percorsi che
pazientemente erano state costruite nell'esercizio dell'itinerare ancestrale
sono rimaste inattive. Questa situazione è stata fatta propria da alcune kumpeniyi,
associazioni di patrigruppi familiari Rom, come una forma di confinamento, che
impedendo la mobilità si è tradotto negativamente sulle attività economiche
tradizionali. Paradossalmente, mentre il numero dei senza casa nel paese è
cresciuto in poco tempo in maniera esponenziale, i Rom che per natura si
spostano da un luogo all'altro, non possono più farlo come in precedenza.
La vasta mobilità geografica del popolo Rom, imprescindibile per la
realizzazione dei suoi principi e delle più importanti attività economiche,
essendo di fatto notevolmente ridotta, si è presto trasformata in una crescente
precarizzazione economica dei patrigruppi familiari, cosa che ha causato un
allarmante impoverimento socioculturale, dovuto tra l'altro alla diminuzione del
flusso degli ingressi monetari richiesti per il complimento delle cerimonie e
rituali inerenti alla sua vita culturale, soprattutto relazionati alla lealtà,
prestigio e status, hanno causato rotture ed indebolimenti dei suoi valori
identitari.
Senza alcun dubbio non sono stati pochi gli spostamenti non volontari
eseguiti da alcuni patrigruppi familiari come conseguenza del conflitto armato
interno che equivocamente furono spiegati e compresi, tanto dalle istituzioni
nazionali come dalla società maggioritaria, a partire dal tradizionale itinere
che ha caratterizzato il popolo Rom. E così vari casi di spostamenti forzati di
cui sono stati vittime distinti patrigruppi familiari, alla fine sono stati
confusi con le dinamiche proprie di itinere e mobilità del popolo Rom. Questi
spostamenti forzati, che sono avvenuti senza visibilità dalle istituzioni, hanno
inciso nel debilitamento delle rete sociali di solidarietà, sovraccaricando i
dispositivi di reciprocità e mutuo aiuto messi in moto per accogliere i
patrigruppi familiari coinvolti.
Per un popolo quantitativamente piccolo come quello dei Rom, con una popolazione
in Colombia che secondo il Censimento Generale DANE del 2005 si stima in 4.832,
ci si aspetta che la perdita di vite umane abbia impatto profondo sulla vita
sociale e culturale, perdite che, resta inteso, aumentano progressivamente
quando si presentano casi di morti violente e sparizioni forzate commesse dai gadyé
(i non Rom), questo perché non solo le possibilità di fare giustizia scappano
dall'orbita della Romaní Kriss, il proprio sistema giuridico, ma perché
l'immaginario socialmente costruito prodotto dai ricordi accumulati nella
memoria collettiva del popolo Rom sulle persecuzioni incessanti di cui è stato
vittima per mano dei
gadyé in diversi momenti storici e diverse parti del mondo, finiscono per
rinforzare la marginalità, sostenuta dal timore verso le leggi e le istituzioni
degli "altri", si espande. Gli assassinati ed dispersi riportati
all'interno dei patrigruppi familiari, indicano che tanto le
Águilas Negras come i paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia (AUC)
con gli insorti, hanno la loro parte di responsabilità.
Nel maggio 2002 si diffuse, soprattutto nei circoli del movimento associativo
internazionale del popolo Rom, una notizia [5] che confermava il timore
generalizzato di una kumpania ubicata nel nord-est del paese, dovuto alle
minacce, minacce ed estorsioni di cui erano oggetto alcuni patrigruppi familiari
per mano delle strutture paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia (AUC).
Alcuni degli Shere Romengue, autorità tradizionali, si videro forzati a
pagare somme di denaro, si suppone in cambio di sicurezza e tranquillità. Altri,
che rifiutarono di pagare queste estorsioni perché materialmente non potevano o
non volevano farlo, dovettero spostarsi verso un'altra kumpeniyi in
Venezuela. Questa situazione si mantenne, con qualche intermittenza, almeno per
due anni.
Anche se certamente è necessario approfondire sugli impatti che il conflitto
armato ha avuto sul popolo Rom, da parte del Proceso Organizativo
del Pueblo Rom (Gitano) de Colombia (PRORROM), si considera ci siano elementi di
giudizio sufficienti per proporre che se non si vuole commettere una
dimenticanza storica imperdonbile, i Rom non possono essere esclusi dalle
iniziative che si stanno costruendo sulla riparazione collettiva e su quella
simbolica, sia nel quadro della Legge di Giustizia e Pace, che negli altri
scenari. L'importante, in ogni caso, è che la società colombiana e lo Stato
ricordino e non dimentichino mai che il popolo Rom è stato colpito nella sua
integrità etnica e culturale per l'azione dei gruppi armati.
Qualsiasi proposta di riparazione collettiva che abbia come soggetto il popolo
Rom, deve fondarsi nella formalizzazione del pieno riconoscimento della sua
esistenza, il che porta implicitamente al tassativo riconoscimento dei suoi
diritti collettivi. In questo contesto l'istituzione di un quadro giuridico che
regoli le relazioni tra lo Stato colombiano ed il popolo Rom, che vada nella
direzione di eliminare per sempre le asimmetrie discriminatorie ed odiose
attualmente esistenti tra i diritti costituzionali e legalmente riconosciuti ai
popoli indigeni e quelli che effettivamente e realmente sono riconosciuti a
questo popolo, è una premessa imprescindibile e non procastinabile che deve
contemplare qualsiasi proposta di riparazione collettiva che pretenda di fare
giustizia con i Rom.
Girón (Santander), 17 de septiembre de 2008
Bibliografía
COMISIÓN NACIONAL DE REPARACIÓN Y RECONCILIACIÓN, (CNRR). Recomendación de
criterios de reparación y de proporcionalidad restaurativa. CNRR. Bogotá, D.C.
2007. [152p.].
PROCESO ORGANIZATIVO DEL PUEBLO ROM (GITANO) DE COLOMBIA, PRORROM. Sobre la paz
y la guerra: Reflexiones de los invisibles de Colombia, presentadas en la sesión
plenaria del Congreso Nacional de Paz y País el 11 de mayo de 2002. En: PRORROM.
Tras el rastro de Melquíades. Memoria y resistencia de los Rom de Colombia.
Colección O Lasho Drom No. 4. PRORROM. Bogotá, D.C. 2005. Pp. 147-150.
PROCURADURÍA GENERAL DE LA NACIÓN. Primero las víctimas. Criterios para la
reparación integral víctimas individuales y grupos étnicos. Procuraduría General
de la Nación. Agencia Canadiense para el Desarrollo Internacional. Bogotá, D.C.
2007. [325p.].
SAVETO KATAR LE ORGANIZATSI AY KUMPENIYI RROMANE ANDA´L AMERICHI (SKOKRA). ¡Un
S.O.S. por los Rom de Colombia! Comunicado de prensa. Bogotá, D.C. 10 de mayo de
2002.
[1] Miembro de la Secretaría Operativa del Proceso Organizativo del Pueblo Rom
(Gitano) de Colombia, PRORROM.
[2] PROCESO ORGANIZATIVO DEL PUEBLO ROM (GITANO) DE COLOMBIA, PRORROM. Sobre la
paz y la guerra: Reflexiones de los invisibles de Colombia, presentadas en la
sesión plenaria del Congreso Nacional de Paz y País del 11 de mayo de 2002. En:
PRORROM. Tras el rastro de Melquíades. Memoria y resistencia de los Rom de
Colombia. Colección O Lasho Drom No. 4. PRORROM. Bogotá, D.C. 2005. Pp. 147-150.
[3] El subrayado es nuestro. COMISIÓN NACIONAL DE REPARACIÓN Y RECONCILIACIÓN, (CNRR).
Recomendación de criterios de reparación y de proporcionalidad restaurativa.
CNRR. Bogotá, D.C. 2007. P. 25.
[4] PROCURADURÍA GENERAL DE LA NACIÓN. Primero las víctimas. Criterios para la
reparación integral víctimas individuales y grupos étnicos. Procuraduría General
de la Nación. Agencia Canadiense para el Desarrollo Internacional. Bogotá, D.C.
2007. Pp. 76-77.
[5] SAVETO KATAR LE ORGANIZATSI AY KUMPENIYI RROMANE ANDA´L AMERICHI (SKOKRA).
¡Un S.O.S. por los Rom de Colombia! Comunicado de prensa. Bogotá, D.C. 10 de
mayo de 2002.