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Di Fabrizio (del 30/09/2008 @ 09:26:58, in conflitti, visitato 2237 volte)

Da Mundo_Gitano (come accennato in post precedenti, in Colombia e in buona parte delle Americhe, i Rom sono ancora semi-nomadi)

pubblicato su Indymedia Colombia

Colombia, Accampamento Rom

NOMADISMO, SPOSTAMENTO FORZATO E RIPARAZIONE COLLETTIVA: IL CASO DEL POPOLO ROM
por YOSKA BIMBAY [1] lunedì 22 settembre 2008 at 6:14 PM
prorrom@gmail.com
Idee liberate per affrontare il rompicapo della riparazione collettiva ed integrale del popolo Rom

"I nostri spostamenti derivati dal conflitto armato non appaiono sicuramente nelle statistiche. I morti che ha messo il nostro popolo a causa delle guerre non contano per nessuno. I nostri dispersi per le guerre continuano sotto silenzio. La precarizzazione crescente dei nostri livelli di vita prodotta dalle violenze segue totalmente inosservata" [2].

In Colombia si inizia a riconoscere, almeno teoricamente, che il conflitto armato interno ha generato gravi impatti sul popolo Rom. Significa che questo riconoscimento, certamente ancora molto precario, è un primo passo perché lo stato colombiano pensi seriamente alla possibilità di includere i Rom nei suoi programmi di riparazione collettiva e simbolica.

Quanto scritto sopra discende da ciò che è espresso in un documento elaborato dalla Commissione Nazionale di Riparazione e Riconciliazione (CNRR) in cui, riferendosi ai soggetti della riparazione, menziona esplicitamente il popolo Rom. In particolare vi si legge: "che la riparazione tenga in considerazione i gruppi particolarmente vulnerabili come le comunità ed i popoli indigeni, le comunità afrodiscendenti ed il popolo Rom [3]." Anche se l'allusione, nel contesto del documento, è abbastanza periferica, trascina per il popolo Rom un'enorme importanza e può vedersi come un bilancio a favore del processo di riconoscimento dei suoi diritti collettivi.

Inoltre, in un importante studio della Procura Generale della Nazione [4], portato a conoscenza nel giugno 2007, in cui si esprimono i criteri per arrivare alla riparazione collettiva ed integrale dei gruppi etnici, il popolo Rom è incluso come uno dei soggetti collettivi di cui tener conto.

Che il popolo Rom, in maniera adeguata, sia tenuto in conto nei processi di riparazione collettiva e simbolica, in circostanze simili a quelle dei popoli indigeni, afrodiscendenti e razziali, è una scommessa politica che senza dubbio segnala un percorso per dare giustizia storica ad un popolo che è stato abitualmente e sistematicamente escluso dalle politiche pubbliche e dai programmi sociali governativi.

Col peso di essere invisibile per l'insieme del paese, il popolo Rom iniziò ad essere visto dagli attori armati, tanto illegali che legali, i quali con la voragine di violenza politica che scatenarono, lo colpirono in maniera negativa nella propria integrità etnica e culturale.

Senza essere un inventario esaustivo e solo in maniera indicativa, si può dire che tra i principali impatti che il conflitto armato interno ha provocato al popolo Rom, c'è quanto segue:

Si configurano territori del paese in cui i Rom esercitano le loro attività economiche tradizionali, alle quali per paura - derivate effettivamente da fattori obiettivi o fondate su fattori soggettivi - non circolano più o non lo fanno con frequenza ed intensità precedente. Diversi patrigruppi familiari, per timore delle azioni dei gruppi paramilitari che costantemente ricorrevano alle estorsioni per lasciarli lavorare o che apertamente rubavano loro mercanzie e prodotti, hanno optato per diminuire l'intensità, l'ampiezza e la frequenza dei loro itinerari, sin quasi a ridurla al minimo, così le reti ed i percorsi che pazientemente erano state costruite nell'esercizio dell'itinerare ancestrale sono rimaste inattive. Questa situazione è stata fatta propria da alcune kumpeniyi, associazioni di patrigruppi familiari Rom, come una forma di confinamento, che impedendo la mobilità si è tradotto negativamente sulle attività economiche tradizionali. Paradossalmente, mentre il numero dei senza casa nel paese è cresciuto in poco tempo in maniera esponenziale, i Rom che per natura si spostano da un luogo all'altro, non possono più farlo come in precedenza.

La vasta mobilità geografica del popolo Rom, imprescindibile per la realizzazione dei suoi principi e delle più importanti attività economiche, essendo di fatto notevolmente ridotta, si è presto trasformata in una crescente precarizzazione economica dei patrigruppi familiari, cosa che ha causato un allarmante impoverimento socioculturale, dovuto tra l'altro alla diminuzione del flusso degli ingressi monetari richiesti per il complimento delle cerimonie e rituali inerenti alla sua vita culturale, soprattutto relazionati alla lealtà, prestigio e status, hanno causato rotture ed indebolimenti dei suoi valori identitari.

Senza alcun dubbio non sono stati pochi gli spostamenti non volontari eseguiti da alcuni patrigruppi familiari come conseguenza del conflitto armato interno che equivocamente furono spiegati e compresi, tanto dalle istituzioni nazionali come dalla società maggioritaria, a partire dal tradizionale itinere che ha caratterizzato il popolo Rom. E così vari casi di spostamenti forzati di cui sono stati vittime distinti patrigruppi familiari, alla fine sono stati confusi con le dinamiche proprie di itinere e mobilità del popolo Rom. Questi spostamenti forzati, che sono avvenuti senza visibilità dalle istituzioni, hanno inciso nel debilitamento delle rete sociali di solidarietà, sovraccaricando i dispositivi di reciprocità e mutuo aiuto messi in moto per accogliere i patrigruppi familiari coinvolti.

Per un popolo quantitativamente piccolo come quello dei Rom, con una popolazione in Colombia che secondo il Censimento Generale DANE del 2005 si stima in 4.832, ci si aspetta che la perdita di vite umane abbia impatto profondo sulla vita sociale e culturale, perdite che, resta inteso, aumentano progressivamente quando si presentano casi di morti violente e sparizioni forzate commesse dai gadyé (i non Rom), questo perché non solo le possibilità di fare giustizia scappano dall'orbita della Romaní Kriss, il proprio sistema giuridico, ma perché l'immaginario socialmente costruito prodotto dai ricordi accumulati nella memoria collettiva del popolo Rom sulle persecuzioni incessanti di cui è stato vittima per mano dei gadyé in diversi momenti storici e diverse parti del mondo, finiscono per rinforzare la marginalità, sostenuta dal timore verso le leggi e le istituzioni degli "altri", si espande. Gli assassinati ed  dispersi riportati all'interno dei patrigruppi familiari, indicano che tanto le Águilas Negras come i paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia (AUC) con gli insorti, hanno la loro parte di responsabilità.

Nel maggio 2002 si diffuse, soprattutto nei circoli del movimento associativo internazionale del popolo Rom, una notizia [5] che confermava il timore generalizzato di una kumpania ubicata nel nord-est del paese, dovuto alle minacce, minacce ed estorsioni di cui erano oggetto alcuni patrigruppi familiari per mano delle strutture paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia (AUC). Alcuni degli Shere Romengue, autorità tradizionali, si videro forzati a pagare somme di denaro, si suppone in cambio di sicurezza e tranquillità. Altri, che rifiutarono di pagare queste estorsioni perché materialmente non potevano o non volevano farlo, dovettero spostarsi verso un'altra kumpeniyi in Venezuela. Questa situazione si mantenne, con qualche intermittenza, almeno per due anni.

Anche se certamente è necessario approfondire sugli impatti che il conflitto armato ha avuto sul popolo Rom, da parte del Proceso Organizativo del Pueblo Rom (Gitano) de Colombia (PRORROM), si considera ci siano elementi di giudizio sufficienti per proporre che se non si vuole commettere una dimenticanza storica imperdonbile, i Rom non possono essere esclusi dalle iniziative che si stanno costruendo sulla riparazione collettiva e su quella simbolica, sia nel quadro della Legge di Giustizia e Pace, che negli altri scenari. L'importante, in ogni caso, è che la società colombiana e lo Stato ricordino e non dimentichino mai che il popolo Rom è stato colpito nella sua integrità etnica e culturale per l'azione dei gruppi armati.

Qualsiasi proposta di riparazione collettiva che abbia come soggetto il popolo Rom, deve fondarsi nella formalizzazione del pieno riconoscimento della sua esistenza, il che porta implicitamente al tassativo riconoscimento dei suoi diritti collettivi. In questo contesto l'istituzione di un quadro giuridico che regoli le relazioni tra lo Stato colombiano ed il popolo Rom, che vada nella direzione di eliminare per sempre le asimmetrie discriminatorie ed odiose attualmente esistenti tra i diritti costituzionali e legalmente riconosciuti ai popoli indigeni e quelli che effettivamente e realmente sono riconosciuti a questo popolo, è una premessa imprescindibile e non procastinabile che deve contemplare qualsiasi proposta di riparazione collettiva che pretenda di fare giustizia con i Rom.

Girón (Santander), 17 de septiembre de 2008

Bibliografía
COMISIÓN NACIONAL DE REPARACIÓN Y RECONCILIACIÓN, (CNRR). Recomendación de criterios de reparación y de proporcionalidad restaurativa. CNRR. Bogotá, D.C. 2007. [152p.].

PROCESO ORGANIZATIVO DEL PUEBLO ROM (GITANO) DE COLOMBIA, PRORROM. Sobre la paz y la guerra: Reflexiones de los invisibles de Colombia, presentadas en la sesión plenaria del Congreso Nacional de Paz y País el 11 de mayo de 2002. En: PRORROM. Tras el rastro de Melquíades. Memoria y resistencia de los Rom de Colombia. Colección O Lasho Drom No. 4. PRORROM. Bogotá, D.C. 2005. Pp. 147-150.

PROCURADURÍA GENERAL DE LA NACIÓN. Primero las víctimas. Criterios para la reparación integral víctimas individuales y grupos étnicos. Procuraduría General de la Nación. Agencia Canadiense para el Desarrollo Internacional. Bogotá, D.C. 2007. [325p.].

SAVETO KATAR LE ORGANIZATSI AY KUMPENIYI RROMANE ANDA´L AMERICHI (SKOKRA). ¡Un S.O.S. por los Rom de Colombia! Comunicado de prensa. Bogotá, D.C. 10 de mayo de 2002.

[1] Miembro de la Secretaría Operativa del Proceso Organizativo del Pueblo Rom (Gitano) de Colombia, PRORROM.
[2] PROCESO ORGANIZATIVO DEL PUEBLO ROM (GITANO) DE COLOMBIA, PRORROM. Sobre la paz y la guerra: Reflexiones de los invisibles de Colombia, presentadas en la sesión plenaria del Congreso Nacional de Paz y País del 11 de mayo de 2002. En: PRORROM. Tras el rastro de Melquíades. Memoria y resistencia de los Rom de Colombia. Colección O Lasho Drom No. 4. PRORROM. Bogotá, D.C. 2005. Pp. 147-150.
[3] El subrayado es nuestro. COMISIÓN NACIONAL DE REPARACIÓN Y RECONCILIACIÓN, (CNRR). Recomendación de criterios de reparación y de proporcionalidad restaurativa. CNRR. Bogotá, D.C. 2007. P. 25.
[4] PROCURADURÍA GENERAL DE LA NACIÓN. Primero las víctimas. Criterios para la reparación integral víctimas individuales y grupos étnicos. Procuraduría General de la Nación. Agencia Canadiense para el Desarrollo Internacional. Bogotá, D.C. 2007. Pp. 76-77.
[5] SAVETO KATAR LE ORGANIZATSI AY KUMPENIYI RROMANE ANDA´L AMERICHI (SKOKRA). ¡Un S.O.S. por los Rom de Colombia! Comunicado de prensa. Bogotá, D.C. 10 de mayo de 2002.

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