Sinora non ho scritto niente sulla morte del rom quattordicenne a Sesto, per
un incendio nell'area ex Falk. Più che altro per incapacità di esprimere
qualcosa che non fosse già stato scritto, che si traduce - in parole povere - in
un sentimento di "pietas" per questa giovane morte, un'analisi sommaria dei
traffici di persone che portano giovani rumeni a perdersi nelle nostre aree
abbandonate... Oppure, visto dall'altra parte, pensare che in fondo era solo un
vagabondo in meno, e che a vivere "borderline" è normale finire così.
Ripeto: niente che non sia già stato scritto. Quante segnalazioni simili,
soprattutto nel periodo invernale, potete trovare nell'archivio degli articoli che ho scritto in precedenza? Cambia qualcosa? Anche sul caso di
Livorno dell'anno scorso, uno dei tanti dove la causa potrebbe essere
dolosa, la magistratura tace. Passata la dovuta commozione, resta solo un senso
di sconfitta e di già visto...
Ritorno adesso sull'argomento, adesso che la memoria pian piano cancella questo
ENNESIMO morto, con un articolo preso dal blog
ilKuda,
che ha questa novità rispetto a tutto quello che si è scritto: vede la notizia
da vicino, probabilmente non è un attivista o un esperto delle cronache Rom, ma
mantiene la capacità di interrogarsi. Di questi tempi non è poco.
Quanto spazio merita un 14enne bruciato?
Poco, direi. Perché se mercoledì mattina in un rogo all'interno delle ex-Falk
è morto carbonizzato un ragazzo di 14 anni, già ieri la notizia era fuori
dalle home page dei principali quotidiani on-line e credo che oggi non ne parli
più nessuno.
Vittima del degrado, vittima della povertà, vittima delle occupazioni abusive.
Un po' se l'è anche cercata, come Abdul, se invece di starsene tra le rovine di
una ex fabbrica fosse andato in albergo queste cose non sarebbero successe, o
meglio ancora, perché non è rimasto in Romania?
Qualcuno ha aggiunto qualcosa all’esistenza di Daniele. Chiedeva l’elemosina ai
semafori, probabilmente sfruttato da qualche banda. Molti, ragazzi come lui, si
prostituiscono. Nessuna scuola, nessun aiuto, nessuna assistenza. La sua
giornata era un provare a cavarsela nella minor sofferenza possibile. Sempre
sofferenza era. Nel suo giaciglio tra la sporcizia, in mezzo ad altri come lui,
provava a darsi pace, a sentire attorno a sè il senso della normalità. Hanno
raccontato che l’incendio è nato dalla fiammella di una candela, unica luce
possibile nella notte tra le rovine della Falck, in una palazzina che di uomini
donne bambini ne ospitava, si dice, altri trenta.
Forza Italia di Sesto non ha perso tempo e ha fatto uscire un bel comunicato:
"non possono fare altro che ribadire quanto più volte chiesto in consiglio
comunale e cioè un controllo del territorio massimo attraverso le forze di
polizia - magari impiegando anche l'esercito nel pattugliamento (...) Quanto
accaduto è il risultato di una situazione di degrado urbano e sociale voluta dal
Sindaco e dalla Sinistra a Sesto San Giovanni. E' ormai tempo di cambiare.
Occorre il pugno di ferro nei controlli del territorio. Giusto ieri sera grazie
al consigliere di quartiere Michele Izzi che ha richiesto l'intervento delle
forze dell'ordine in via Molino Tuono sono stati fermati tre cittadini romeni e
sgomberate le baracche provvisorie e fatti allontanare i furgoni accampati in
violazione dell'ordinanza sindacale esistente in materia."
Forse ai solerti consiglieri forzaitalioti bisogna chiarire un paio di cose:
- l'area ex-Falk non è pubblica ma privata, di proprietà del ben noto
Caltagirone, amico di Berlusconi e suocero di Casini, per intenderci;
- l'amico Caltagirone non ha permesso che gli educatori di strada entrassero
nelle aree ex-Falk impedendo di fatto ogni intervento del comune sul territorio;
- ogni giorno passo per via Trento per andare al lavoro, spesso i carabinieri
stazionano all'ingresso delle zone abbandonate, spesso vedo persone che si
fermano, parlano con loro, presentano i documenti ed entrano nell'area. Sono le
persone che lì vivono perché in Italia non siamo in grado di dar loro
accoglienza migliore, salvo essere i primi ad andare a comprare i loro bancali o
cercare di sfruttarli nei cantieri facendoli lavorare in nero e senza sicurezza;
- se anche mandassero l'esercito in giro per l'ex Falk (cosa che dubito piacerà
a Caltagirone) l'unico risultato sarebbe che le persone che lì vivono si
sposterebbero da un'altra parte. Proprio come è successo dopo gli sgomberi di
Milano.
Ma queste cose sul comunicato di Forza Italia stonavano. E poi tanto oggi già
nessuno parla del ragazzino bruciato. Probabilmente nessuno vuole l'esercito, ma
basta fare un po' di demagogia spiccia.