Ricevo da Roberto Malini
COMUNICATO STAMPA 21 luglio2008
ROM, GRUPPO EVERYONE A MARONI: "MA CITTADINANZA A QUALI BAMBINI ABBANDONATI?
SOTTRATTI ALLE FAMIGLIE DALLE ISTITUZIONI"
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha dichiarato che nei prossimi giorni
proporrà al Governo la concessione della cittadinanza italiana ai bambini Rom
senza genitori nati in Italia. La proposta ha sollevato un coro di domande da
parte delle organizzazioni dei diritti umani, dei politici e dei semplici
cittadini, tra tutte: quanti sono gli orfani o i trovatelli Rom nati in Italia?
E fra questi, quanti sono quelli che non hanno parenti stretti a cui essere
affidati?
"Dopo attenta riflessione," commentano i leader del Gruppo EveryOne Roberto
Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau "abbiamo identificato i bimbi e i minori
cui si riferisce il ministro Maroni. Sono i bambini rom sottratti dalle autorità
e dai servizi sociali dei comuni italiani con l’avvallo dei Tribunali per i
minorenni – in una parola, dalle Istituzioni – ai loro genitori, con
provvedimenti illegittimi, già denunciati dall'europarlamentare ungherese
Viktoria Mohacsi alla Commissione europea. Centinaia di bambini Rom sono stati
sottratti alla potestà dei loro genitori, spesso addirittura al momento del
parto, con la scusa che le madri non avevano un domicilio né un lavoro. Nella
maggior parte, si trattava di genitori romeni di etnia Rom. Le motivazioni alla
base dei provvedimenti sono, in realtà, false e pretestuose," continuano gli
attivisti "perché le madri e i padri dei bambini 'rubati' avevano praticamente
nella totalità dei casi domicilio in Romania, un domicilio proprio o presso
parenti. In diversi casi, inoltre, le madri colpite dal terribile provvedimento
erano ospitate presso centri di accoglienza o alloggi privati, messi a
disposizione da volontari".
Il Gruppo EveryOne presenterà nei prossimi giorni un dossier alle Istituzioni
europee e all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, nonché
ad alcuni Parlamentari italiani, in cui sono esposti i vizi delle procedure, gli
innumerevoli abusi e una nutrita documentazione riguardante i casi più
emblematici. "Vi è molta ignoranza, da parte di autorità, servizi sociali,
aziende sanitarie e Istituzioni in genere," proseguono i rappresentanti di
EveryOne "riguardo alla direttiva europea sulla libera circolazione 2004/38/CE,
che permette ai cittadini romeni e così a tutti i comunitari di transitare
liberamente nel nostro Paese senza l’obbligo di permessi di soggiorno o altra
documentazione speciale. Sono altrettanto sconosciute le normative
internazionali che tutelano i diritti delle minoranze e dei bambini e,
purtroppo, vi sono molti interessi – di vario genere – legati alle procedure di
affidamento dei minori a famiglie italiane e comunità. Quello che colpisce di
più, tuttavia," concludono "è il fatto che non venga considerato il domicilio
dei genitori in Romania. Togliere i loro i figli perché si trovano in Italia
senza un luogo stabile in cui vivere corrisponde a mettere in atto le stesse
procedure nei confronti di cittadini comunitari in vacanza in Italia, magari in
una tenda o di passaggio in una città".
"In realtà," denuncia l’attivista Rom Nico Grancea, membro EveryOne, "si è
voluto costringere i Rom romeni a tornare in patria, sotto la minaccia di
perdere i loro bambini. Non a caso, nell'ultimo anno, ben 27mila cittadini Rom
romeni, fuggiti dal'Italia, sono stati accolti in Francia, Spagna, Portogallo,
Grecia e Romania. Sono Paesi che vanno lodati, perché hanno evitato una
catastrofe umanitaria. In Italia si è verificata un'espulsione di massa
camuffata da provvedimento a tutela delle famiglie".
"Il ministro Maroni" conclude il Gruppo EveryOne "si è reso conto dello
spaventoso abuso commesso e sta cercando di correre ai ripari concedendo la
cittadinanza italiana ai bambini sottratti illegittimamente. E' importante che
le Nazioni Unite intimino all'Italia di interrompere immediatamente le
sottrazioni di bambini alle famiglie Rom, le espulsioni di massa, la purga
etnica in corso, e che la Commissione UE e il Parlamento europeo formalizzino al
più presto sotto forma di una direttiva gli obblighi umanitari cui l’Italia -
come tutti i Paesi membri dell'Unione - si deve attenere".
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