Comunicato stampa di
Luciano Muhlbauer
A Milano proseguono le operazioni di schedatura dei rom e oggi è toccato al
campo autorizzato di via Negrotto, 23. E come al solito, il vicesindaco De
Corato si autocelebra, diramando comunicati stampa e annunciando che
l’operazione di polizia ha permesso l’identificazione di 82 "nomadi italiani,
provenienti principalmente dalla ex-Jugoslavia" e la scoperta di due
edificazioni abusive "in legno e muratura".
Insomma, un altro grande successo per il cosiddetto censimento voluto dal
Governo, per scoprire finalmente chi sono queste persone sconosciute che abitano
nei campi? Non proprio, perché è stato scoperto quello che
già si sapeva e sono state identificate persone già identificate.
Infatti, la Polizia Locale di Milano da anni scheda meticolosamente i rom
presenti sul territorio milanese, come avevamo denunciato cinque giorni fa,
anche se soltanto tre quotidiani - Liberazione, il Manifesto e la Repubblica - e
l’emittente radiofonica Radio Popolare hanno ritenuto opportuno informarne
l’opinione pubblica.
E così è sufficiente prendere in mano il dossier della polizia locale che
raccoglie i dati del periodo ottobre 2006 – dicembre 2007 e consultare la scheda
relativa al campo oggi visitato dalle forze dell’ordine, per sapere quello che
De Corato sostiene di aver scoperto oggi. La scheda parla infatti di 78
abitanti, di "nazionalità: Sinti italiani (Lombardia, Veneto e Friuli) – Estera
(ex Yugoslavia)" e rileva la presenza di "case in legno e muratura che hanno
sostituito le roulotte originarie tutte dotate di servizi interni; le
costruzioni abusive, regolarmente denunciate all’A.G., sono state condonate per
stato di necessità".
Mettendo un attimo da parte ogni considerazione sul concetto inquietante di
"nazionalità" impiegato, risulta dunque evidente che la banca dati della polizia
municipale, la quale fa capo al vicesindaco, dispone già di un quadro completo,
peraltro in continuo e autonomo aggiornamento.
E allora avanziamo ancora una volta alcune domande molto semplici, ma anche
molto importanti. Il Commissario straordinario, Prefetto Lombardi, era a
conoscenza dell’esistenza della banca dati costruita dagli uomini di De Corato e
aveva informato il Ministro Maroni? Chi aveva autorizzato e su quali presupposti
la classificazione su base etnica di dati sensibili, di cittadini italiani e
stranieri, da parte della Polizia Locale di Milano? E visto che la schedatura
etnica già esiste, perché ripeterla con grande dispendio di forze dell’ordine e
annunci pubblicitari, se non allo scopo di umiliare persone colpevoli unicamente
di essere zingari?
Riteniamo che sia preciso dovere della Prefettura e del Ministero fornire una
risposta urgente ed esauriente. Non perché lo chiede Rifondazione Comunista, ma
perché la trasparenza è un atto dovuto nei confronti dei cittadini.