Ricevo da Marco Brazzoduro
Come autori di libri per bambini e ragazzi esprimiamo una forte
preoccupazione per le iniziative assunte recentemente dal Ministero dell’Interno
di usare come metodo di identificazione per i minori Rom la schedatura delle
impronte digitali.
Troppo spesso, nel documentarci per scrivere le nostre storie, abbiamo
incontrato leggi che “per il bene” di bambini emarginati e senza voce in
capitolo, hanno di fatto sancito ingiustizie e discriminazioni.
Se vogliamo far sì che i piccoli Rom non vivano fra i topi, cerchiamo di
integrarli con le loro famiglie, di mandarli a scuola, di toglierli da
situazioni di degrado, invece di fare le barricate quando si tenta di sistemarli
in situazioni più dignitose.
Qualora questa misura fosse effettivamente attuata, violando a nostro parere i
principi che regolano la convivenza civile come la Costituzione, la Convenzione
sui Diritti dell'Infanzia approvata dalle Nazioni Unite nel 1989 e ratificata
dall’Italia nel 1991, non potremmo fare a meno di provare un forte senso di
disagio nel proporre ai nostri piccoli lettori testi che parlano di solidarietà,
di incontro fra i popoli o narrano di violenze e prevaricazioni subite dai loro
coetanei come se fossero accadute nel passato e non potessero ripetersi mai più.
Non vorremmo appartenere a uno Stato che un giorno debba chiedere scusa alle sue
minoranze.
Vanna Cercenà, Emanuela Nava, Dino Ticli, Moony Witcher, Alberto Melis, Janna
Carioli, Angelo Petrosino, Francesco D’Adamo, Luisa Mattia, Emanuela Bussolati,
Arianna Papini, Guido Sgardoli, Roberto Denti, Giusi Quarenghi, Angela Nanetti,
Stefano Bordiglioni, Aquilino, Bruno Tognolini