Da
Euobserver
Alcune OnG europee contro il razzismo hanno criticato la Commissione Europea
per aver erogato soldi per attività durante l'anno europeo del dialogo
interculturale ai governi UE, piuttosto che a chi lavora direttamente per
aiutare le comunità minoritarie.
Dice Bashy Quraishy, presidente di European Network Against Racism (ENAR) a
Euobserver: "Se la Commissione Europea voleva il multiculturalismo ed il dialogo
interculturale, avrebbe dovuto dare almeno metà dei soldi alle OnG che
interagiscono con i soggetti reali con cui vogliono creare un dialogo."
La sua organizzazione raggruppa oltre 600 OnG che operano nel combattere
il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo e l'islamofobia nei 27 stati membri
della UE.
Quraishy, di origini pakistane, dice che se ogni paese scegliesse di spendere i
fondi UE secondo la propria definizione di "dialogo interculturale" le minoranze
oggetto avrebbero scarse possibilità di essere coinvolte nel dialogo con le
comunità maggioritarie.
Si rivolge al suo paese, la Danimarca: "Il governo danese non crede
nell'interculturalismo. credono nella cultura danese. Il governo non ha
invitatao una singola OnG locale per discutere le attività dell'anno," dice
Quraishy.
Ciononostante, ha elogiato la Commissione Europea per la sua iniziativa,
sottolineando che ogni iniziativa sul multiculturalismo è utile e che Bruxelles
è stata molto più attenta dei singoli stati membri.
D'altra parte, i politici UE dovrebbero richiedere ai governi di spendere i
fondi secondo una definizione condivisa delle parole "multiculturalismo" e
"dialogo interculturale", prima di dar fondo alla cassa, ha aggiunto.
"La commissione avrebbe dovuto dire: -Per interculturalismo intendiamo che le
maggioranze con tutte le proprie risorse e denari interagisce con le minoranze
che non ne anno.- Chiedere loro [le minoranze] che tipo di attività vogliono nel
programma di dialogo interculturale. Il quadro è completamente differente da
quello dei governi," dice Quraishy.
"La mia più grande preoccupazione è che questo tipo di anni, come quello
scorso che era quello delle pari opportunità, diventano simbolici, si parla e ci
scambiano sorrisi e parole gradevoli," conclude.
Una piccola torta da condividere
L'anno Europeo per il dialogo interculturale ha un budget di 10 milioni di €,
da spendere in sette progetti pilota multi-europei e 27 progetti nazionali, che
riguardano la cultura, l'istruzione, i giovani, lo sport e la cittadinanza.
Lo scopo è di incoraggiare la comprensione, la tolleranza, la solidarietà e
il senso di destino comune tra i popoli di tutte le origini e culture in Europa.
Dei 10 milioni di € garantiti da Bruxelles, il 40% è dedicato alla campagna e
altri lavori di pubbliche relazioni per l'anno. Un altro terzo è direttamente
investito nel co-finanziamento di progetti nazionali, lasciando soltanto 2,4
milioni di €, divisi tra le capitali europee, per essere liberamente allocate.
"C'è pochissimo denaro da usare quando i fondi sono stati divisi tra i 27
stati membri" dice un incaricato di Bruxelles coinvolto nella pianificazione
annuale, spiegando che la difficoltà amministrativa nel dividere tali piccole
somme non soltanto tra i diversi governi ma anche con le OnG non valgono
semplicemente la pena.
"Sembra ragionevole che la commissione dia il denaro ai governi, considerato
che queste somme possono aggiungersi a quelle stanziate nazionalmente per
finanziare i differenti progetti," continua.
Dice che diversi stati sono stati scettici nel spendere grandi somme in campagne
sui media e altre attività di PR, e avrebbero preferito aver visto i soldi
direttamente investiti in azioni concrete sui temi del dialogo interculturale.
"C'è stata una divisione tra paesi che volevano spendere maggiormente in
-progetti emblematici- per alzare il profilo e quanti volevano allocare più
denaro per i governi e progetti," spiega.