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NAZIONI UNITE - Secondo un rapporto di
Open Society Institute (OSI), nonostante anni di promesse governative, i
bambini rom in molti paesi europei rimangono esclusi dall'educazione di qualità.
Segregati in classi di soli Rom, o in scuole speciali per disabilità intellettuale,
affollati in classi decrepite e lasciati ad insegnanti con scarsa preparazione,
gli studenti rom affrontano serie sfide per completare l'educazione di base.
I Rom sono la più grande minoranza d'Europa e parte chiave del suo futuro.
Fintanto che i leaders europei si crogioleranno nelle loro promesse, l'Europa
pagherà caramente il perdere un'altra generazione di bambini Rom discriminati e
negletti.
La situazione dei bambini rom nella scuola è dettagliata nella serie di
rapporti Equal Access to Quality Education for Roma.
Il volume include uno sguardo globale all'Europa e rapporti specifici su
Croazia, Macedonia, Montenegro e Slovacchia.
OSI ha poi rilasciato all'aprile di quest'anno rapporti nazionali su
Bulgaria, Ungheria, Romania e Serbia.
I rapporti forniscono una profonda prospettiva ed evidenziano le azioni
politiche necessarie per affrontare un'allarmante situazione.
La parlamentare europea Viktória Mohácsi dice: "Il rapporto OSI conferma che
la segregazione dei bambini rom non è basata soltanto sul colore della loro
pelle, ma anche fornendo educazione di bassa qualità ai nostri bambini. L'Europa
non dovrebbe accettare discriminazioni così serie.
L'Ungheria è stato il primo paese a creare le basi legali per la
desegregazione.
Almeno una dozzina di stati membri EU dovrebbero seguire questi passi".
La segregazione dei Rom a scuola, recentemente condannata dalla Corte Europea
dei Diritti Umani nel caso
D.H. ed altri contro la Repubblica Ceca, è pervasiva ma non riconosciuta in
Slovacchia, Macedonia, Croazia e Montenegro.
Ci sono rapporti affidabili e disponibili sulla segregazione, tuttavia i
governi continuano a negare che i bambini rom siano rinchiusi in scuole e classi
separate e di bassi standard.
In tutti i paesi monitorati, c'è un significativo gap tra i dati ufficiali e
quelli raccolti dalle OnG nelle loro ricerche.
In Macedonia, dati non ufficiali pongono la popolazione Rom nel paese oltre
tre volte il numero indicato dai censimenti nazionali.
In Slovacchia le scuole non riportano i casi di abbandono scolastico.
Le politiche educative non possono essere effettivamente indirizzate senza
questi dati di base, o su informazioni frammentate o incomplete.
I governi devono anche assistere alle deficienze fondamentali nei sistemi
scolastici nazionali.
In Montenegro, mancano posti nella pre-scuola e i bambini i cui genitori
lavorano entrambe hanno la priorità nell'assegnazione. Dato che la
disoccupazione è diffusa tra le famiglie rom, molti dei loro bambini perdono
perciò la possibilità di frequentare la pre-scuola.
In Croazia, i costi scolastici sono il maggiore ostacolo per le
famiglie rom, e anche se alcune municipalità allocano risorse per aiutare ad
incontrare questi corsi, non esiste un programma per assicurare a tutti i
bambini materiale scolastico appropriato.
Gli insegnati delle regioni monitorate dovrebbero ricevere maggiore supporto.
Gli insegnanti nelle scuole con una maggioranza di studenti rom hanno di rado
accesso ai programmi che li preparino a lavorare con una classe diversa, i
programmi di studio inflessibili limitano la loro capacità di adeguare alle
lezioni i bisogni degli allievi.
I rapporti oggi rilasciati danno anche esempi dei notevoli progressi
raggiunti nei paesi monitorati, spesso col supporto EU.
Questi includono l'Iniziativa Educazione Rom in Montenegro e il programma
comunitario delle OnG in Macedonia, che ha aiutato a forgiare collegamenti don
le famiglie rom.
Passo significativo, ognuno dei paesi monitorati ha sottoscritto il Decennio
dell'Inclusione Rom 2005-2015, iniziativa internazionale che stabilisce un
approccio coordinato per migliorare la situazione dei Rom in Europa.
D'altra parte, gli esempi positivi e gli impegni da soli sono insufficienti
per assicurare miglioramenti significativi.
Open Society Institute richiama i governi e l'Unione Europea a portare un
cambiamento significativo: dove così non fosse, i governi devono prendere
coscienza e proibir la segregazione.
A livello europeo, le politiche di formazione devono richiamare la
segregazione razziale ed il livello disuguale ed inadeguato per i Rom.
Per compiere gli impegni attuali verso l'uguaglianza per tutti, l'EU deve
articolare un quadro chiaro e generale per progredire, promulgando le politiche
che possono promuovere efficacemente l'inclusione sociale delle comunità Rom
attraverso l'Europa.