Ricevo da Marco Brazzoduro
Rapporto di Amnesty International sulla Repubblica Slovacca: negata ai bambini e alle bambine Rom un’istruzione secondo criteri di uguaglianza e non discriminazione
“I bambini qui sono dei ritardati mentali. C’è la tendenza a integrare i Rom nelle scuole primarie, ma per gli alunni con ritardo mentale e sociale non cambia niente. I bambini che provengono da un ambiente socialmente svantaggiato soffrono di un ritardo sociale e mentale.”
(Il preside di una scuola speciale frequentata per il 9% da bambine e bambini Rom)
Un alto numero di bambine e bambini Rom viene ancora assegnato, in modo sproporzionato, a scuole speciali, frequenta classi per persone con disabilità mentale e difficoltà d’apprendimento o viene segregato in scuole per soli Rom: è questa la denuncia contenuta in un rapporto presentato oggi da Amnesty International sulle violazioni del diritto all’istruzione dei bambini e delle bambine Rom nella Repubblica Slovacca.
Il rapporto dell’organizzazione per i diritti umani segnala che i bambini e le bambine Rom assegnati alle scuole speciali seguono programmi ridotti e non hanno praticamente alcuna possibilità di reintegrarsi nelle scuole ordinarie o proseguire nell’educazione secondaria.
Amnesty International chiede alle autorità slovacche di affermare in modo forte e chiaro la loro determinazione a sradicare la diffusa segregazione nell’istruzione delle bambine e dei bambini Rom e di prendere misure immediate per favorire la loro effettiva integrazione.
“A prescindere dalla loro capacità individuale, molti bambini e bambine Rom ricevono un’istruzione di serie B in classi segregate. Se il governo non riesce a fornire un’istruzione adeguata a tutti i bambini e le bambine Rom, le loro prospettive d’impiego diventano scarse e si perpetua in questo modo un ciclo di marginalizzazione e di povertà” – ha dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International.
L’organizzazione per i diritti umani si dice preoccupata per il fatto che il modo in cui vengono effettuate le valutazioni e i criteri usati per assegnare una bambina o un bambino in una scuola o in una classe speciale possono costituire elementi di discriminazione, poiché non tengono in adeguata considerazione le differenze linguistiche e culturali. Il rapporto di Amnesty International afferma che fino al 50% delle bambine e dei bambini Rom sono stati assegnati a scuole o classi speciali in modo errato.
“Una bambina o un bambino che vivono in una baracca in mezzo al nulla, senza elettricità o acqua corrente non sapranno mai come scaricare una toilette, usare un bagno, impugnare una matita, fare un disegno o parlare slovacco. Tutto questo, però, non dovrebbe privarli del loro diritto fondamentale a un’istruzione adeguata” – ha sottolineato Duckworth.
Un’ulteriore motivo di preoccupazione per Amnesty International è costituito dall’ampia presenza di scuole e classi per soli Rom. In alcune zone orientali della Repubblica Slovacca, il 100% delle scuole è di tipo segregato. La legge prevede che i genitori abbiano il diritto di scegliere la scuola per i propri figli. Questa normativa, apparentemente neutrale, contribuisce in realtà alla segregazione: la libertà di scelta dei genitori dà spesso luogo al ritiro di bambine e bambini non Rom dalle scuole frequentate prevalentemente da Rom. La scelta dei genitori, insieme alla mancanza di trasporti scolastici gratuiti per le bambine e i bambini Rom influenza la segregazione e riduce radicalmente l’interazione tra i Rom e i loro coetanei in Slovacchia.
Sebbene insista che la segregazione non è una politica ufficiale, finora il governo di Bratislava non si è veramente impegnato a fermarla. Come ha detto un funzionario slovacco ad Amnesty International, la segregazione si ottiene facilmente ed è difficile contrastarla.
“La società civile ha la competenza e l’esperienza per contribuire a risolvere i problemi della segregazione e della discriminazione nei confronti delle bambine e dei bambini Rom. Un miglioramento degno di nota sarà possibile solo con il coinvolgimento attivo e concordato del governo slovacco e di ogni livello delle istituzioni, delle comunità Rom e delle organizzazioni non governative” – ha commentato Duckworth.
Alcune misure speciali assunte dal governo, come l’istituzione di classi preparatorie, l’assunzione di insegnanti di sostegno, gli incentivi finanziari alle scuole per integrare le bambine e i bambini Rom e un minimo di formazione per gli insegnanti che lavorano con i Rom, hanno avuto l’approvazione di Amnesty International. Tuttavia, queste misure non sono obbligatorie e in molti casi non vengono attuate a livello locale.
Il diritto all’istruzione è collegato ad altri importanti diritti umani, come il diritto a un’abitazione adeguata. Circa un terzo della popolazione Rom della Repubblica Slovacca vive in insediamenti situati fuori dalle città e dai villaggi, con scarsa o addirittura assente fornitura di acqua ed elettricità, servizi igienici, strade asfaltate e altre infrastrutture fondamentali. L’assenza di adeguati alloggi per i Rom ha un impatto notevole sulla possibilità che le bambine e i bambini Rom possano beneficiare del diritto all’istruzione. Katarina Krustenova, che vive in un insediamento nei pressi di Letanovce, nella Slovacchia orientale, ha dichiarato ai ricercatori di Amnesty International: “Abbiamo una candela… vorremmo che i nostri figli studiassero a casa, ma finisce molto presto…”.
“I Rom hanno le stesse aspirazioni del gruppo maggioritario della popolazione slovacca. Il governo deve assumersi le proprie responsabilità e promuovere, proteggere e ottenere il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini Rom. Deve anche far sì che gli insediamenti precari e segregati dei Rom siano un ricordo del passato” – ha concluso Duckworth. “È molto importante che l’Unione europea, di cui la Repubblica Slovacca è Stato membro, sostenga il governo in tutti i suoi reali tentativi di affrontare il problema della sistematica violazione del diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini Rom. L’Unione europea potrebbe farlo fornendo la necessaria assistenza finanziaria e tecnica e assicurando la partecipazione dei Rom a tutti i livelli dell’adozione e dell’attuazione di politiche e programmi riguardanti la loro vita”.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 15 novembre 2007