Da
ChiAmaMilano
Il pirata della strada di via Padova è una donna italiana, ma
fa meno notizia del suo fidanzato Rom
Il 16 settembre in via Padova un’automobile travolgeva un pensionato di 71 anni
e lo trascinava per cento metri uccidendolo. L’uomo si era aggrappato al cofano
dell’auto e il pirata della strada piuttosto che fermarsi ha proseguito
zigzagando per “scrollarsi” di dosso il malcapitato.
Per due settimane l’ennesima tragedia della strada registrata a Milano è stata
condita da un solo elemento: la carcassa dell’auto, bruciata, fu rinvenuta
il giorno dopo l’incidente nei pressi di un campo nomadi.
I titoli delle cronache locali, le pagine dei quotidiani nazionali, addirittura
il telegiornale più seguito si concentrarono su quell’elemento e il campo rom
vicino al quale era stata ritrovata l’auto pirata diventava la stimmate della
colpevolezza. Come poteva essere altrimenti?
Nonostante l’indizio assai debole, il seme del sospetto era stato gettato su un
terreno reso assai fertile da un’ormai interminabile campagna mediatica che vede
nei nomadi l’alfa e l’omega del peggio che possa esserci nella società –ammesso
che ne facciano parte–; la quintessenza dei barbari che temiamo alle porte e nei
volti dei quali non vogliamo specchiarci.
Per due settimane in modo neppure tanto implicito il pregiudizio e il sospetto
sono diventati una cosa sola.
Il 2 ottobre la svolta nelle indagini, come si usa dire nel gergo della cronaca
nera. Al pirata della strada viene dato un nome e un volto: si tratta di un’italianissima
pluripregiudicata ventiquattrenne che non ha mai preso la patente ma che era
proprietaria dell’auto che ha ucciso in via Padova.
Il 3 ottobre la notizia dell’arresto della donna è data con minor rilievo
rispetto a quella dell’investimento di due settimane prima. Nessun accenno nei
titoli, nei sommari o negli occhielli all’italianità della donna, che però, come
precisano i pochi articoli dedicati alla soluzione del caso, è fidanzata con un
Rom. È evidente, in un modo o nell’altro, i nomadi c’entrano.
Così, per una di quelle coincidenze che spesso contribuiscono a dare forma allo
zeitgeist che caratterizza l’informazione, i titoli principali della cronaca
cittadina il 3 ottobre erano “Censimento rom: in 700 senza lavoro, vanno
espulsi”, “Troppi romeni irregolari, intervenga il Prefetto”, “Al setaccio i
campi nomadi, vanno espulsi 302 rom”, “Schedati gli zingari in 700 vanno
espulsi”, “Campi, controlli a tappeto, 700 nomadi non in regola”, “Rom,
censimento nei campi regolari: 302 identificati”, “In tre anni raddoppiati i
romeni”.
Beniamino Piantieri