scrive Mihaela Iordache
Secondo le autorità italiane il numero di rom di origine rumena in Italia
dopo il primo gennaio 2007 è aumentato. E si parla d'emergenza e rimpatri. Il
dibattito in Romania e in Europa
I rom che provengono dalla Romania preoccupano da tempo le autorità italiane che
sempre più spesso utilizzano rispetto alla questione il termine “emergenza”. Il
tragico episodio avvenuto a Livorno agli inizi di agosto, dove in un incendio
sono morti quattro bambini rom originari della Romania, ha richiamato
ulteriormente l’attenzione sull’esistenza stessa di queste persone che spesso
vivono in condizioni disumane.
Sull’opportunità di allestire campi rom si sono accese polemiche e scambiate
accuse tra autorità locali, centrali e europee. Alle dichiarazioni del premier
Prodi secondo il quale l’Italia non è preparata ad affrontare questo fenomeno -
relativamente recente per il paese - e che comunque si tratta di un problema
politico, l’Unione europea ha risposto categoricamente ribadendo che le regole
per l’integrazione dei rom esistono e che l’Italia come anche altri paesi
europei deve seguirle.
Il problema è complesso e l’argomento è comunque sensibile. Dove i rom
installano i loro campi - spesso abusivi - i residenti si lamentano per aspetti
che vanno dalle condizioni igieniche precarie fino ad episodi di criminalità di
cui si renderebbero responsabili. Spesso la situazione viene strumentalizzata
portando a gravi episodi di razzismo e violenza. Non raramente si arriva a
sgomberi che risolvono solo localmente la situazione, spostando il problema
altrove.
Secondo le autorità italiane si è verificato un aumento della presenza dei rom
in Italia dal primo di gennaio, quando la Romania è diventata membro dell’Unione
europea e i cittadini romeni di conseguenza cittadini comunitari. Questi ultimi
vengono in Italia spesso per sfuggire, in Romania, a una situazione di miseria e
discriminazione.
Dei circa sei milioni di rom che vivono nell'Ue quasi 2,5 milioni si trovano in
Romania, anche se l’ultimo censimento parla di 700.000 persone. In Romania i rom
sono considerati una minoranza e come le altre 16 minoranze etniche hanno
diritto ad un loro rappresentante nel Parlamento di Bucarest. Inoltre un
dipartimento speciale governativo si occupa dei problemi che li riguardano,
dalla discriminazione fino a progetti finanziati con fondi nazionali, europei ed
internazionali per favorire la loro integrazione.
Ciononostante l’Unione europea ha recentemente criticato aspramente il modo in
cui la Romania gestisce la questione dei rom. Il rapporto del 2007 sul razzismo
e xenofobia menziona ad esempio come nonostante alcune misure positive varate
dallo stato i rom continuino ad essere evacuati con la forza senza ricevere
alcuna abitazione in cambio.
Anche molte ong romene hanno segnalato evacuazioni forzate seguite da
demolizioni in alcune località della Romania. "Gran parte dei problemi dei rom
della Romania sono i problemi di altre comunità, di romeni o magiari. La povertà
non è una categoria etnica, non è qualcosa esclusivamente dei rom. Ma i rom si
confrontano con problemi specifici , come la discriminazione", spiega Ioan Gruia
Bumbu il presidente dell’Agenzia nazionale per i rom.
E' solo da poche settimane che il ministero romeno per l’Educazione ha varato un
decreto che vieta dall’anno scolastico 2007-2008 la costituzione di classi, sia
nelle scuole elementari che nelle medie, separate per i rom. Cosa che sino ad
ora è avvenuta regolarmente. Il clima dominante in Romania rispetto ai rom
emerge chiaramente da uno studio commissionato dalla Fondazione Soros e dalla
Banca Mondiale: tre quarti della popolazione non desidera abitare nelle
vicinanze degli “zingari”. I rom romeni per conservare le loro tradizioni e a
fronte di un’integrazione mai avvenuta (anche se imposta forzatamente durante il
regime di Ceausescu) vivono in vere e proprie enclave, comunità ben determinate,
luoghi spesso “ai margini” dove si riscontrano gravi problemi di criminalità.
In questo contesto le continue notizie che arrivano dai paesi europei tra cui
anche Italia e che trattano dell’emergenza rom hanno destato preoccupazione in
Romania, soprattutto per l’immagine negativa che si ritiene poi si rifletta su
tutti i cittadini romeni. I forum dei giornali e i siti delle tv sono pieni di
commenti spesso a carattere razzista. I romeni sono indignati perché si fa di
tutta l’erba un fascio ed in particolare si confonda tra rom, “di origine
indiana” (benché siano residenti in Romania perlomeno da sette secoli) e romeni,
“di origine latina”.
Con toni simili è intervenuto sul quotidiano italiano “Il giornale” anche l’ex
console della Romania a Milano, Mircea Gheordunescu, che ha spiegato che “non
tutti i romeni sono rom e che non tutti i rom sono romeni”. Come se i rom della
Romania non fossero a pieno titolo cittadini romeni. “L’equazione romeni uguale
rom è un "inganno” - ha proseguito il console perché - la gente tende a
generalizzare e a confondere troppo facilmente i due popoli”.
La questione rom non riguarda solo l’Italia bensì anche altri paesi Ue. In
Francia ad esempio, gli sgomberi sono continui e le autorità hanno offerto anche
denaro ai rom affinché tornassero in Romania: 150 euro per un adulto e 45 per un
bambino per i quasi 200 rom che abusivamente si erano istallati su un terreno
nelle vicinanze di Lione. Difficile credere questa possa essere una soluzione.
In base al diritto alla libera circolazione i rom possono stabilirsi in un paese
Ue per tre mesi. In Francia se vogliono prolungare il loro soggiorno dopo quella
data devono trovare un posto di lavoro, seguire studi o lavorare come liberi
professionisti. Ma naturalmente non è facile: confrontandosi con problemi di
discriminazione già nei paesi di provenienza quando poi arrivano in Francia, in
Italia, Spagna di solito i rom sono di solito privi di mezzi finanziari e hanno
uno scarso livello di formazione.
La visita del sindaco di Roma, Walter Veltroni, recatosi a fine giugno a
Bucarest dove ha insistito per un rimpatrio progressivo dei rom man mano che in
Romania si trova per loro un lavoro e un alloggio, in Romania ha destato
perplessità: si è da più parti sottolineato che ormai la libertà di movimento
non riguarda solo i capitali ma anche la forza lavoro ed i cittadini.
Secondo un rapporto annuale della Commissione europea contro il razzismo e le
intolleranze presentato al Parlamento Europeo il 23 novembre 2005 i rom sono la
popolazione più discriminata d'Europa. In Europa si calcola che viva un gruppo
di circa 9-12 milioni di persone. La Romania è la prima in classifica, con i
suoi 2,5 milioni, seguono poi Bulgaria, Spagna, Ungheria, Serbia, Slovacchia,
Francia, Russia, Regno Unito, Macedonia, Repubblica ceca e Grecia. L'Italia è al
quattordicesimo posto con una stima, ufficiosa, che si aggira sui 120mila. Per
quanto riguarda Italia, secondo il Consiglio d'Europa, il paese non ha una
politica chiara per i rom. Mancano regole precise tra l'altro in materia di
documenti d'identità e di soggiorno.
Intanto a Roma sono in corso da mesi lavori in vista di una conferenza
dell’ottobre prossimo a cui dovrebbero partecipare le associazioni che li
rappresentano. Un tentativo per capire come affrontare questa problematica
complessa.