Intervista: il reporter TV Richard Samko -
Praga, 20.8.2007, 13:01, (By Alice Tejkalová and Israel Tockman -
Common Ground)
"Gli skinheads non sanno cosa dire ad un Rom giornalista"
Richard Samko (29 anni) ha lavorato per la Televisione Ceca (la più grande
stazione TV non privata) per almeno 8 anni. Ha cominciato scrivendo piccoli
pezzi ed è diventato un rispettato giornalista ed il secondo presentatore rom
della televisione. Ci ha parlato della sua infanzia a Náchod, della
preparazione agli esami, della sua famiglia e su come la TV ceca tratta i raduni
skinheads.
Come sono stati i tuoi primi anni di scuola?
Sono di Náchod, una città a 150 km da Praga, vicino al confine polacco. Per
quattro anni ho frequentato una piccola scuola, tutto andava bene. C'erano solo
tre studenti Rom - io, mio fratello e un altro bambino. Provengo da una famiglia
Rom tradizionale. Mio padre aveva nove fratelli e sorelle e mia madre otto. Ma
sono cresciuto in un blocco di appartamenti tra i "gagè" ed avevo un fratello e
una sorella. Mio padre non voleva vivere nel centro di Náchod e costruì un altra
casa per noi. Ci ho vissuto sino a 15 anni. A scuola non ebbi problemi. A volte
i miei compagni mi deridevano per il colore scuro della mia pelle, ma non ci
furono seri problemi razziali.
Perché tuo padre ha voluto dividersi dalla sua famiglia?
Voleva per noi un futuro migliore per noi; che ognuno avesse la sua stanza ed
il suo letto. Non voleva che passassimo la sua esperienza - per esempio, dormire
con i suoi fratelli in uno o due letti. [...] Ma non ci separammo del tutto
dalla sua famiglia. Andavamo in visita dai nostri nonni, anche se non vivevamo
più con loro.
I tuoi genitori erano andati a scuola, e ti hanno appoggiato nel tuo
processo educativo?
Sia mio padre che mia madre sono nati in tipico povero villaggio Rom in
Slovacchia e arrivarono poi in Boemia al seguito dei genitori. Mio nonno era
solo capace di firmare una lettera e mio padre ha frequentato solo cinque anni
di scuola. Tutti i membri della mia famiglia erano illetterati e vennero in
Boemia per lavori manuali. Mia madre parlava solo l'ungherese ed un po' di
slovacco. Mio padre fece pressione perché io e i miei fratelli andassimo a
scuola, ma è stata nostra madre che ci aiutava (o almeno ci provava) con i
compiti a casa. Li ammiro veramente. Non erano scolarizzati, ma volevano che noi
lo fossimo, anche se non erano in grado di aiutarci. In ogni modo, noi facemmo
del nostro meglio per soddisfare le loro aspettative, perché hanno fatto molti
sforzi perché noi avessimo un futuro migliore.
Cosa hai fatto dopo le elementari?
Sono andato ad una scuola per cuochi e camerieri a Nové Město nad Metují,
una piccola città vicino a Náchod.
Perché hai scelto questa scuola?
Ho preso parte a spettacoli teatrali quand'ero alla scuola dell'obbligo e un
insegnante che si era affezionato a me voleva che studiassi arte drammatica.
[...] Ma i miei voti non erano tanto buoni, così non avevo possibilità di andare
al ginnasio. Ho sceltola scuola per cuochi perché non era lontana da casa e mi è
sempre piaciuto cucinare. Alla fine del corso di studi iniziai in un piccolo
ristorante con giardino con la mia ragazza, Angelica, che ora è mia moglie.
Dženo e Zdeněk Šámal mi hanno aiutato molto.
Come sei finito a studiare il programma per giornalisti rom
sponsorizzato dalla OnG Dženo?
Ci fu una grande possibilità nella mia vita quando raggiunsi i 15 anni.
Iniziai ad andare tra i Rom. Era qualcosa come tornare alle mie radici. Per
esempio, abbiamo un giorno speciale per i bambini Rom e di solito volevano me o
qualcuno dei miei amici per presentare questi eventi. Ero una specie di
commediante e la gente lo sapeva ed è per questa ragione che mi contattavano.
Ho passato la prova introduttiva e fui accettato l corso di sei mesi per Rom
giornalisti. Iniziai ad ottobre 1998 e terminai a marzo 1999. Ogni settimana si
studiava da giovedì a domenica e dopo pochi mesi iniziammo ad andare nelle
stazioni radio e TV per fare pratica. Il mio grosso vantaggio fu che Zdeněk Šámal
era a capo dello staff delle notizie della TV ceca e mi aiutò in questo progetto.10
di noi furono assunti nella televisione ceca, ma la maggior parte mon durarono.
Perché?
E' difficile da spiegare... è parte del carattere dei Rom. Guarda, ognuno è
un individuo, ma abbiamo tutti delle caratteristiche in comune: Vogliamo un
risultato immediato. Forse arriva dal passato - "Ho lavorato e mi pagano
subito." Aspettare è duro per noi. E' questa la ragione per cui non molti Rom
frequentano la scuola. Cinque anni è per noi un periodo lungo. Un giovane pensa:
"Se vado con mio nonno a costruire case, in cinque anni faccio mezzo milione di
corone."
I Rom con cui iniziai a lavorare in TV non furono abbastanza pazienti. Ho
aspettato cinque anni per diventare presentatore ed altri due per ottenere un
regolare impiego. Durante questo periodo non avevo molti soldi. [...] ma sentivo
che era l'opportunità della vita e che non sarebbe passata un'altra volta.
Forse non sono in grado di spiegarvi l'approccio dei Rom alla vita, ma è
qualcosa di profondo in noi, la consapevolezza di una natura transitoria delle
cose. E' conensso al nostro destino, all'olocausto. Vivi per l'oggi e non vuoi
pensare al domani.
Sei grato a Dženo?
Naturalmente. Ivan Veselý e Jarmila Balážová mi hanno offerto la prima
possibilità, mi hanno aiutato agli inizi. E sono in una posizione dove tanti Rom
vorrebbero essere. In molti hanno iniziato a lavorare con la TV ceca, ma
non hanno potuto continuare questo percorso. E'dura per chi studia giornalismo.
E' molto difficile per chi ha solo due mesi di corso alle spalle di continuare.
A volte i Rom pensano che io non lo sia affatto.
Da quando hai iniziato a lavorare come giornalista, hai sperimentato
del pregiudizio nei tuoi confronti?
Ho avuto un'esperienza con gli skinheads andai a Nové Město a visitare
Angelica. Una volta mi picchiarono. Ma nessuno mi ha urlato contro per la strada
o cose del genere. A lavoro i miei colleghi non mi hanno mai fatto pesare
l'essere Rom. Tanta gente mi ha aiutato all'inizio e nessuno è stato contro di
me perché ero Rom. Ma quando ho iniziato a vivere a Praga, uscendo da casa
sentivo molto forte il pregiudizio. Ora va meglio.
So che le cose non sono soltanto rosee. Anche tra di noi c'è il cattivo, chi
ruba eccetera. Ma non so perché la gente generalizza. Per esempio, perché dovrei
aver paura di una persona che è seduta accanto a noi al ristorante. Posso
lasciare il mio cellulare sul tavolo accanto a lui senza problemi. Ma se invece
fosse un gruppo di Rom seduti lì, allora alcuni porrebbero le borse sul lato
opposto del tavolo. Perché?
Qualcuno ha espresso pregiudizi verso di te mentre intervistavi la
gente per strada?
Se appaio con una telecamera, la gente non vede che sono Rom. Penso, vedano
un giornalista della TV ceca. Ho anche storie divertenti. Per esempio una volta
trasmettevo da una festa religiosa rom a vatý Kopeček; intervistavo un Rom
chiedendogli le differenze tra le celebrazioni Rom e no. Mi rispose: "Quando VOI
fate una festa è completamente differente dalle NOSTRE." Non aveva capito che
anch'io ero Rom!
A lavoro mi hanno ammonito di non andare tra i razzisti, tra gli skinheads.
Ma io amo queste situazioni strane. Così per circa tre anni ho riportato i
rallies degli skinheads col mio collega Karel Rožánek. Una volta ero da qualche
parte fuori Praga e l'atmosfera era tesa perché loro erano molto muscolari. Ma
avresti dovuto vedere le loro facce quando mi sono avvicinato con la telecamera
e il microfono ed ho iniziato a porre domande. Sapevano che ero Rom e non
sapevano che dire o che fare. Erano semplicemente scioccati.
Vedendo un Rom giornalista?
Esattamente. Erano totalmente confusi. Mi accade anche quando seguo per
lavoro le loro dimostrazioni. Non sanno come reagire. Le loro rimangono aperte.
Una sola volta ho avuto un incidente con due ubriachi, ma io e il cameraman ci
siamo rifugiati in macchina e siamo andati via. Forse è questa la maniera per
mostrare realmente come sono.
I genitori devono persuadere i loro figli ad andare a scuola
Ora ti stai preparando agli esami ad una scuola a Praga. Perché?
Ho terminato gli studi per cuoco e cameriere ma non ho fatto gli esami
finali. Così ho iniziato un corso a distanza in una scuola evangelica per
diritto sociale un paio di anni fa ed ora lo sto terminando. [...] Lì ho
incontrato tante persone, specialmente lavoratori sociali ed ho conosciuto i
loro problemi.
Nessuno nella TV mi ha spinto agli studi superiori o a fare gli esami, ma è
qualcosa di profondo dentro me, qualcosa del tipo: Sei un Rom e lavori nella TV,
se ci fosse qualcosa nel futuro che non volesse che tu lavori lì, allora saresti
nei problemi.
Ti sei mai sentito discriminato a scuola per essere un Rom?
Non ho mai imparato qualcosa sulla storia e la cultura Rom finché non ho
iniziato a frequentare il corso di giornalismo. Ho imparato così che ci sono
libri scritti in romanes, ci sono autori Rom, musicisti... Non penso che il
problema sia che queste informazioni non siano nei libri di testo. Credo che i
genitori dovrebbero insegnarle ai loro bambini. Non è discriminazione. E' più un
fraintendimento delle condizioni in cui vivono i Rom. Per esempio, io sono stato
davvero fortunato perché i miei insegnanti erano realmente preoccupati per me.
Ma alcuni insegnanti semplicemente non si preoccupano se tu sei indietro
rispetto agli altri. Siedi in fondo e ti lasciano solo.
Pensi che ci sia un sistema per persuadere tutti i bambini Rom a
frequentare regolarmente, visto che una larga porzione di loro non va a
scuola?
Mia sorella ha due figlie. Incontrano persone che dicono loro che sono
zingare. Io provo a spiegare la situazione e dico "Dovete essere orgogliose di
essere Rom! Avete una ricca cultura!" E loro lo capiscono. Le incoraggio a
studiare. Dico loro: "Tu sarai una dottoressa e tu un'avvocatessa. E' chiaro?"
Hanno già fatto i loro piani. Vedono il mio successo. Mi vedono in TV e così mi
ascoltano con attenzione, io ne sono molto contento. Sono sempre orgogliose
quando prendono buoni voti e si vergognano quando non succede.
Ma realmente non saprei come migliorare l'intero sistema, perché i
miglioramenti devono arrivare dalle famiglie. I genitori devono persuadere i
loro bambini ad andare a scuola. I miei genitori sono cresciuti poveri e ci
hanno spinti tutti a scuola. Questo è il terreno.