Da
La
Voix de Rroms
L'Italia e la Francia sull'elenco europeo dei paesi che discriminano | 14
agosto 2007
Un lancio dell'agenzia AFP ripreso dal giornale Le Monde informa che dopo la
morte di quattro bambini rroms dopo un incendio, l'Italia è stata iscritta "fra
i 14 paesi dell'Ue che mantengono discriminazioni verso i loro abitanti a causa
della loro razza o della loro origine etnica". Questi 14 stati membri dell'Ue
sono: la Spagna, la Svezia, la Repubblica Ceca, l'Estonia, la Francia,
l'Irlanda, il Regno Unito, la Grecia, l'Italia, la Lettonia, la Polonia, il
Portogallo, la Slovenia e la Slovacchia. Constatate dunque che anche la Francia vi
appare, mentre la Romania, l'Ungheria, o anche la Bulgaria non vi
sono. Ciò non vuole dire che non vi sia discriminazione, ovviamente, ma quello
vuole dire anche che, fra i membri dell'Ue, i migliori allievi in materia
d'uguaglianza non sono inevitabilmente ciò che si credono.
In Francia anche, ci sono state disgrazie come quella. Fortunatamente, non 4
morti di colpo, ma ne ce ne sono state, ad esempio a Lione, due piccole ragazze
morte in un incendio, 2 anni fa. E di incendi senza vittime, ce ne sono
regolarmente. L'ultimo è stato quello di Aubervilliers, ma si è inteso parlare
nei mass media soltanto dell'interruzione del servizio del RER, e non dei
caravan bruciati con tutto ciò che c'era dentro e della gente che si è trovata
per strada. Era certamente maldestro per i voyageurs non potere rientrare
da loro e di essere bloccato durante alcune ore alla Gare du Nord o sulle vie,
la prova è che la Sncf le ha compensate, come occorreva. Quanto a quelli che si
trovano senza nulla, fuori... NO COMMENT!
In Italia, i genitori delle vittime passeranno dinanzi al giudice per non
assistenza a persona in pericolo... NO COMMENT!
Non pensiamo che sia a causa di quest'incendio che l'Italia sia stata messa
sull'elenco dei paesi sospettati di discriminazione. In tutti i casi, sembra che
questa tragedia semini il disordine. Destra contro sinistra, potere centrale
contro enti territoriali, ciascuno respinge il difetto all'altro. Una tavola
rotonda a livello nazionale viene chiesta per trovare una soluzione a questa
situazione che l'Italia giudica nuova ed alla quale non sarebbe preparata.
Un'argomentazione come un altra, che vale ciò che vale. Frattanto aspettando,
l'Italia ed i 13 altri stati membri dell'UE che, secondo il parere dell'UE
mantengono discriminazioni razziali, "sono sollecitati da Bruxelles a rispondere
entro il 27 agosto, altrimenti saranno suscettibili di sanzioni finanziarie".
Le cifre dei Rroms dell'Europa centrale ed Orientale entrati in Italia
recentemente sembrano gonfiate (il lancio parla di 60.000), ma non è questo
l'essenziale. Questa cifra potrebbe comprendere anche i profughi politici (e
ce n'è un certo numero, dall'ex Iugoslavia) e gli immigrati in situazione
regolare aventi condizioni di vita normali. L'essenziale è certamente altrove: È
- che sì o no la Romania fa parte dell'Ue? È - che sì o no i Rroms rumeni, come
tutti gli altri cittadini rumeni possono essere considerati tale, in particolare
con un diritto al lavoro che sia effettivo, anche se per un primo periodo
transitorio è soltanto parziale (soltanto alcuni settori sono "aperti"), è - che
sì o no i figli delle famiglie che migrano hanno il diritto di frequentare la
scuola nel paese in cui i loro genitori desiderano installarsi o risiedere un
certo tempo, come è riconosciuto dalla convenzione internazionale relativa ai
diritti del bambino, è - che sì o no possono accedere a questi diritti, tutto
sommato di base, per bidonvilles insalubri, di cui, anche se sopravvivono, non
usciranno mai indenni, o in ogni caso, mai da cittadini europei?
Tale è la questione, e si pone nello stesso modo qui in Francia. Ad un momento
dato occorrerà spiegarsi la realtà, prendere la questione e
trattarla nell'insieme, anziché provare a fare il fai da te a destra ed a sinistra.
Più che dell'immediato di alcune persone in questa o quella città di questo o
quel paese, si tratta dell'Europa di domani! E quello, quello supera i politici
del momento! I politici d'oggi, che siano in Italia, in Francia o altrove,
domani non saranno più là. Alcuni prenderanno la loro pensione, di altri
troveranno un'altra vocazione, altri ancora potranno essere condannati dalla
giustizia per dio sa quale affare... ma noi, saremo là! Riflettiamo ed agiamo
oggi, per continuare ad esistere ancora domani. Se non possiamo agire, almeno
riflettiamo, e riflettiamo a mente fredda
Per leggere il lancio dell'AFP,
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