Minori. Una ricerca sui suicidi in carcere per prevenirli
15 giugno 2007
(DIRE) Roma, 15 giu. - "Il suicidio e gli atti autolesivi nei carceri minorili (un tasso 10 volte superiore a quello degli uomini liberi) rappresentano un fenomeno diffuso, doloroso e destabilizzante sia per la popolazione carceraria, sia per la società civile". Con questa consapevolezza è stata presentata oggi, nella sala della Protomoteca in Campidoglio, una ricerca sul suicidio nel carcere minorile, prendendo a riferimento i ragazzi transitati negli ultimi anni nell'istituto penale minorile di Roma "Casal del Marmo". La ricerca è stata finanziata dall'ufficio del Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Roma (con il contributo dell'assessorato alle Politiche sociali della Regione Lazio e dell'università la Sapienza di Roma). Ed è stato proprio il Garante, Gianfranco Spadaccia, ad illustrarne i risultati: "Il campione, selezionato tra il 2006 e il 2007, è stato composto da 77 soggetti, dei quali 55 maschi (71,4%) e 22 femmine (28,6%).
L'età dei detenuti variava da 14 a 18 anni, con una prevalenza di soggetti intorno ai 17 anni. Le etnie più rappresentate sono gli zingari dell'ex Jugoslavia (19,5%), italiani (20,8%) rumeni (31,2%) e zingari rumeni (26%). Nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente - prosegue Spadaccia - emerge un incremento del 60% delle prese in carico di Rom della ex Jugoslavia e un incremento del 50% di nomadi rumeni". Spadaccia afferma poi che "ogni anno fra gli adulti detenuti si registra un tasso di suicidi che è dieci volte superiore alla percentuale della 'societa' del liberi'. Sono il frutto del disagio mentale, della separazione dai propri affetti, ma soprattutto della disperazione. Ciò che è drammatico e doloroso per gli adulti, è tuttavia inaccettabile per i minori".
Il sindaco Walter Veltroni ha inviato una lettera ai relatori, con il quale ha ringraziato tutti coloro che hanno preso parte al progetto, perché "condividere i bisogni dei ragazzi più emarginati, le loro sofferenze, le loro storie dolorose, capire quali sono gli eventi maggiormente stressanti per un adolescente all'interno della struttura carceraria e favorire, quindi, le eventuali misure preventive e gli interventi terapeutici è un compito arduo e faticoso", ha scritto il sindaco. Anche l'assessore capitolino Dante Pomponi, delegato per i rapporti con il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, ha inviato una lettera con cui afferma che la ricerca può "costituire l'apripista per un lavoro di costante monitoraggio sul comportamento pericolosamente incline al suicidio che spesso si riscontra negli istituti per i minori".
(Com/Mav/Dire)
CARCERI: MINORI E SUICIDI;A ROMA RISCHIO AUMENTA CON L'ETA'
(ANSA) - ROMA, 15 GIU - I livelli di sofferenza e di rischio di suicidi nell'Istituto penale minorile 'Casal del Marmo' di Roma aumentano con 'l'aumento dell'eta' e del numero di ingressi'. E' quanto emerge dalla ricerca sulla 'prevenzione del rischio suicidiario e degli atti autolesivi' nell'Istituto penale minorile romano. Lo studio, presentato oggi durante un convegno nella sala della Protomoteca in Campidoglio, e' stato condotto su 77 giovani selezionati (55 maschi e 22 femmine), di eta' compresa tra i 14 e i 18 anni; le etnie piu' rappresentate, quelle della ex Jugoslavia, Italia, Romania.
Sono le 'persone campione' utilizzate per la ricerca effettuata dal novembre 2006 al marzo 2007, i cui dati sono stati oggi presentati dallo psicologo Francesco Burruni e dai neuropsichiatri infantili Lucrezia Cirigliano e Nadia Fedeli.
Altro dato, emerso dai risultati della ricerca e ritenuto interessante dagli esperti e' 'l'alta percentuale di disturbi del pensiero tra gli zingari, che non apparivano coincidere con un difetto di esame di realta'. In generale, le ragazze tendono maggiormente verso modalita' piu' interiorizzate di espressione del disagio, i maschi verso la dipendenza da sostanze e l'azione'.
Le aree prese in esame per la valutazione dei rischi, sono: depressione e ansia; lamentazioni somatiche; rabbia e irritabilita'; esperienze traumatiche; ideazione suicidaria; disturbi del pensiero; e alcool e droga. 'E' presente un'alta correlazione tra diverse di queste aree - hanno detto gli esperti -, soprattutto tra ansia e depressione, ideazione suicidiaria, rabbia ed irritabilita', uso di alcool e droga'.
Secondo i dati, 'la 'variabile sesso' e' significativa per alcool e droga (piu' presente nei maschi) e depressione ed ansia (piu' presente nelle femmine); l'appartenenza etnica e' significativa per l'uso di alcool e droga (punteggi piu' alti per gli italiani) e disturbi del pensiero (che appaiono piu' presenti negli zingari', mentre 'il numero degli ingressi a Casal del Marmo appare fortemente significativo per quasi tutte le aree, in particolare uso di alcool e droga, rabbia e irritabilita', depressione ed ansia, ideazione suicidiaria, esperienze traumatiche; maggiore e' il numero di ingressi, piu' alto e' il punteggio in queste aree'.(ANSA).