Da
Czech_Roma
TRANSITIONS ONLINE:
Czech Republic: Time Bomb for Roma by Mia Malan and Jayalakshmi
Shreedhar - 31 May 2007
Alti livelli di uso di droghe e sesso senza protezione
creano una crisi indefinita per le comunità ceca
PRAGA Milan Horvat si sveglia ogni mattina ed esce in strada per incontrare i
suoi "clienti".
E' un uomo di mezza età sempre vestito alla stessa maniera: vestito e scarpe
nere, camicia bianca con i primi due bottoni slacciati. Quattro anelli d'oro,
due per mano, brillano [...]. Ha l'aria di un uomo d'affari. Ma il suo lavoro a
Praga non è affatto normale.
Ogni giorno. Horvat incontra tossicodipendenti nei vicoli della città. Molti
di loro sono Rom. Vuole aiutarli ad uscire dal vizio, ma è un compito
complesso e talvolta senza speranza. Nel contempo, fornisce nuovi aghi e
siringhe al posto di quelle usate. Se proprio devono iniettarsi droghe, gli
strumenti che usano siano almeno puliti, questa è la sua attitudine.
SIAMO IN ATTESA DI UN'EPIDEMIA?
[...] "Anch'io vengo dalla strada, sono Rom e qui mi sento a casa, anche se
non ho mai fatto uso di droghe," brontola. "Ma so cosa significa la droga."
Horvat ha esperienza personale sull'abuso di droga: lui e la sua famiglia
hanno lottato per anni per aiutare suo fratello tossicodipendente. Ebbero
successo e suo fratello smise di drogarsi. [...]
"Quando leggo sul giornale, 'Cerchiamo Rom per lavoro di strada', [...] so
che il mio lavoro può essere importante."
Horvat è uno dei due lavoratori di strada dell'organizzazione Romodrom, che
raggiunge i tossicodipendenti in questa comunità praghese. Crede che il problema
tra i Rom sia uno dei più grandi in quanto non ci sono stime.
Ci sono circa 5.000 tossicodipendenti nella città registrati da Romodrom.
L'organizzazione ritiene che almeno il 40% sono Rom - anche se si stima che
siano il 2% della popolazione globale dei 10 milioni di cittadini cechi. L'anno
scorso , Romodrom ha contattato circa 6.000 clienti e distribuito 25.000 aghi
puliti.
Horvat dice che circa 140 Rom cercano ogni giorno il centro.
Romodrom ha un programma speciale rivolto ai tossicodipendenti, per
proteggere dalle infezioni con vari agenti di trasmissione, come epatite ed HIV.
Nella Repubblica Ceca nel 2004, circa il 9% delle persone con HIV si è
infettata assumendo droghe, secondo l'agenzia AIDS delle Nazioni Unite. D'altra
parte, nessuno conosce quanti di loro siano Rom, perché la legge ceca non
permette di raccogliere dati sanitari su base etnica.
Uno studio bel Programma ONU di Sviluppo del 2004 su Rom e HIV/AIDS ha
trovato un incremento drammatico del tasso di infezione da HIV in Europa
Centrale. Secondo lo studio, HIV/AIDS affliggono gruppi con alti tassi di
povertà, alta mobilità e accesso limitato ai servizi sociali. Anche se il numero
totale di quanti nella Repubblica Ceca vivono con l'HIV è basso, circa lo 0,1%
della popolazione, secondo una stima del 2005 di UNAIDS, i Rom paiono possedere
tutti i tratti che rendono le persone vulnerabili nel contrarre l'HIV: poveri,
le donne generalmente sono disoccupate, genitori e figli raramente parlano di
questioni sessuali, alto abuso di alcool, molto basso uso del condom.
VITA SUL LATO SBAGLIATO DELLA STRADA
Quello che rende la situazione ancora più terribile è che molti Rom non hanno
documenti d'identità, avendo così un accesso limitato ai servizi sanitari. Per
questo sono meno capaci di ricevere informazioni preventive sul virus o di
essere controllati. E quanti hanno accesso ai servizi e all'informazione
sanitaria hanno una forte sfiducia nel sistema sanitario - soprattutto le donne
rom, che in passato vennero spesso sterilizzate senza consenso, per paura del
governo dei loro alti tassi di nascita.
Esistono pochissimi dati ufficiali sui problemi di droga e sanitari dei Rom
cechi - specialmente riguardo all'HIV. E questa mancanza la potenzialità di una
situazione già pericolosa.
Pochi chilometri fuori Praga, una stretta pista costeggia la ferrovia e si
arrampica su una desolata collina. [...] L'asfalto si interrompe al limite di
una serie di piccole case. Le case sono di fango e con le porte sfondate, i
vetri delle finestre rotti e i fili elettrici partono da una cabina come
serpenti. Ogni edificio ha due piani, non ci sono bagni. Le famiglie condividono
uno sporco bagno comune senz'acqua calda.
Qui è dove vivono i Rom - isolate enclave "sul lato sbagliato della strada"
nella piccola cittadina di Libcice nad Vltavou.
Dei 150 Rom che vivono qui, soltanto 8 su 80 adulti hanno mai avuto un
lavoro. Gli altri 70 sono bambini.
Disoccupazione e povertà sembrano seguire i Rom dovunque vadano. Uno studio
dell'Istituto di Ricerca per gli Affari Lavorali e Sociali di Praga stima in 70%
il tasso di disoccupazione tra i Rom. Molti tra quanti hanno trovato lavoro tra
quelli poco specializzati. Come risultato, la maggior parte campa con gli
assegni sociali direttamente o tramite familiari.
INTEGRAZIONE ATTRAVERSO LE DROGHE
Jozef, un uomo vigoroso di circa trent'anni, è uno dei pochi nel villaggio
con un lavoro. La sua casa è arredata meglio delle altre ed ha più cibo dei suoi
vicini. Ma è rabbioso e cammina avanti e indietro. Vuole parlare del problema
droga nella sua comunità. Suo padre interviene per fermarlo; è preoccupato delle
ripercussioni sulla famiglia se parlano di questo problema.
"Possono succedere cose" ammonisce. Ha paura che comincino a chiamarlo
traditore e creatore di problemi. Parlando, puoi mettere i tuoi amati nei guai,
dice.
"I Rom vedono l'uso della droga come una via er integrarsi nella società
maggioritaria" dice Ivan Vesely, che dirige Dzeno, uno dei gruppi Rom di
supporto legale più vasti di Praga. "E' più difficile integrarsi attraverso lo
studio e il lavoro - c'è molta discriminazione in questi campi. Assumendo
droghe, i Rom imitano i non-Rom nel loro stile di vita," dice.
I Rom nelle città fanno uso di eroina e pervitina, una forma locale di
anfetamina, dice Horvat. Nelle aree rurali, inalano toluene, un colorante, e
colla, soprattutto i più giovani, secondo Marta Hudeckova, direttrice di Manusa
(Gente), un'organizzazione Rom femminile.
Horvat asserisce che la situazione è talmente seria che "madri disperate
denunciano alla polizia i loro figli per falsi furti purché stiano in prigione
un anno o due" sperando che l'accesso alla droga sia più difficile dietro le
sbarre.
Bambini di 12, 13 anni hanno problemi con le tossicodipendenze," dice Horvat.
"Ma non si può aiutarli - secondo la legge le OnG possono lavorare con ragazzi
sopra i 15 anni, i minri di quell'età devono avere un rappresentante legale.
Le OnG come Romodrom e Manusha hanno risposto facendo partire campagne
informative nelle scuole per portare attenzione al problema droga tra i bambini
rom. Per le classi hanno inscenato una satira drammatica che spiega come fare
quando qualcuno offre loro droga o come dirlo ai genitori.
"Vogliamo cambiare realmente qualcosa per la nostra gente" dice Marie Gailova,
presidente di Romodrom. "Lavoriamo dalle 13 alle 14 ore al giorno per aiutare
giornalmente 300 Rom in 5 regioni diverse dove operiamo."
Il non parlare apertamente di droga nelle comunità non è la sola sfida. E'
altrettanto inaccettabile parlare di sesso.
"NOI NON USIAMO QUELLE BUFFE COSE"
La compagna di Jozef, Gabriela (29 anni), stringe fra le braccia il figlio di
due anni. E' chiaramente il suo tesoro.
Jozef e Gabriela non sono sposati. Non ne vedono la necessità. La loro
relazione è basata sulla fiducia - una relazione che esclude categoricamente
discussioni sul sesso o l'HIV.
"Ho mai usato un condom, perché posso fidarmi del mio partner," dice
Gabriela. "Non so se le mie amiche usino il condom, perché di sesso non si
parla. Ma non penso lo usino."
Gabriela e Jozef non hanno mai fatto un test HIV.
Un recente studio del Wisconsin Medical College negli Stati Uniti ha trovato
che l'uso del preservativo tra i Rom nell'Europa Centrale ed Orientale e raro
principalmente associato alla contraccezione. A partire dagli anni '50 le
autorità cecoslovacche hanno usato la sterilizzazione, accompagnata a volte con
somme di denaro, per rallentare la crescita della popolazione rom. Molte donne
hanno citato in giudizio i governi ceco e slovacco per essere state sterilizzate
senza il loro consenso.
Una volta sterilizzate, le donne spesso rifiutano l'uso del preservativo, in
quanto lo intendono come una protezione contro la gravidanza ma non contro le
malattie trasmesse sessualmente. La ricerca mostra anche che gli uomini hanno
una maggior libertà sessuale prima e durante il matrimonio. Hanno possibilità di
pratiche sessuali con sconosciuti/e e più potere di relazione delle donne. Lo
studio mostra che i Rom in Europa sono a conoscenza dell'HIV, ma non se ne
sentono personalmente minacciati.
"Il sesso è qualcosa che tutti fanno, ma di cui nessuno parla," dice Lida Polackova,
consulente romani del dipartimento affari sociali della città di Ostrava, città
industriale nella Repubblica Ceca dell'est, dove vivono molti Rom. "Circa
nessuno nelle comunità Rom sa se sia positivo o negativo all'HIV. E il sesso
prematrimoniale è completamente naturale,a partire dai 13 o 15 anni di
età."
Tornando a Libcice nad Vltavou, due teenagers in jeans attillati bisbigliano
di sesso fumando fuori da una casupola. [...] "Noi non usiamo quelle buffe
cose," dice una. "I condom non sono per noi."
Un lungo treno passa accanto, rendendo impossibile la conversazione. Tutt'attorno
non c'è niente. Al posto di un luogo dove vivono dozzine di persone, potrebbe
essere scambiato per un deposito merci della ferrovia.
La prevenzione dell'HIV, dice Horvat, non può avvenire nell'isolamento.
Migliorare l'accesso ai servizi sanitari, alla scuola, all'impiego, è parte
della soluzione, secondo le stime di tutti: dagli operatori di strada agli
esperti dell'Unione Europea e della Banca Mondiale. Nessuno degli innumerevoli
problemi che i Rom affrontano in posti come Libcice può essere affrontato da
solo. Horvat e quanti altri conoscono la comunità ritengono irrealistico che i
Rom lascino le droghe e così smettano di essere vulnerabili all'HIV/AIDS, quando
le droghe offrono l'unica via di fuga da una dura realtà di povertà,
discriminazione e segregazione di ogni giorno.
E mentre molti Rom continuano a vivere in ghetti senza igiene adeguata, non
ci si può aspettare che si preoccupino del sesso sicuro, anche quando siano
informati sulle malattie trasmesse sessualmente.
Nel suo ufficio di Praga, un agitato Horvat si irrita mentre analizza le
strategie per aiutare la sua gente.
"Per me il momento migliore nel mio lavoro sarebbe quando non ci saranno più
tossicodipendenti o affetti da HIV," dice. "Quando i servizi come il mio non
saranno più necessari perché tutti avranno accesso ai servizi che possono
aiutarli."
Sospira, e ritorna al suo lavoro. La sovrabbondanza sembra ancora un percorso
molto lungo per persone come Milan Horvat.
Mia Malan is the Internews Senior Health Journalism Adviser in Washington, D.C.
Jayalakshmi Shreedhar is the Internews Project Director of the Local Voices
Project in India.
Lucia Curejova, Maria Husova, Petrana Puncheva, Petru Zoltan, and Susan Mathew
contributed to this article, which was produced during a TOL health reporting
seminar.