Cinque magistrati del Tribunale Costituzionale negano la pensione d'anzianità
ad una gitana, anche se suo marito ha usufruito della sicurezza sociale per
vent'anni.
Unión Romaní denuncerà questa violazione al Tribunale Europeo dei Diritti
Umani come pure davanti al Tribunale della Giustizia dell'Unione Europea.
Ugualmente si rivolgerà al Presidente del Governo ed al resto dei leaders
parlamentari per affrettare una riforma legislativa che renda possibile il
riconoscimento del matrimonio celebrato secondo le tradizioni gitane.
Oggi è un giorno particolarmente triste per la comunità gitana spagnola,
perché cinque Magistrati del Tribunale Costituzionale hanno rifiutato il ricorso
di Amparo perché potesse essere girata a María Luisa Muñoz Díaz la
pensione d'anzianità che le era negata dalla Sicurezza Sociale. Di fronte a
questa triste e deludente sentenza un altro Magistrato, tra i sei che integrano
l'Alto Tribunale, ha votato a favore di Maria Luisa, con un tipo di voto
particolare che costituisce un testo di gran valore per tutti noi.
Al fine di ricordare quanto è avvenuto nella storia della marginalizzazione
gitana, ricordiamo i Magistrati che hanno lasciato questa povera gitana senza
pensione: don Pablo Pérez Tremps, che è stato l'autore materiale di questa
disgraziata sentenza. Assieme a lui hanno votato contro gli interessi di Maria
Luisa e dei suoi figli, doña María Emilia Casas Baamonde, don Javier Delgado
Barrio, don Roberto García-Calvo y Montiel, e don Manuel Aragón Reyes.
Chi si è opposto alla Sentenza è stato il Magistrato don Jorge
Rodríguez-Zapata Pérez, - che Dio doni alla sua famiglia salute e libertà - che
da oggi occuperà un luogo di affetto e rispetto tra tutti i gitani spagnoli e
del mondo.
La Commissione Permanente della Unión Romaní, riunita con carattere di
urgenza, ha ritenuto di rendere pubblico il proprio dolore e malessere per
quello che considera un peso ingiusto e non necessario, realizzato da quanti
dovrebbero manifestare un maggior grado di sensibilità per la legittima difesa
degli interessi dei più deboli. La Camera Alta del Tribunale Costituzionale non
è stata all'altezza dei tempi correnti e la Sentenza si iscriverà tra i testi
più riprorevoli contro il nostro popolo.
Osserviamo, come non potremmo fare altrimenti, questa infame Sentenza,
sapendo che oggi i nostri figli e domani i nostri nipoti, studieranno questo
testo e lo situeranno tra le pratiche che durante i secoli hanno impedito la
piena incorporazione del nostro popolo nel resto della società. 500 anni fa le
autorità di allora ci condannavano alla galera, cercando il nostro sterminio.
Oggi, cinque Magistrati del Tribunale Costituzionale hanno condannato a morire
di fame una povera vedova gitana perché essendosi sposata con rito gitano, non
ha diritto alla pensione d'anzianità.
[...]
Noi, membri della Giunta Direttiva di Unión Romaní, facciamo nostro il voto
del Magistrato don Jorge Rodríguez-Zapata Pérez, di cui vogliamo sottolineare
alcuni passaggi:
RIASSUNTO del voto del Magistrato don JORGE RODRÍGUEZ-ZAPATA PÉREZ,
sentenza del 16 aprile 2007, ricorso di amparo n. 7084/2002 interposto da
doña María Luisa Muñoz Díaz
Questa è la realtà
1.- Doña María Luisa Muñoz Díaz è di nazionalità spagnola, però appartiene
all'etnia gitana. Reclama la pensione d'anzianità del suo defunto sposo, don
Mariano Dual Jiménez, con cui si sposò in territorio spagnolo con rito
ancestrale gitano nel novembre 1971. Don Mariano era muratore e lavorò per conto
terzi sino alla sua morte nel dicembre 2000. Usufruì della Sicurezza Sociale per
19 anni, tre mesi e otto anni, che corrisponderebbero per doña María Luisa a
903,29 € mensili di pensione, riconosciuti da Sentenza, poi revocata, dal
Giudicato Sociale nº 12 di Madrid. Doña María Luisa e don Mariano erano titolari
di un Libretto Familiare dall'11 agosto 1983, che constatava la nascita dei loro
sei figli nati nei quasi trent'anni della loro relazione coniugale; ad ottobre
venne loro riconosciuto il titolo di famiglia numerosa nº 28/2220/8 della
categoria 1ª. Don Mariano era titolare della cartella della Sicurezza Sociale nº
28/2098958/66, da cui figurano senza dubbio come beneficiari tanto doña María
Luisa come i loro sei figli.