Cari amici,
le adesioni raccolte dall’appello
contro il “patto di legalità” che abbiamo promosso come singoli cittadini ci
incoraggiano a pensare che sia possibile andare oltre la visione del problema
rom come un problema di segregazione e di intervento meramente emergenziale.
D’altro canto manca, nel nostro Paese, non solo una cultura che superi il
pregiudizio ma anche una legislazione che riconosca i rom come minoranza
portatrice di una propria cultura, una propria lingua, un modello di convivenza
e socialità diverso dal nostro. Per superare la polemica, pur necessaria e
utile, contro il “patto di legalità” proponiamo di incontrarci per uno scambio
di opinioni, per una informazione sullo stato delle cose a Milano e provincia e
per un aggiornamento sui lavori della commissione interministeriale istituita
per i rom con l’obiettivo di preparare una iniziativa pubblica che porti il
dibattito sul terreno per noi fondamentale del riconoscimento di questo popolo.
Per questo proponiamo di incontrarci lunedì 12 marzo alle ore 18 presso
CHIAMAMILANO in largo Corsia dei Servi 11 (alle spalle di corso Vittorio
Emanuele).
Paolo Cagna Ninchi
corso di Porta Ticinese 48
20123 MILANO
Tel.: +39.0258101910 - 3391170311
In allegato una nota dell’Opera nomadi
PARTECIPA ALL'INCONTRO DI LUNEDI' 12 MARZO ORE 18,00
Cercare di ragionare sulle politiche locali nei confronti delle comunità
stanziali di rom e sinti significa spesso inoltrarsi in un labirinto di pratiche
discriminatorie striscianti, talvolta anche da parte di poteri pubblici che
dovrebbero essere invece garanti dell'universalismo dei diritti.
Dopo un lungo periodo in cui rappresentanti delle istituzioni milanesi e della
casa della carità hanno parlato sui media, in una sorta di monologo, della
necessità di stipulare un “patto di legalità e socialità” con i rom rumeni dei
campi di via Triboniano ed Opera, eccoli ora proporre di estendere nel prossimo
futuro questo ipotetico “modello” di comportamento agli altri insediamenti
abitati dai rom e sinti italiani, serbi, bosniaci, kosovari.
Ce lo aspettavamo.
Il fastidio e l'irritazione un po' scomposta che hanno accompagnato la reazione
di alcuni politici e opinion leaders alle nostre critiche e argomentazioni, non
hanno peraltro offerto una risposta convincente nel merito di politiche che
rischiano di essere discriminanti sul piano del diritto o fin troppo logore e
condizionate da interventi di solo carattere emergenziale.
Cioè senza prospettive di più ampio respiro.
Difficile dunque capire perché non si debba continuare a discutere sulle
conseguenze e le implicazioni della varie possibili scelte senza sottostare alla
spada di Damocle di un'accusa davvero ingiusta che ci siamo sentiti rivolgere,
cioè di “indebolire” la sinistra impegnata a difendere le politiche per i Rom
del centro destra al governo a Milano.
Opera Nomadi Milano