Articolo completo:
Roma_Daily_News
Redjep Shema è stato imprigionato il 15 settembre 2006 per essersi rifiutato
di firmare "volontariamente" la propria deportazione in Kosovo. E' stato
minacciato da Frank Pedersen, capo della Polizia, che sarebbe stato in prigione
finché non avesse firmato.
Redjep Shema e la sua famiglia sono Rom Askali fuggiti dal Kosovo. In
Danimarca avevano chiesto rifugio e si sono comportati secondo la legge.
Il giorno 18 settembre il Tribunale avrebbe dovuto esaminare la sua
richiesta, ma la corte ha rifiutato di riconoscere gli avvocati nominati da
Shema, imponendone un altro d'ufficio. L'avvocato d'ufficio ha accettato il
compito, benché non potesse disporre di materiale per elaborare la difesa. Non
ha potuto visitare Redjep Shema in prigione. Il caso è stato portato in appello
per i dati forniti da
"Romano" e altre
associazioni.
Punto centrale della difesa è che in Kosovo gli Askali sono accusati di aver
preso parte al conflitto a fianco dei Serbi, e per questo sono a rischio di
violenze e discriminazioni da parte dell'etnia maggioritaria albanese.
Il comportamento delle autorità danesi ha infranto una lunga serie di atti e
accordi, danesi ed europei (tutti citati nell'articolo originale ndr), e
può spiegarsi soltanto come una concessione al Partito Popolare perché appoggi
la coalizione di governo, quando richiede l'estradizione degli stranieri, in
particolare dei Kosovari, per la maggior parte Rom ed Askali.
Eric Støttrup Thomsen
Danish delegate to European Roma and Travellers Forum under Council of
"Romano"
Kongevejen 150
DK3000 Helsingør
+45-49 22 28 11
www.romano.dk