Schio (VI), contro il fossato anti-sinti
Pubblichiamo il comunicato stampa dell'Associazione Sucar Drom e dell'Ente Morale Opera Nomadi Sezione di Vicenza, redatto dopo la polemica nazionale scoppiata per la realizzazione di un fossato anti-sinti a Schio in Provincia di Vicenza. Al comunicato si associa la Sezione di Mantova dell'Opera Nomadi.
Nelle ultime settimane il Comune di Schio ha subito un’esposizione mediatica nazionale, dopo la realizzazione di un fossato in via Lago di Misurina per impedire l’accesso in un terreno alle famiglie appartenenti alle Minoranze Nazionali ed Europee dei Sinti e dei Rom.
Le nostre organizzazioni si sono trovate ancora una volta di fronte ad un atto che lascia nelle nostre menti diversi punti interrogativi. Ovviamente non possiamo che dissociarci dall’idea che per risolvere problemi o incomprensioni si debba ricorrere a misure così discriminatorie.
Siamo consapevoli che il terreno in questione doveva essere liberato perchè in vendita e quindi era prevedibile l’allontanamento, ma non è stata offerta nessuna alternativa alle famiglie dei Sinti in questione. Quello che ci chiediamo è: perché scavare una fossato? Non si potevano informare le famiglie interessate che non avrebbero più potuto sostare in quel terreno?
Alcuni cittadini, residenti a Schio, hanno dichiarato agli organi di stampa che la situazione era diventata insostenibile: troppe carovane. Di certo insostenibile è essere Cittadini Italiani ma non avere un luogo dove vivere, non riuscire ad ottenere l'iscrizione anagrafica e la carta d’identità e, di conseguenza, non poter accedere all'assistenza sanitaria se non per le emergenze, al sostegno e alla regolarizzazione lavorativa, o godere dei diritti costituzionali di base, quali il diritto di voto.
In alcuni momenti può esserci molta confusione e può succedere che la situazione sfugga al controllo e che vengano adottate iniziative basate sulla fretta e sull'emotività.
Ribadiamo comunque che il Comune di Schio ha sempre dimostrato la volontà di costruire percorsi di interazione con le Minoranze Sinte e Rom e che, negli ultimi due anni, ha supportato le nostre iniziative, facendosi carico in Prefettura di sensibilizzare quelle Amministrazioni Comunali che in questi anni hanno invece praticato una politica di esclusione ed espulsione, come nel caso di Piovene Rocchette.
Nel dibattito accesisi in questi giorni traspare, ancora una volta, la mancanza di conoscenza della realtà vissuta dalle famiglie Sinte e Rom e questo non permette di risolvere le diverse problematiche, partendo dalla individuazione di luoghi dove poter sostare o resi idonei alla sosta. Siamo convinti che la questione vada discussa tra tutte le Amministrazioni Comunali interessate alla residenza, sosta e transito delle famiglie Sinte e Rom: lo spiacevole episodio del fossato di Schio può essere utile per interrogarci seriamente su queste problematiche. Esse coinvolgono non solo il territorio scledense ma buona parte dell'alto vicentino, come pure Vicenza e i comuni contermini, in forma permanente e non di semplice emergenza.
Per questo abbiamo proposto al Prefetto e all'Amministrazione Provinciale la realizzazione di un progetto di mappatura dei bisogni, denominato “Pringiarasmi” ("Conosciamoci", in lingua Sinta), attraverso il quale comprendere la realtà territoriale e cominciare a elaborare soluzioni condivise tra Istituzioni e Comunità Sinte e Rom presenti da decenni sul territorio.
Chiediamo un incontro con il Sindaco di Schio e con i referenti dei diversi Uffici Comunali interessati, in primis i Servizi Sociali, per rielaborare quanto successo e non disperdere il lavoro svolto insieme da un anno a questa parte.
per l’Associazione Sucar Drom Fabio Dalla Vecchia, Davide Casadio e Teresa Braidich
per l'Ente Morale "Opera Nomadi di Vicenza" Nereo Turati, Benito Bernardoni e Lorenzo Cavazza
In foto Teresa Braidich lungo il fossato anti-sinti
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