Dopo
Stefano, è il turno di nns, che se non ho capito male, è un
amante
dell'Italia e dell'avventura. Come si scopre, perdendosi nei meandri del
suo blog
Non mi trovavo troppo male a Mitrovica, avevo una splendida baracca che
faceva acqua, ero guardato a vista da uomini in divisa armati di mitra,
il cibo faceva schifo e veniva distribuito quando pareva a loro, affondavo
nel fango fino alle ginocchia, le grida degli altri profughi mi tenevano
compagnia, anche a notte fonda.
Dopo aver visto con i miei occhi quanto erano ricchi gli italiani, il loro
presidente infatti è il più ricco del mondo, mi sono detto che forse
–nonostante l’amenità del campo profughi- era meglio andare a
farsi una bella villa in Costa Smeralda, così un giorno ho preso il mio cane
e sono saltato su un’auto con targa serba per scappare verso l’Italia.
O meglio: per mettere le mie capacità al servizio di quella che sarebbe
diventata la mia nuova patria.
Non so come riesco ad ottenere un lasciapassare ed arrivo al porto di Bar,
dove vengo sopraffatto dalla mia solita esuberante generosità ed accetto di
dare un passaggio ad una vecchia ed ai suoi due nipotini.
In realtà la vecchia è la madre del buon Ljubisa e così, quando arriviamo a
Bari ed ho un momento di incomprensione con la locale Polizia (pare che in
Italia la burocrazia sia almeno pari a quella balcanica, per noi persone
normali è difficile stare dietro a tutte le regole), il carissimo Ljubisa
riesce a chiarire tutta la cosa, con gran soddisfazione per tutti.
Quando lo stesso fraterno compagno mi chiede una mano ovviamente non mi tiro
indietro, così monto in auto e mi dirigo verso Verona, dove bazzica un losco
tipo di nome Piotr, che ha delle brutte intenzioni.
Sulla strada, in quel di Cesena, vengo arrestato dagli sbirri locali, gente
assolutamente senza cuore che –in modo assolutamente irrazionale- sembra
avere dei rancori nei confronti di Ljubisa. Fortunatamente lui è ben
nascosto, con i miei figli adottivi, ed io mi guardo bene da dire qualcosa
agli sbirri.
Alla fine mi lasciano andare, ovviamente, l’onesta vince sempre, però ho la
sfortuna di avere attirato l’attenzione di Piotr, il maledetto cerca di
farmi la pelle però i miei figliocci arrivano in tempo per
salvarmi, insieme al mio vecchio amico Stefano che non vedevo dai bei tempi
di Mitrovica.
Scappiamo verso Campi Bisenzio, dove ci sono degli amici di Ljubisa, e poi i
ragazzi hanno diritto ad un regalo, ci sono un sacco di playstation al
centro commerciale.
L'Italia è un posto meraviglioso, ci sono un sacco di negozi pieni di cose
bellissime, le donne sono tutte affascinanti, hanno le gambe lunghe e non
sono pelose (un po' stronze però), i pulotti sono addirittura amabili,
spesso prima di bastonarti ti chiedono "per favore" e poi ti trascinano in
infermeria, bisogna solo stare attenti che non ti credano comunista perchè
sennò si arrabbiano davvero.
Entro un anno diventerò milionario, oppure seguirò gli italiani più furbi:
quelli che adesso se ne vanno in Spagna oppure in Gran Bretagna. Bisogna
sempre migliorare ed è proprio questo che dirò ai miei parenti rimasti in
Kossovo: venite in Italia, terra di sole e di mare, di pace e di amore.