Sevdah
Oggi la parola serbo-croata indica soprattutto un genere musicale, un canto gitano appassionato, diffuso in Europa per iniziativa del produttore discografico Dragi Sestic, che ha lanciato due cantanti, entrambe zingare bosniache, Ljiljana Petrovic Buttler e, di recente, Amira Medunjanin
(Internazionale, 26 maggio 2005).
Dalle rovine di Mostar, nei primi anni novanta la parola, col canto, si è diffusa in Europa, in francese e inglese soprattutto, ma anche in tedesco, spagnolo e, da qualche anno, in Italia.
Qui tra i primi ne parlò Predrag Matvejevic in un bell’articolo in italiano in Alexandria Biblioteka (dicembre 2002). Parola e canto risalgono al medioevo, alla presenza ottomana nei Balcani e al turco sevda, "amore ardente", ma anche "fantasia" e "malinconia, umor nero".
Qualcuno suppone per la parola turca un’origine dall’arabo sauda’, "malinconia".
Dalla Città del Ponte viene un piccolo prezioso compenso agli occidentalismi che invadono l’est europeo e mediterraneo.
[Tullio De Mauro, "La Parola" in Internazionale n°593 - grazie a Judith]