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Cooperativa Rom 1995, un'azienda davvero speciale
Di Fabrizio (del 28/04/2014 @ 09:04:49, in lavoro, visitato 1985 volte)

da Huffington Post

C'è un popolo fra i più negletti della nostra storia millenaria, escluso e invisibile, spesso dimenticato. Cosa che, in particolare ai Rom ed ai Sinti, starebbe anche bene, visto che ogni volta che la storia se ne è ricordata, ha lasciato loro ferite laceranti e profonde, si pensi allo sterminio operato dai nazisti o alle 'crociate' (meglio raid) di ignoranti e violenti contro i loro campi. Nei secoli, milioni di benpensanti li hanno accusati di tutto: dall'aver fabbricato i chiodi della croce di Cristo ai rapimenti dei bambini; cose fra l'altro parimenti non dimostrabili. Eppure, raccontava De Andrè, sono uno dei pochi popoli che nella storia dell'umanità non ha dichiarato mai guerra a nessuno.

Su questo popolo c'è poi un pregiudizio molto italiano, tanto radicato da essere divenuto un dogma: "i Rom sono nomadi". Una teoria comoda per chi l'ha costruita, a volte mascherata da un'idea romantica che cela la voglia di allontanarli dalle nostre città. La verità sbiadisce e la storia si rischia che la scrivano solo i più furbi.

A Reggio Calabria, settima tappa di carovana antimafie 2014, ascoltiamo una storia diversa confidando in un finale un po' meno triste. Facciamo tappa nella sede della Cooperativa sociale "Rom 1995", una palazzina adibita a magazzino e uffici con una luminosissima sala conferenze. Siamo in un bene confiscato alla 'ndrangheta, assegnato nel 2003 alla "Rom 1995". Le foto alle pareti non lasciano dubbi: si trattava di una struttura fatiscente e decadente completamene ristrutturata dai soci della cooperativa. I rom nel bene confiscato, già questa sembrerebbe una buona storia. Le storie tuttavia, per essere belle davvero, devono cambiare la vita delle persone, altrimenti servono solo ai buonisti che si nutrono di belle immagini, lasciando agli altri il problema del pane.

Facciamo un passo indietro per scoprire come la "Rom" nel 1995 nasca come cooperativa sociale. Una scommessa impossibile, che solo i lungimiranti possono fare: trasformare coloro che raccolgono i materiali lasciati presso i cassonetti, per guadagnarci qualcosa in capaci e formati professionisti del settore della raccolta differenziata. Nella città dove i Rom sono additati come coloro che rubano le auto per restituirle ai legittimi proprietari in cambio del riscatto (cd. "cavallo di ritorno") e dove sono stati marginalizzati dalle ultime amministrazioni, c'è stato invece un grande sindaco, Italo Falcomatà, che ha incoraggiato la scelta di queste persone di abbattere i pregiudizi.

Il rom abile al lavoro legale nel bene confiscato che si trasforma in isola ecologica, l'unica della città. La cooperativa si occupa negli anni della rimozione del materiale dismesso dalle scuole e dei manifesti affissi abusivamente, del ritiro di vecchi elettrodomestici, conferendoli in un centro di raccolta autorizzato.

Insomma si occupano del bene comune, rivendicano che "Rom diversi possono essere lavoratori uguali". Da quattro anni però la cooperativa vive in una condizione di precarietà a causa di scelte compiute dall'amministrazione, governata dall'allora Sindaco Scopelliti (di recente condannato a 6 anni di reclusione). Il 3 maggio 2010 il consiglio comunale reggino vota (all'unanimità) una delibera con la quale si "dà mandato al Sindaco ed alla Giunta...di attivare e disporre ogni iniziativa utile per far proseguire l'esperienza della Cooperativa Rom 1995 nell'attività fino ad oggi espletata (raccolta ingombranti e isola ecologica)..." ma, come racconta il portale la "Filosofia reggina" e gli stessi responsabili della cooperativa riportano, per una "disattenzione", alla conclusione della nuova gara di appalto relativa alla gestione dei servizi di raccolta differenziata, non viene indicato alla società Leonia ("controllata" al 51% dal Comune) e vincitrice della gara d'appalto, di voler esprimere il consenso di subappalto relativamente alla parte dei servizi storicamente gestiti dalla Rom 1995". L'epilogo è che nel giugno 2010 le attività della cooperativa vengono sospese e i lavoratori messi in cassa integrazione. Nel 2011 alla Rom 1995 viene affidata la gestione di due servizi, insufficienti però a dare continuità lavorativa ai soci e di conseguenza stipendi costanti e sostegno alle loro famiglie.

Insomma scelte sbagliate che rischiano di affossare un'azienda davvero "speciale". Una storia straordinaria che rischia di trasformarsi in ordinaria follia: quella di riportarci indietro, senza considerare che i rom sono parte integrante della società italiana e non "zingari", destinati a essere nomadi. Noi carovanieri, viaggiatori per scelta e quindi privilegiati, vorremmo proseguire il viaggio sapendo che la sosta, per la 'Rom 1995', sia invece serena.