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Integrazione dei Rom: il Consiglio della UE sottolinea il ruolo centrale delle collettività
Di Fabrizio (del 21/06/2009 @ 09:17:31, in Europa, visitato 1409 volte)

Da Roma_Francais

publié le 10 juin 2009 - Nicolas Gourdy / Welcomeurope

Il Consiglio dell'Unione Europea di lunedì 8 giugno si è lungamente dedicato alla questione dell'integrazione dei Rom. Secondo le sue conclusioni, gli Stati membri devono concepire ed attuare le loro iniziative in materia di integrazione dei Rom in stretta concertazione con le collettività regionali e locali, che devono giocare un ruolo centrale nell'applicazione concreta di queste politiche. Questa riunione si iscrive nel più ampio dibattito europeo sulla situazione sociale delle minoranze rom in Europa. In particolare fa seguito alla prima riunione della "piattaforma integrata europea per l'integrazione dei Rom" che si è tenuta a Praga nell'aprile 2009, sotto l'egida della presidenza ceca della UE.

Le conclusioni del Consiglio della UE tengono conto di una situazione socioeconomica dei Rom che tende a non evolversi, bensì a deteriorarsi in questi ultimi anni in un certo numero di Stati membri. Secondo Magda Kósáné Kovács, autrice di una relazione sulla questione consegnata al Parlamento Europeo a gennaio, la situazione dei Rom sul mercato del lavoro rassomiglia ad un circolo vizioso. La disoccupazione colpisce più di qualsiasi altra minoranza e "non possono avere accesso alle sovvenzioni europee sulla ristrutturazione professionale a causa della loro mancanza di qualificazioni di base". La situazione varia tuttavia molto paese ad un altro. Il Consiglio fa parte della necessità di mettere in atto politiche più dinamiche ed efficaci riguardo a queste popolazioni, ma senza precisarne veramente i contorni. Perché secondo il Consiglio, questo ruolo spetta primariamente agli Stati membri, alle regioni ed ai comuni. Il testo ricorda l'importanza per gli Stati membri e le loro collettività di mettere in comune le proprie esperienze riguardo le iniziative a favore dell'integrazione dei Rom per ottenerne le pratiche migliori. Ugualmente incoraggia la creazione e lo sviluppo di reti transfrontaliere che permettano lo scambio delle buone pratiche. Questo tipo di rete esiste già, ad esempio EURoma (rete europea sull'inclusione sociale dei Rom nel quadro dei fondi strutturali). Altro punto importante, gli Stati membri e le collettività sono invitati a sfruttare pienamente gli strumenti finanziari comunitari (FSE, Feder, Feader) nella messa in opera di progetti rivolti all'integrazione di queste popolazioni.

Dall'entrata nell'Unione Europea di Romania e Bulgaria nel 2007, i Rom sono diventati la più importante "minoranza etnica" della UE. E' difficile stabilire il loro numero preciso, che si stima tra i 10 e i 12 milioni di persone. In Francia, il caso di quanti si chiamano comunemente la "Gens du voyage" è in particolare disciplinata dalla legge Besson II che stipula che tutti i comuni con più di 5.000 abitanti debbano avere un terreno d'accoglienza. La nuova onda d'immigrazione di Rom provenienti dalla Slovacchia, dall'Ungheria, dalla Bulgaria e dalla Romania ha cambiato la distribuzione e porta a chiedersi numerose precisazioni quanto alle politiche da realizzare per integrare queste popolazioni. Per il momento, quelli in provenienza dalla Bulgaria e da Romania, benché cittadini dell'UE, sono sottoposti ad una misura transitoria che accorda loro lo stesso status degli stranieri di un paese terzo, con l'obbligo eventuale di lasciare il territorio francese. Questa misura dovrebbe tuttavia finire nel 2012, data nella quale tutti i cittadini bulgari e rumeni usufruiranno della cittadinanza europea piena ed intera.