BUCAREST – L'etnia Rom è una delle più soggette a disagio nel campo della salute. nonostante l'ampia percezione secondo cui "i Rom sono tra le etnie più sane e col tasso anti-immunitario più alto".
Secondo le ricerche, l'aspettativa di vita tra la popolazione rom in Europa è di 10 anni inferiore alla media, i suoi componenti sono generalmente esposti ad inquinamento ambientale, malnutrizione e mancanza di vaccinazioni tra i bambini, dipendenza dalle droghe e dall'alcool, mancanza di educazione sessuale e quindi vulnerabilità alle malattie trasmissibili sessualmente.
Una delle cause principali della situazione è la difficoltà di accesso all'assistenza sanitaria.
In Romania, il sistema sanitario nazionale copre un'ampia fascia di popolazione, ma altre ne rimangono escluse. Principalmente, questo avviene in due forme:
- esclusione formale di chi non abbia i requisiti legali (ad es. mancanza di documenti d'identità);
- esclusione informale: chi ne ha il diritto non ne beneficia.
I Rom sono principalmente esclusi dal sistema per mancanza di documenti. Pesano anche cause generali, principalmente culturali ed etniche, che si sommano a stereotipi e pregiudizi nel far sì che la maggior parte dei Rom rimangano esclusi dal sistema.
I maggiori problemi tra Rom riguardo e operatori sanitari sono: la difficoltà nel procurarsi le medicine, i malfunzionamenti del database del sistema sanitario nazionale, mancanza di interesse verso i pazienti. Per migliorare le relazione tra le due parti è necessaria una mediazione.
A partire dal 1997, Romani CRISS (Center of Ethnic Roma for Social Intervention and Studies - Centrul Romilor pentru Interventie Sociala si Studii) ha iniziato un progetto per coinvolgere le altre associazioni rom, nel formare dei mediatori sanitari, che facilitino l'accesso all'assistenza sanitaria e funzionino da tramite da autorità, fornitori di servizi sanitari e componenti della comunità, in particolar modo donne e bambini.
All'inizio, dicono i rappresentanti rom di CRISS, i mediatori sanitari sono stati accettati con difficoltà dalla comunità. C'erano riserve e incomprensioni "sul ruolo del mediatore sanitario" e le donne erano riluttanti a parlare dei loro problemi di salute.
Nel 2001, i risultati positivi raggiunti hanno portato a riconoscere la professione di mediatore sanitario, inclusa nell'albo delle professioni di Romania.
Fonte: Romanian_Roma