SOTTO LA STESSA LUNA tour
Se n'era scritto il mese scorso, ecco una recensione su RomanoLil: Un film che “gira” per diverse realtà socioculturali di Napoli (campi rom, centri sociali, facoltà universitarie…) a promuovere momenti di incontro e di riflessione, a fare intercultura nel senso di scambio e intreccio. Le periferie marginali mutano in Zone Temporaneamente Liberate dove si aprono nuove visioni e sensibilità rispetto al fenomeno Rom, a quello della devianza sociale e della legalità. Una riflessione: “Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito e non la luna”.
L’Associazione L’associazione culturale “Figli del Bronx”, con il contributo del comune di Napoli (assessorato agli Affari Sociali), organizza "Sotto la stessa luna tour": un ciclo di 10 incontri in varie realtà socio-culturali cittadine, con la proiezione-dibattito dell'omonimo film di Carlo Luglio. L'occasione della proiezione del film è quella di mettere a fuoco le questioni più delicate che relegano le periferie della città di Napoli, e non solo quelle, a dei territori di disagio e desolazione maggiore rispetto ad altre periferie italiane. Degli incontri interculturali che possano aprire nuove visioni e nuove sensibilità rispetto al fenomeno Rom e a quello della devianza sociale e della legalità. Il regista e gli attori del film saranno presenti alle varie proiezioni-dibattito.
Quando il giro (tour) diventa viaggio (drom) 27 Febbraio 2006, presso il campo Rom del comune di Napoli a Scampia, in collaborazione con l'associazione "Opera Nomadi". Ore 19,00, saluta Amedeo Curatoli (Presidente "Opera Nomadi" regionale). A seguire proiezione del film e dibattito con: Marco Nieli, Enzo Esposito (Opera Nomadi), Marco Rossi Doria (maestro di strada), Antonio Moscato (dirigente del comune di Napoli – servizio contrasto nuove povertà), Alessandro Fucito (presidente Commissione Educazione – Comune di Napoli) e Pa-raska Muharem (cittadina Rom residente in campo rom - area nord Napoli).
La trama del film (Carlo Luglio) “La vita quotidiana di due giovani Rom nella periferia di Scampia a Napoli, si incrocia con quelle di un ex capozona napoletano in via di pentimento e con il gruppo del giovane boss emergente del clan vincente. Le situazioni all’interno del campo Rom e quelle all’esterno, hanno un unico comune denominatore: sono storie di vita ai margini con una loro disperazione intrinseca, ma con la forza vitale tipica di chi deve sbarcare il lunario costretto a confrontarsi con la dura legge della strada calpestando quotidianamente la propria dignità per sopravvivere. Inevitabile migrare se si cerca una vita migliore”. Avevo bisogno di un lavoro (Gaetano di Vaio) “Avevo bisogno di un lavoro come primo passo nel tentativo di costruire una nuova vita, dopo aver scontato l’ennesima condanna durata circa quattro anni. Andavo in giro a chiedere, ma nessuno mi voleva. Un giorno, camminando per via Zuccarini a Scampia dove stava il vecchio campo Rom sotto il ponte della metropolitana, notai una bambina che trasportava una busta contenente alcune bibite; capii subito che il punto vendita doveva trovarsi parecchio distante dal campo in cui viveva. Pensai quindi di caricare la mia malandata autovettura con bibite e generi alimentari pre-confezionati e recarmi ogni giorno al campo per rivenderli. Nonostante il mio passato di devianza temevo molto gli zingari. Pensavo a cosa inventarmi per farmeli amici nel momento in cui avrei messo piede nel campo. In realtà fu tutto semplice: la gente era contenta, a tal punto da propormi di costruire una baracca da utilizzare come punto vendita fisso. Era la prima volta che mi capitava di sentirmi accettato veramente. Pian piano cominciai a riconoscermi in alcune delle loro abitudini, come quella della famiglia numerosa, delle mamme che la sera lavavano i figli nelle bagnarole, nei piedi nudi dei bambini con la faccia sporca come la mia quando vivevo nel basso con mamma papà e dieci figli; nei semafori e nei vetri delle autovetture che lavavo da ragazzino a Capodimonte, nella loro musica, nella semplicità delle relazioni, nei furti… nell’emarginazione! Oggi posso dire che la mia vita è cambiata proprio a partire da quella esperienza”.
Informazioni: 3294396527 e-mail: figlidelbronx@libero.it
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